Tre giorni a Bruxelles: cosa vedere nella capitale belga
Cosa vedere a Bruxelles in 3 giorni, capitale del Belgio e simbolo dell'Art Nouveau, tra vie eleganti e botteghe di cioccolato.
Mescolando tradizione e modernità, Bruxelles custodisce un gran numero di tesori culturali e architettonici: dal gotico al barocco, dal neoclassico fino all’Art Nouveau.
I suoi vicoli acciottolati sono testimoni di secoli ricchi di conquiste e rivoluzioni.
Passeggiare lungo la Grand Place – patrimonio dell’Umanità UNESCO – è un viaggio nel tempo, con i suoi sontuosi edifici gotici che si ergono fieri come custodi di memoria. Qui, chiudendo gli occhi tra gli antichi municipi e la maestosa torre dell’Hôtel de Ville, sembra quasi di avvertire l’eco di festeggiamenti passati e dei mercati vivaci.
La città è un crocevia di culture e influenze che si mescolano nelle strade e nelle piazze. Quartieri come Saint-Géry sono animati da una coinvolgente vita notturna, mentre il quartiere europeo riflette il ritmo frenetico delle istituzioni. La capitale belga è, inoltre, in costante evoluzione e la modernità si intreccia armoniosamente con il patrimonio storico e artistico, aspetto evidente nei musei cittadini come quello dedicato a Magritte.
C’è poi il profumo avvolgente del cioccolato belga che sembra caratterizzare ogni angolo della città, invitando i passanti a concedersi una dolce pausa nelle rinomate cioccolaterie. Come dimenticare le patatine fritte?! Le strade pullulano di chioschi dove vengono preparate al momento.
Bruxelles è anche la casa del “Manneken Pis“, una piccola statua che incarna l’umorismo e la ribellione; un richiamo a non prendersi troppo sul serio, a godere della vita e delle piccole gioie quotidiane.
La città è inoltre ricca di parchi e giardini che in primavera si risvegliano in un tripudio di colori e profumi, mentre in autunno regalano perfette sfumature di arancione. Una città accogliente e custode di un florido patrimonio storico-artistico; una meta ideale dove trascorrere piacevolmente tre giorni.
Indice
Musée Magritte: una finestra sul mondo surreale
Diamo inizio alla scoperta di Bruxelles, raggiungendo subito uno dei suoi simboli. A pochi passi dal centro si trova, infatti, un museo che esalta l’anima creativa e surreale di uno dei pittori più iconici del XX secolo, il Musée Magritte.
L’allestimento segue l’evoluzione artistica del pittore belga dalle prime opere fino a raggiungere le più recenti, alcune tra le più significative. Ogni pennellata – nelle tele di Magritte – racconta storie concettuali e giochi di prospettiva che sfidano la logica e l’ordinario. Le tele sono avvolte da una luce soffusa che amplifica il senso di incanto nello spettatore, che si sente così trasportato in un’altra dimensione dove le leggi dell’universo a cui siamo abituati sembrano quasi del tutto sovvertite.
Nelle sue opere cappelli, pipe e frammenti di cielo sempre azzurro – anche nelle ore notturne – diventano degli elementi distintivi che si rincorrono tra i quadri invitando lo spettatore ad una profonda riflessione concettuale sulla complessità custodita dietro ogni pennellata.
Oltre alle opere dell’artista, visitare il Musée Magritte equivale a compiere un vero viaggio attraverso il suo processo creativo con fotografie, lettere e oggetti appartenuti all’artista.
Indirizzo: Pl. Royale 1, 1000 Bruxelles, Belgio
Orari: è aperta da martedì a venerdì dalle 10:00 alle 17:00, sabato e domenica dalle 11:00 alle 18:00. Chiuso il lunedì.
Biglietto:10€ / per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito ufficiale.
Il quartiere Sablon a Bruxelles: armonia tra storia, arte e dolcezza
Dopo aver goduto dell’universo surrealista di Magritte, proseguiamo alla volta di uno dei quartieri più raffinati ed eleganti della città – a ridosso della Grand Place – il quartiere Sablon.
Sablon prende il nome da una strada di sabbia gialla che doveva essere percorsa per entrare in città, quando il quartiere si trovava ancora fuori le mura. L’area si snoda tra strade acciottolate e antichi edifici con chiese e cappelle, che si ergono a custodi silenziosi di un prezioso patrimonio. È un paradiso per gli amanti dell’arte, pieno di gallerie d’arte disseminate lungo le sue strade e di boutique d’antiquariato che raccontano le epoche passate.
Il cuore del quartiere è rappresentato da Place du Grand Sablon, una piazza triangolare, dove ogni fine settimana si svolge un interessante mercato d’antiquariato.
Qui ci sono anche le cioccolaterie più rinomate della città ed è quindi un angolo ideale per gli amanti delle delizie al cacao. Tra le cioccolaterie, una delle più antiche e più celebri è Wittamer (Pl. du Grand Sablon, 12), famosa per le sue squisite praline e le raffinate tavolette. La sua storia ha inizio nel 1910 quando Henri Wittamer decise di aprire una boulangerie a Bruxelles – al numero 13 di Place du Grand Sablon – chiamata “Boulangerie Moderne”.
La boulangerie riuscì in breve tempo a conquistare una clientela sempre maggiore e alla morte di Henri – nel 1945 – passò nelle mani dei suoi eredi che ampliarono l’attività trasformandola in una pasticceria e poi cioccolateria. Nel frattempo anche la piazza e il resto del quartiere subirono un’importante riqualificazione.
Da Wittamer troverete cioccolata e dolci preparati con ingredienti selezionati e freschi – pensate che i limoni arrivano direttamente dalla Costiera Amalfitana. Ciò che non potrete non assaggiare sono le deliziose praline ripiene di crème fraîche e le soffici gauffres servite calde. Molto buone ma forse troppo dolci!
Un altro simbolo del quartiere è la chiesa di Notre Dame, che domina con le sue alte guglie Place du Grand Sablon. La chiesa fu edificata in stile gotico nel XV secolo al di sopra delle rovine di una cappella precedente – costruita nel 1304 dalla gilda dei balestrieri della città.
L’interno di Notre Dame de Sablon è semplice, a cinque navate e di piccole dimensioni; decorata con statue seicentesche, un bellissimo pulpito ligneo del XVII secolo e delle magnifiche vetrate dipinte a mano e alte ben 15 metri, che filtrano la luce del giorno creando affascinanti giochi luminosi sulla pietra antica.
Secondo le leggenda, nel 1348 una giovane originaria di Anversa, Beatrice Soetkens, ebbe un’esperienza mistica ascoltando delle voci che le chiesero di recuperare una statua miracolosa della Vergine ad Anversa per portarla a Bruxelles e sistemarla nella chiesa di Sablon. La chiesa divenne così un luogo di pellegrinaggio e fu necessario ampliarla.
Da non perdere poi il piccolo giardino all’italiana del 1890 che si trova – chiuso da un cancello in ferro battuto – nell’area retrostante della chiesa.
Indirizzo: Rue des Sablons, 1000 Bruxelles, Belgio
Orari: è aperta da lunedì a venerdì dalle 10:00 alle 18:00, sabato e domenica dalle 9:00 alle 18:00.
Biglietto: ingresso gratuito.
Magia nella Grand Place di Bruxelles: Patrimonio dell’Umanità UNESCO
Facendoci trasportare dal flusso della folla, raggiungiamo un altro simbolo, il famoso “Mannequin pis” – all’incrocio tra rue de l’Étuve e rue du Chêne – è la piccola fontana che raffigura un bambino che fa pipì.
La scultura – che rappresenta lo spirito divertente e scherzoso degli abitanti di Bruxelles – si rifà ad una leggenda che vede come protagonista Petit Julien, che salvò la città facendo pipì sulla miccia di una bomba. La piccola statua – alta appena 30 cm – risale al 1350, in origine realizzata in pietra per poi essere trasformata in bronzo nel 1618 dallo scultore fiammingo François Duquesnoy. Il bambino non è sempre nudo, in alcune occasioni viene vestito con abiti particolari come quelli militari, religiosi, ma anche da Elvis o da Babbo Natale dal 21 al 25 dicembre.
Il divertente “Mannequin pis” si trova nei pressi di una delle piazze più belle, la Grand Place, incorniciata dai suoi portici e da edifici storici. Gran parte dei suoi palazzi sono in stile barocco con facciate decorate minuziosamente e che al calar del sole regalano magici giochi di luci e ombre.
Visitare la Grand Place di sera illuminata dalle luci – ancora di più con quelle natalizie – mostra un lato a volte nascosto della città; così Bruxelles ripone il suo abito più moderno per indossare una veste più romantica ed eterea. Un’atmosfera unica spesso resa più suggestiva da artisti di strada e dal profumo di cioccolato che dalle numerose e rinomate cioccolaterie si diffonde nella piazza.
Qui ogni edificio e ogni elemento raccontano una storia o una leggenda tramandate oralmente. Tra i numerosi edifici uno domina su tutti, l’incantevole Hôtel de Ville – il municipio – con la sua torre maestosa che si erge verso l’alto. Non solo l’Hôtel, anche le facciate delle “Gildenhuizen “- le case delle corporazioni – contribuiscono a rendere Grand Place una magnifica piazza, con dettagli intricati e scolpiti, ma anche la “Casa dei Commercianti“, “l’Etoile” con il memoriale a Everard ’t Serclaes – si dice che toccarlo porti fortuna – la “Casa dei Sarti” e quella dei “Pittori“, dove visse Victor Hugo nel 1852.
Sotto i portici della Grand Place è nascosto un bassorilievo realizzato dall’architetto Victor Horta e dedicato a Charles Buls – borgomastro massone della città tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Il bassorilievo presenta simboli massonici tra cui il famoso compasso d’oro, che appare anche guardando dall’alto i sentieri del Parc de Bruxelles.
Anche l’Hôtel de Ville nasconde una leggenda, guardando bene tra i suoi capitelli uno appare più insolito e inquietante degli altri; raffigura un uomo che sgozza un ragazzo, ispirato ad evento drammatico realmente accaduto in città.
Le eleganti Galeries Royales Saint-Hubert
Dopo un’immersione nelle calde atmosfere natalizie della Grand Place, raggiungiamo le Galeries Royales Saint-Hubert, un elegante complesso di gallerie create nel 1837 su progetto dell’architetto Jean-Pierre Cluysenaer, per rivalutare un quartiere operaio e creare nuovi spazi che accogliessero case, gioiellerie, negozi e spazi culturali. L’inaugurazione ufficiale avvenne solo il 20 giugno del 1847 alla presenza di Leopoldo I. Le Galeries – lunghe circa 200 metri – presentano un ingegnoso tetto in vetro sostenuto da una serie di archi autoportanti.
Nel 1939 fu creato il Cinéma des Galeries e nel 1950 il Théâtre Royal des Galeries – trasformato con l’aiuto di René Magritte che ne progettò il soffitto. Molti sono i negozi e le piccole boutique che nel corso degli anni sono stati aperti negli spazi delle Galeries Royales Saint-Hubert come le “Savonneries Bruxelloises”, un negozio che vende una vasta gamma di saponi prodotti nella storica fabbrica dal 1926 e dove si può anche tagliare e stampare il proprio sapone.
È giunto il momento di scoprire le birre belghe. Bruxelles è molto famosa per la sua straordinaria tradizione brassicola ed offre numerose esperienze agli amanti della birra.
A pochi passi dalle Galeries Royales Saint-Hubert – in un vicolo in Impasse de la Fidélité – si trova la birreria“Delirium”, tra le più famose della città, che detiene il primato (certificato dalla Guinness World Record) di servire oltre 3000 diversi tipi di birra!
Inoltre, proprio di fronte ad uno degli ingressi del famoso pub, si può ammirare la seconda delle “tre statue che fanno pipì” distribuite nel cuore della città, “Jeanneke Pis” – la bambina che fa pipì – simbolo di fedeltà; una piccola statua in bronzo del 1985. Secondo la leggenda se si getta una monetina nella vasca sottostante e si esprime un desiderio, questo si esaudirà.
Il primo giorno sta per finire, ci dirigiamo per la cena da “Savage” (Place St Boniface, Rue de la Paix, 22). Situato nel quartiere Saint-Boniface, Savage propone – in un ambiente minimal e moderno – un menù a base vegetale con particolari combinazioni di erbe e verdure. Si può optare per un menù totalmente vegetariano o aggiungere alla degustazione una portata di pesce o carne. Il ristorante è menzionato sulla Guida Michelin ed è senza ombra di dubbio imperdibile!
Passeggiando lungo i sentieri del Parc Royal de Bruxelles
Dopo una golosa colazione presso “Tich” (Rue de Namur, 25) – una caffetteria vegana con comode sedie e poltrone dove poter gustare dolci deliziosi, fare colazione, brunch e pausa pranzo – ha inizio il secondo giorno a Bruxelles.
Dirigiamoci verso una delle aree verdi della città, il Parc Royal de Bruxelles. In linea con il Palazzo Ducale, il Parc Royal è racchiuso da imponenti cancelli neri e impreziosito da statue neoclassiche che richiamano la mitologia greca. Realizzato alla fine del XVIII secolo è il parco pubblico più grande del centro della capitale belga.
In origine era utilizzato come riserva di caccia reale e solo a partire dal 1770 ha assunto l’attuale aspetto impreziosito da una grande varietà di piante, da sculture neoclassiche e nel 1841 anche da un padiglione, opera dell’architetto Cluysenaar.
Fino a giugno si può assistere ad un’interessante mostra “en plein air” dedicata a “Le Chat”, fumetto belga che ha come protagonista un simpatico e paffuto gattone creato nel 1983 da Philippe Geluck. Sono circa 22 statue dal peso di ben 2 tonnellate l’una, di cui una parte sono state acquistate da collezionisti privati – per finanziare la costruzione del nuovo “Musée du Chat et du dessin d’humour” – e in parte verranno esposte in diverse città europee, anche a Parigi nel 2024 in occasione dei prossimi Giochi Olimpici.
All’interno del parco troverete anche “Kiosk Radio”, un piccolo chiosco in legno dove poter bere qualcosa, ascoltando dj set in live streaming. Un ritrovo ideale per gli amanti di musica alternativa. Proprio accanto al chiosco si trova poi una bellissima statua in bronzo raffigurante una sirena che regge tra le mani una conchiglia da cui sgorga l’acqua.
Infine, nell’area centrale del parco si possono ammirare due grandi fontane verso cui convergono i viali alberati; proprio questi viali – ammirati dall’alto – assumono la forma del compasso d’oro, simbolo massonico.
La Brasserie Cantillon: una lunga storia di famiglia
Dopo aver respirato a pieni polmoni la rilassante atmosfera dei viali del Parc Royal, raggiungiamo la Brasserie Cantillon. Il birrificio – che ospita anche il “Museo della Gueuze di Bruxelles” – è una tappa imperdibile per gli amanti della birra Lambic.
Il marchio Cantillon fu fondato nel 1900 da Auguste Cantillon – un commerciante di cereali – per realizzare il sogno del figlio Paul. Da quel momento il birrificio ha cambiato spesso sede ed ha vissuto un destino di alti e bassi; eppure è sempre stato gestito dalla famiglia rispettando le tecniche di produzione tradizionali. Oggi è gestito da Jean-Pierre Van Roy – quarta generazione dei Cantillon – che preserva la produzione e la miscela di birra Lambic secondo le tecniche del passato.
Presso la Brasserie Cantillon vengono organizzate visite guidate per mostrare le fasi di produzione “dall’ammostamento” – quando l’amido dei cereali viene convertito in zucchero – fino ad arrivare alla fermentazione e all’assemblaggio.
Le visite si concludono presso le due zone bar con una degustazione di tre tipologie di birra acida. Le bottiglie vengono servite in piccoli cestini di vimini – per versare la birra senza alterare il sedimento di lievito che si forma sul fondo della bottiglia – e ad una temperatura rigorosamente compresa tra i 12° e i 15° C. La degustazione ha inizio con una birra “Lambic Grand Cru Bruocsella“, intensa e complessa che fermenta per 3 anni in botti di rovere.
Si continua con la “Gueuze” dorata e con un finale secco, ottenuta da una miscela di Lambic di 1, 2 e 3 anni. Infine, si degusta una birra più fruttata, scegliendo tra una “Kriek” alla ciliegia e una “Framboise” al lampone. In questo caso la frutta viene aggiunta direttamente nelle botti di invecchiamento macerando nella birra per circa 2 o 3 mesi.
Indirizzo: Rue Gheude 56, 1070 Anderlecht, Belgio
Orari: è aperta da lunedì a venerdì dalle 10:00 alle 17:00, sabato dalle 10:00 alle 16:00. Chiusa il mercoledì e la domenica.
Biglietto: 8€ / per verificare le diverse opzioni di degustazione e di visita, consultare il sito ufficiale.
Per un pranzo veloce dirigiamoci verso un ristorante – aperto dal 1986 – considerati quasi un rifugio per chi abita in città, “L’Ultime Atome Brasserie” (Rue Saint-Boniface, 14) nel cuore del quartiere Ixelles. Qui si può gustare un tenerissimo “carbonade flamande”, il tipico stufato di manzo e birra, accompagnato da squisite “sweet potatoes”. A pancia piena ritorniamo in centro per visitare un’altra zona simbolo della città.
Saint-Géry: tra passato e rinnovamento
Tra i quartieri più caratteristici c’è quello di Saint-Géry. Si tratta di uno dei punti di riferimento e d’incontro più vivaci della città, fulcro della vita notturna tra ristoranti e locali con bar, musica dal vivo e dj set.
Saint-Géry è anche uno dei simboli storici di Bruxelles. Fino alla metà del XIX secolo, la città era attraversata dal fiume Senne, che circondava l’isoletta dove ora si trova “l’Halles Saint-Géry”. Il nome “Bruxelles”, infatti deriva dal fiammingo “Brucsella”, ovvero “in mezzo alle paludi”.
Quando il fiume fu interrato, nell’area furono realizzati alcuni edifici, tra cui l’Halles Saint-Géry, un mercato coperto per la vendita delle carni. Il mercato fu chiuso però dopo poco e solo nel 1985 la struttura è rinata grazie ad un importante restauro creando un ampio spazio interno che oggi ospita un centro culturale e artistico. Lo spazio al pian terreno ospita diverse mostre ed eventi durante le ore diurne, mentre la sera si anima con concerti e spettacoli molto interessanti.
È all’interno di Saint-Géry – all’angolo tra rue des Chartreux e rue du Vieux Marché aux Grains – che si trova “Zinneke Pis”, una scultura che rappresenta un cane con la zampetta alzata intento a fare pipì su un palo.
L’opera è stata realizzata dallo scultore belga Tom Frantzen nel 1999 e il termine “zinneke” si traduce come “persona di sangue misto”, termine che ha riferimento alla splendida multiculturalità di Bruxelles, celebrata anche in un evento che si svolge in città ogni 2 anni dal 2000, la “Zinneke Parade”.
Ammirando i numerosi edifici in stile Art Nouveau del quartiere, il tempo trascorre molto rapidamente e dopo una piccola sosta presso “Friterie Tabora” (Rue de Tabora, 2) per gustare le famose patatine fritte proseguiamo il tour brassicolo alla volta di altri due storiche birrerie.
La prima non può che essere “Au Bon Vieux Temps” (Sint-Nikolaasgang, 8/4), la più antica birreria della città, che risale a circa 300 anni fa. Qui la birra più interessante da provare è quella trappista chiamata “Westmalle Dubbel”. “Au Bon Vieux Temps” viene definito “brown bar” per il colore delle pareti in origine più chiare divenute con il tempo di un tono marrone a causa del fumo delle sigarette. L’ingresso è quasi nascosto, vi si accede attraverso un piccolo arco in pietra scolpito e percorrendo uno stretto vicolo. Aguzzate la vista per trovarla, perché ne vale la pena!
A pochi metri si trova la seconda birreria “À la Bécasse” (Rue de Tabora, 11) che risale al 1877, anche questa si trova in una posizione un po’ nascosta, stretta tra alte case nel centro della città. Qui la birra “lambic blanche” è servita in originali boccali di pietra.
Tra pub e quartieri storici è ormai ora di cena. Ritorniamo alle Galeries Royales Saint-Hubert, dove si trova la “Taverne du Passage” (Galerie de la Reine, 30), un ristorante gourmet dall’ambiente in stile art déco rimasto immutato dall’anno della sua apertura, il 1928.
“Taverne du Passage” è un locale custode della gastronomia brussellese, dove poter gustare i piatti autentici della tradizione come le famose crocchette di gamberetti e le cozze servite al naturale, marinate o con panna, rigorosamente accompagnate da patatine fritte. Dal 2009 ha aderito al marchio “Accueil & Tradition”, un marchio di qualità che unisce circa 10 ristoranti autentici nel centro storico.
Atonium: omaggio al progresso tecnologico
Sveglia di buonora per vedere un monumento simbolo della città. Quando si pensa a Bruxelles, uno dei primi edifici che vengono in mente è sicuramente l’Atomium, una particolare costruzione che ha avuto un destino molto simile a quello della Tour Eiffel.
Proprio come il simbolo di Parigi, anche l’Atonium fu realizzato in occasione di un’Esposizione Mondiale (EXPO ’58) tenutasi a Bruxelles nel 1958 e sarebbe dovuto essere demolito con la fine dell’evento. Eppure proprio come l’edificio di Eiffel anche questa creativa costruzione sopravvisse divenendo uno dei simboli della città belga.
L’Atonium è stato realizzato su progetto dell’architetto André Waterkeyn, con lo scopo di creare un edificio che riprendesse la forma di un cristallo elementare di ferro ingrandito 165 miliardi di volte. La sua forma nel complesso ricorda un gigantesco cubo vuoto con atomi su ogni angolo, collegati tra loro da 20 grandi tubi. Una struttura in cui scultura e architettura si mescolano creando un edificio futuristico che ben incarna il suo messaggio carico di fede e ottimismo per il progresso tecnologico.
Quando fu realizzato, l’Atonium raggiunse alcuni primati: era la sesta struttura metallica più grande al mondo e aveva l’ascensore e le scale mobili più veloci d’Europa. Pensate che l’ascensore potrebbe trasportare circa 500 persone all’ora ad una velocità di 5 metri al secondo.
Per un ultimo pranzo veloce nella città di Bruxelles, dirigiamo verso una delle sedi di EXKi, un fast food sano e di qualità! EXKi non si trova solo a Bruxelles, ma offre una soluzione rapida e “healthy”. Si presenta come un piccolo market proponendo ogni giorno insalate, yogurt, panini, zuppe e torte di verdure. Per quanto possa sembrare poco interessante fermarsi in un fast food BIO mentre si esplora una città nuova, qui ogni piatto è delizioso!
Dove e cosa mangiare a Bruxelles: un’incredibile scoperta gastronomica
Bruxelles è una città ricca di storia e cultura custodite perfettamente nella sua cucina: un mix affascinante di tradizione belga, influenze francesi e fiamminghe. Tra i piatti tipici ci sono le “moules-frites”, le cozze servite al naturale, con panna o marinate e accompagnate sempre da un’abbondante porzione di patatine fritte. Delizioso è il “carbonade flamande”, uno stufato di manzo e birra, molto simile all’Irish Stew.
Non potrete non provare anche i famosi “cavoletti di Bruxelles” – non storcete il naso, vi vedo – perché potrebbero sorprendervi con il loro sapore.
La capitale belga è famosa per il suo cioccolato pregiato, il cui profumo avvolgente caratterizza ogni angolo della città, invitando i passanti a concedersi una dolce pausa nelle rinomate cioccolaterie. Altro dolce simbolo sono le “Gauffres“, soffici waffle venduti in ogni angolo della città su camioncini dal sapore vintage, come anche gli “Speculoos“, biscotti con spezie tra cui cannella molto simili ai Lotus.
Le birre belghe sono celebri in tutto il mondo per la loro varietà e per delle qualità uniche. La nazione vanta una lunga tradizione brassicola che si riflette perfettamente nella vasta gamma di stili e sapori proposti dalle birre del paese. Tra le tipologie più conosciute ci sono le “trappiste”, ovvero le birre prodotte dai monaci trappisti come la rinomata “Westvleteren 12” e anche le birre d’abbazia come le “Chimay” sono molto apprezzate. Un’altra famosa tipologia è la “lambic”, birra fermentata spontaneamente tra cui spicca la “Gueuze” e la “Kriek”, arricchite rispettivamente da note di agrumi e di ciliegie.
Le birre belghe sono caratterizzate da una complessità aromatica e da un’alta fermentazione. Se siete amanti del genere, concedetevi questa incredibile scoperta.
Non mi resta che dirvi: “Op uw gezonheid!” (Buona salute!)
Cosa vedere nei dintorni di Bruxelles
Nei dintorni di Bruxelles si possono scoprire diverse città o località affascinanti. A pochi chilometri si trova la bellissima città di Bruges, famosa per i suoi canali pittoreschi e i suoi edifici medievali. Altrettanto affascinante è la città di Gand con la sua architettura medievale – perfettamente custodita nel quartiere di Patershol – e dalla sua vivace atmosfera urbana e universitaria.
Se amate la storia, non dimenticate di visitare anche Waterloo, dove si svolse la celebre battaglia nel 1815. Una città di grande fascino è sicuramente Anversa ricca di storia e cultura. Conosciuta per essere il centro mondiale del commercio dei diamanti, Anversa vanta anche un affascinante centro storico caratterizzato dalla grandiosa Cattedrale di Nostra Signora, che ospita opere d’arte di maestri fiamminghi tra cui Rubens.
Conoscevate già Bruxelles? L’avete già visitata o lo farete presto? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!