Gustav Klimt, la Secessione Viennese e i viaggi in Italia: la mostra a Palazzo Braschi di Roma
Oltre alle sue opere più note, la mostra a Palazzo Braschi di Roma presenta oltre 200 opere tra dipinti, manifesti d'epoca e sculture di Klimt e dei suoi compagni della Secessione Viennese.
A Palazzo Braschi fino al 27 marzo è in esposizione la mostra “Klimt. La Secessione e l’Italia” per celebrare i viaggi che l’artista austriaco fece proprio a Roma e in altre città italiane. In particolare, quello relativo alla premiazione in occasione dell’Esposizione Internazionale d’Arte del 1911 tenutasi proprio nella Città Eterna.
La mostra si sviluppa attraverso 14 sezioni in cui viene ricostruita l’evoluzione artistica di Gustav Klimt, uno dei fondatori della Secessione Viennese – il movimento artistico che proprio Klimt insieme da oltre venti compagni creò nel 1897, pubblicando anche il primo manifesto relativo alla volontà di dissociarsi dalle istituzioni ufficiali.
Il percorso espositivo ha inizio quindi dalle prime esperienze di Klimt come quella del 1879 – la Künstler-Compagnie – fondata insieme al fratello Ernst e all’amico Franz von Matsch, specializzati in particolare nell’esecuzione di dipinti su pareti e soffitti.
Indice
Le prime esperienze e il “periodo aureo” di Klimt
Si giunge poi ai primissimi anni del Novecento, quando Klimt – affascinato dai mosaici bizantini visti nel corso dei suoi due viaggi a Ravenna – dà inizio al suo “periodo aureo“, utilizzando per la prima volta la foglia d’oro combinata alla pittura ad olio proprio nella realizzazione di una delle sue più importanti opere: “Giuditta I” (1901).
Giuditta I – opera che troverete in mostra – è un omaggio all’erotismo femminile; una donna languida, sensuale e perversa che regge e accarezza la testa di Oloferne – il generale assiro che aveva assediato Betulia e Betomenstaim in Giudea.
Nel 1911 interviene all’Esposizione Internazionale di Roma dove fu acclamato per la sua partecipazione al padiglione austriaco – progettato da Josef Hoffmann – e dove espose 8 dipinti tra cui il famoso Der Kuss – ‘Il Bacio‘.
Altra opera di rilievo esposta alla mostra a Palazzo Braschi è “La Sposa“, uno degli ultimi e incompiuti dipinti del pittore austriaco che fu colpito da un ictus nel gennaio del 1918 per poi morire un mese dopo senza poter completare alcune opere.
Qui il tema del dipinto è ancora il desiderio sensuale, ma anche l’amore con al centro la protagonista addormentata, con la testa del suo compagno accanto a lei e il corpo in gran parte nascosto da un gruppo di donne rappresentate in posizioni diverse. La presenza di questo dipinto è un evento eccezionale; è la prima volta che viene portato fuori dalle mura della Klimt Foundation.
Alla mostra si può ammirare anche “Il Ritratto di Signora“, dipinto noto alla cronaca per le sue vicissitudini. Il dipinto infatti fu trafugato nel 1997 dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza ed è stato recuperato solo di recente nel 2019.
La Secessione Viennese: tributo ai compagni di Klimt
La mostra vuole essere un omaggio non solo a Klimt, ma all’intera Secessione Viennese e infatti sono esposte oltre 200 opere – tra dipinti, sculture, disegni e manifesti d’epoca – di artisti tra cui Johann Victor Krämer, Josef Hoffmann, Carl Moll e molti altri. Le opere appartengono alla collezione permanente del Belvedere Museum di Vienna e alla Klimt Foundation, oltre che ad altre collezioni pubbliche e private.
Si tratta di un “viaggio attraverso i viaggi” in Italia di Klimt – sono esposte anche alcune cartoline autografe dell’artista – che fu molto influenzato dall’arte italiana del periodo, influenzando a sua volta anche gli artisti italiani. Infatti vi è anche un confronto con pittori come Camillo Innocenti e Felice Casorati che sono stati gli interpreti più fedeli della pittura di Klimt, come anche nel caso dello scultore Giovanni Prini.
Infine, grazie alla collaborazione di Google Arts & Culture Lab Team e del Belvedere Museum di Vienna sono stati riprodotti in modo digitale i famosi pannelli dei Quadri delle Facoltà – la Medicina, la Giurisprudenza e la Filosofia – le allegorie che Klimt realizzò tra il 1899 e il 1907 per il soffitto dell’Aula Magna dell’Università di Vienna, ma che furono rifiutate perché considerate scandalose per poi essere distrutte nel 1945 a causa di un incendio scoppiato nel Castello di Immendorf in Austria, dove erano state collocate.
Altra magnifica ricostruzione a grandezza naturale è quella del dipinto murale realizzata da Klimt per la XIV Mostra della Secessione Viennese del 1902: il fregio – lungo più di 34 metri ed esteso per un’altezza di circa 2 metri su tre pareti – ispirato alla “Nona Sinfonia” di Ludwig van Beethoven. La Poesia, l’Arte e l’Amore conducono ad un regno ideale, l’unico in cui l’uomo può trovare la felicità e la pace. Questo fregio negli anni ’70 del Novecento è stato venduto alla Repubblica d’Austria ed è stato collocato nei sotterranei del Palazzo della Secessione Viennese, dov’è tuttora conservato.
La mostra – curata da Franz Smola, tra i maggiori esperti al mondo dell’artista – è stata promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con l’aiuto di Arthemisia, Zètema Progetto Cultura e in cooperazione con Klimt Foundation.
Avete già visto la mostra “Klimt. La Secessione e l’Italia” a Palazzo Braschi di Roma? La vedrete presto? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!
Informazioni utili per la visita
Indirizzo: Piazza di San Pantaleo 10 / Piazza Navona 2, 00186 Roma (RM).
Orari: la mostra è visitabile dal 27 ottobre 2021 al 27 marzo 2022 dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 20:00 e il sabato e la domenica dalle 10:00 alle 22:00 (ultimo ingresso un’ora prima della chiusura). Giorni di chiusura: 25 dicembre e 1 gennaio. Durante il weekend e i festivi è consigliato il preacquisto online del biglietto.
Biglietti: 13€ l’intero / 11€ il ridotto.
Sito web: http://www.museodiroma.it/it/mostra-evento/klimt-la-secessione-e-l-italia
Come arrivare: Prendere le linee degli autobus: 46, 492, 62, 628, 64, 70, 81 e 87.