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Come entrare nella Piramide di Caio Cestio a Roma in occasione delle aperture speciali promosse dalla Soprintendenza Speciale di Roma.

L’autunno quest’anno è arrivato con particolare ritardo, un clima ideale per godere di un’interessante iniziativa promossa dalla Soprintendenza Speciale di Roma, che ogni domenica del mese di ottobre apre le porte della Piramide Cestia per delle imperdibili visite guidate, gratuite ma con posti limitati.

La storia della Piramide Cestia

Fiera e sorprendente, la Piramide Cestia sorveglia da secoli un iconico angolo di Roma lungo via Ostiense e in prossimità dell’omonima stazione ferroviaria. Questa imponente ed inconsueta tomba romana, fu costruita tra il 18 e il 12 a.C. per accogliere la sepoltura di Caio Cestio – pretore, tribuno della plebe e membro del Collegio dei Septemviri Epulones, i magistrati che a Roma avevano il compito di organizzare i banchetti sacri.

Una delle incisioni sul lato d’accesso della Piramide Cestia | © Serena Annese
Iscrizione del restauro della Piramide promosso da Yuzo Yagi nel 2013 | © Serena Annese

All’interno della Piramide non sono state ritrovate tracce di sarcofagi o di urne cinerarie, quindi il destino di Caio Cestio è avvolto dal mistero, come la sua stessa figura. Le poche informazioni su questo personaggio di rilievo sono state ricavate da alcune epigrafi incise direttamente sul lato principale della Piramide.

Da una di queste iscrizioni sappiamo che Caio Cestio aveva lasciato un cospicua eredità a cui gli eredi avrebbero potuto attingere ad una condizione, che la costruzione della sua monumentale tomba si fosse compiuta entro 330 giorni. Sfida che fu accettata e vinta dagli eredi, che temevano di non vedere nulla della grande fortuna lasciata da Caio.

Da un’altra incisione – conservata ai Musei Capitolini – collocata su una dei basamenti ritrovati all’ingresso della Piramide sappiamo che gli eredi non riuscirono però a realizzare tutti i desideri del pretore romano. Caio Cestio aveva infatti acquistato dei preziosi arazzi da collocare sulle pareti del suo insolito mausoleo, ma tra il 18 e il 12 a.C. fu promulgata una legge contro l’ostentazione del lusso nelle occasioni pubbliche e la sepoltura con oggetti preziosi. Per questo motivo gli eredi decisero di vendere gli arazzi e con i soldi ricavati furono realizzare due grandi statue in bronzo dorato che raffiguravano Caio Cestio, purtroppo andate perdute e di cui restano solo i basamenti.

La Piramide Cestia | © Serena Annese
Il varco di accesso alla Piramide Cestia | © Serena Annese

Ma perché Caio Cestio scelse una piramide come monumento funebre?

La Piramide Cestia fu realizzata in un momento in cui a Roma era scoppiata una vera e propria moda legata all’arte e alla cultura egizia, la città si era riempita di elementi evocativi di quella terra lontana, come gli obelischi – alcuni provenienti dall’Egitto, altri realizzati a Roma su modello di quelli originali. Anche la Piramide Cestia non era l’unico esempio di queste tombe monumentali.

A Roma vi erano sicuramente altre cinque piramidi, di cui due furono sostituite dalle famose “Chiese gemelle” di Piazza del Popolo. Un’altra si trovava nei pressi di San Pietro (rappresentata in una delle Stanze di Raffaello ai Musei Vaticani) e l’ultima – ancora visibile solo nella sua struttura interna in cementium – presso il parco archeologico dell’Appia Antica, nella Villa dei Quintili.

Particolare di uno dei vasi lustrali nella Piramide Cestia | © Antonio De Oto
La camera sepolcrale della Piramide di Caio Cestio | © Serena Annese

Al contrario delle altre piramidi, probabilmente quella di Caio Cestio è sopravvissuta perché tra il 272 e il 279 fu inglobata nella Mura Aureliane e fu anche restaurata per volere di papa Alessandro VII nel 1656, il cui intervento è testimoniato da un’iscrizione sul lato occidentale.

Nonostante questo destino più favorevole, la Piramide – forse nel corso del Medioevo – fu profanata dai cosiddetti “tombaroli”, convinti che il monumento custodisse un ricco tesoro. Scavarono a picconate la struttura in cementium, aprendosi un varco sul lato settentrionale e iniziarono a compiere diversi tentativi di scavi nelle mura e nel soffitto. Il risultato fu negativo per loro che non trovarono nessun tesoro e per noi – che a causa dei danni causati – non possiamo ammirare appieno la bellissima decorazione interna.

Nel Medioevo, inoltre, la Piramide era stata a lungo identificata come la famosa Meta Remi – la tomba di Remo e questa interpretazione durò fino al XVI secolo quando fu ritrovata l’iscrizione che ora si trova in facciata in cui Caio Cestio invitava i suoi eredi a costruire il monumento nel giusto tempo per non perdere la ricca eredità.

L’ultimo intervento di restauro a cui il monumento è stato sottoposto risale al 2013, quando Yuzo Yagi – titolare di un famoso marchio di esportazione di tessili italiani in Giappone – ha voluto finanziare il restauro donando un milione di euro e chiedendo in cambio solo un’incisione che menzionasse questo finanziamento, posizionata nella pietra a terra all’ingresso della Piramide.

Entrare nella Piramide di Caio Cestio

La Piramide Cestia è imponente – alta 36 metri e larga 29,6 – con un nucleo in cementium rivestito da grossi blocchi di marmo di Carrara (marmo lunense). Il vertice della Piramide è molto più acuto in confronto a quelle egizie, motivo che ha spinto gli studiosi a ritenere che il modello preso in esame non fosse quello egizio, ma le piramidi nubiane.

Percorrendo la bassa e stretta galleria d’accesso – alta poco più di un metro e mezzo – si raggiunge la camera sepolcrale, affrescata con figure femminili e Vittorie alate, realizzate nel III stile pompeiano su fondo bianco. Incorniciate da vasi lustrali – quasi tridimensionali – le figure femminili sono intente a suonare strumenti antichi, ma del loro antico splendore non restano che poche tracce.

Quando la tomba fu profanata, i “tombaroli” distrussero gran parte dei dipinti ritenendo erroneamente che il tesoro fosse dietro il ritratto vittorioso di Caio Cestio al centro della volta a botte – andato per sempre perduto – o in altri punti delle pareti, provocando la perdita anche di alcune delle figure femminili e creando dei veri e propri buchi.

Particolare della decorazione interna della Piramide Cestia | © Serena Annese
Particolare della decorazione interna della Piramide Cestia | © Serena Annese

Visitando ogni martedì sul sito della Soprintendenza Speciale di Roma si può compilare un modulo, inserendo nome ed email, per poter visitare gratuitamente la Piramide di Caio Cestio.

Particolare della decorazione interna della Piramide Cestia | © Serena Annese
Piazza Ostiense al tramonto | © Serena Annese

Le richieste sono tante e i posti limitati, auguriamoci che vista la grande affluenza vengano intraprese più iniziative di questo tipo per ammirare la bellezza dei simboli del grande patrimonio culturale di Roma.

Vi è mai capitato di entrare nella Piramide Cestia a Roma? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!

Informazioni utili

Indirizzo: Via Raffaele Persichetti, 00153 Roma (RM).
Orario: Aperta ogni domenica del mese di ottobre.
Biglietto: Gratuito
Sito web: https://www.soprintendenzaspecialeroma.it/eventi/piramide-visite-guidate-tutte-le-domeniche-di-ottobre_350/
Come arrivare: Dalla Stazione Termini prendere la linea B della metro e scendere alla fermata Piramide o prendere l'autobus 23.

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