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  >  Quartieri e Rioni di Roma   >  Villa Farnesina: eleganza rinascimentale e meraviglie artistiche nel cuore di Roma”
Visita a Villa Farnesina, la storia residenza di Agostino Chigi, il banchiere dei Papi, nel quartiere Trastevere. 

Nel cuore del quartiere Trastevere di Roma sorge Villa Farnesina, fatta realizzare agli inizi del ‘500 da Agostino Chigi, un ricco banchiere di origini senesi molto vicino ai pontefici Alessandro VI, Giulio II e Leone X e uno dei più importanti mecenati nel Rinascimento.

La storia di Villa Farnesina

La Villa fu realizzata nel 1506 dall’architetto Baldassarre Peruzzi, per essere inserita perfettamente nel rione Trastevere e arricchita da uno splendido programma decorativo. Come dicevo, il committente della villa fu Agostino Chigi, ma nel corso dei secoli subì numerosi passaggi di proprietà, in particolare nel 1511 passò nelle mani della famiglia Farnese, da cui deriva il nome. Dopo l’acquisizione da parte del cardinale Alessandro Farnese il giovane, la Villa subì una fase di abbandono e fu ceduta occasionalmente a ospiti di rilievo, come il cardinale Richelieu e la regina Cristina di Svezia. Nel 1735 l’edificio divenne proprietà di Carlo IV, re delle Due Sicilie, finché Francesco II di Napoli decise di concedere la villa in enfiteusi per 99 anni all’ambasciatore di Spagna a Napoli, Salvador Bermudez de Castro, duca di Ripalta.

Nel 1927 la Villa fu acquistata dallo Stato italiano, trasformandola nella sede dell’Accademia d’Italia e nel 1944 passò sotto la direzione dell’Accademia Nazionale dei Lincei, che ha la sede nel palazzo di fronte, Palazzo Corsini.

Raffaello, Loggia di Amore e Psiche a Villa Farnesina | © Serena Annese
Particolare di Raffaello, Loggia di Amore e Psiche a Villa Farnesina | © Serena Annese
La Saletta pompeiana di Villa Farnesina | © Serena Annese

Capolavori rinascimentali: la Loggia di Amore e Psiche e la Sala Galatea

La villa fu progettata dall’architetto Baldassarre Peruzzi e decorata a partire dal 1511 da artisti del calibro di Raffaello, Sebastiano del Piombo e dallo stesso Peruzzi. In origine alla villa si accedeva dal lato nord, entrando nella straordinaria Loggia di Amore e Psiche affrescata da Raffaello, che rappresenta proprio la nota novella narrata da un’anziana donna a Lucio – protagonista dell’Asino d’oro di Apuleio.

Oltre alla villa, in origine la proprietà comprendeva l’edificio delle scuderie – disegnato da Raffaello, ma demolito nel 1808 – e vasti giardini. L’edificio centrale ha una pianta a ferro di cavallo, che si apre sul giardino con due ali unite da una loggia – al piano terreno – con cinque archi. La loggia custodisce il dipinto con le Storie di Amore e Psiche – tratte da Apuleio – realizzato nel 1517 da Raffaello e dalla sua scuola.

Agostino Chigi, in quel momento, stava per sposare una fanciulla di umili origini – Francesca Ordeaschi – chiamò, così, Raffaello per far terminare in fretta la decorazione degli ambienti della villa e in particolare per realizzare il ciclo pittorico nella loggia al piano terreno. Raffaello decise di creare una decorazione unica – una narrazione continua – che doveva alludere alle imminenti nozze del banchiere senese.
Scelse così, la favola di Amore e Psiche e per creare anche uno sfondo illusionistico, l’artista decise di trasformare la volta della Loggia in una pergola, per dare la sensazione che la vegetazione del giardino si prolungasse fino all’interno della villa. A concludere la decorazione della Loggia, al centro della volta ci sono due finti arazzi che raffigurano il sontuoso Convito degli Dei e  le nozze di Amore e Psiche.

Sala Galatea a Villa Farnesina | © Serena Annese
Raffaello, Trionfo di Galatea a Villa Farnesina | © Serena Annese
La lunetta monocromatica attribuita a Michelangelo | © Serena Annese

Accanto alla loggia si trova la magnifica Sala Galatea, il cui nome deriva da un altro affresco realizzato da Raffaello, il Trionfo di Galatea. Inizialmente il compito di affrescare la sala fu dato a Baldassarre Peruzzi, ma pochi mesi dopo, Agostino Chigi, forse insoddisfatto di come procedevano i lavori, gli affiancò prima il giovane Sebastiano del Piombo e poi proprio Raffaello.

Nell’affresco di Raffaello, la ninfa Galatea è rappresentata su un carro tirato da delfini. Inoltre, l’artista urbinate si occupò anche di otto delle dieci lunette con rappresentazioni di scene mitologiche, tra cui: Tereo che insegue Filomela e Progne, Dedalo e Icaro, Giunone, Scilla taglia i capelli a Niso, Borea rapisce Orizia e Zefiro e Flora.
La volta è, invece, opera di Baldassarre Peruzzi, che realizzò altri episodi mitologici racchiusi in riquadri geometrici e al centro la personificazione della Fama, che annuncia la gloria terrena del banchiere. A destra Elice – la ninfa del polo celeste – simboleggia il legame tra gli onori terreni e il favore degli astri. Sempre nella Sala Galatea, tra le diverse lunette colorate al di sotto degli affreschi del Peruzzi, ne appare una monocromatica che raffigura la testa di un uomo, in forte contrasto con i colori sgargianti degli affreschi e dei paesaggi che riempiono il resto della sala. Alcuni studiosi attribuiscono questo lavoro a Michelangelo come dispetto verso il rivale Raffaello.

Oltrepassata la loggia, si giunge alla Sala del Fregio, affrescata da Baldassarre Peruzzi nel 1511. L’ambiente era destinato a sala d’aspetto per gli ospiti, ma anche a ospitare importanti cerimonie, come avvenne per la lettura del testamento dei Agostino Chigi. Nel fregio sono raffigurate le dodici fatiche di Ercole e altre imprese dell’eroe, ma anche altri episodi mitologici.

La Sala delle Prospettive: Un Viaggio Illusionistico su Roma

La visita prosegue poi al piano superiore per ammirare la Sala delle Prospettive, qui Peruzzi e i suoi aiutanti realizzarono delle architetture prospettiche meravigliose. In particolare, ai lati della sala, dipinse due finte logge con colonne e archi, da cui si gode di una vista su Roma, sul rione di Trastevere e su un’area agreste. Nella parte alta delle pareti, corre un lungo fregio con scene mitologiche, alternate a finti bassorilievi con erme femminili.

La Sala delle Prospettive di Villa Farnesina | © Serena Annese
La Sala delle Nozze di Villa Farnesina | © Serena Annese
La Gioconda nuda attribuita a Leonardo da Vinci | © Serena Annese

L’ultima sala è quella delle Nozze – la camera da letto di Agostino Chigi e consorte – affrescata nel 1517 da Giovanni Antonio Bazzi, detto il Sodoma, con scene della vita di Alessandro Magno. Nello specifico, la scena più importante è quella che allude all’adempimento nuziale, con Alessandro che offre la corona alla sua sposa, che – circondata da amorini – lo attende su un sontuoso letto a baldacchino. Sono tutti elementi allusivi delle imminenti nozze tra Agostino e Francesca. Infine, a Peruzzi, agli inizi del 1509, fu affidata anche la decorazione pittorica dell’esterno della villa – di cui restano solo dei disegni e alcuni frammenti nei pennacchi della facciata est.

Un’altro piccolo capolavoro è la Saletta pompeiana: che corrisponde alla parte sottostante la prima rampa dello scalone e presenta delle decorazioni ispirate agli esempi antichi, ma realizzate nel 1861-1863 per volere del Duca di Ripalta, Salvador Bermúdez de Castro.

Al momento in una delle sale della villa è possibile ammirare il capolavoro della “Gioconda nuda”, un dipinto a olio su tela derivato dal cartone “Femme nue dite La Joconde nue” del Musée Condé a Chantilly, attribuito a Leonardo da Vinci o alla sua bottega. Il dipinto è stato dato in comodato dalla Fondazione Primoli all’Accademia Nazionale dei Lincei per essere esposta a Villa Farnesina e può essere visito nella Sala Chigi – la sala che ospitava lo studio del banchiere Agostino Chigi. Secondo molti, il dipinto potrebbe essere servito da bozzetto per la famosa “Monnalisa” di Leonardo.

All’esterno della villa si può passeggiare lungo i viali del “giardino segreto“, ispirato all’ “hortus conclusus” di tipo cinquecentesco, che ospita diversi esemplari di alberi ornamentali e da frutto, oltre a diverse tipologie di rosa e a reperti archeologici.

Un episodio curioso: la festa ostentata di Agostino Chigi

Agostino Chigi amava ostentare la sua ricchezza e un episodio avvenuto nel 1518 in occasione del battesimo del primogenito Lorenzo Leone lo conferma. Si racconta, infatti, che il banchiere diede l’ordine di gettare nel Tevere le suppellettili d’oro e d’argento usate per il banchetto in segno di munificenza. In realtà, fu molto “furbo” perché prima di farle gettare aveva fatto stendere segretamente nel fiume delle reti, così da recuperare in seguito il prezioso vasellame. Cosa non si fa per impressionare gli altri?!

Cosa vedere nei dintorni di Villa Farnesina

Nei dintorni di Villa Farnesina sono presenti numerosi luoghi e monumenti di rilievo storico e architettonico. Il più vicino è Palazzo Corsini, che ospita la galleria omonima, ma molto vicina è anche la Basilica di Santa Maria in Trastevere, l’Orto Botanico e camminando per circa 14 minuti, potrete anche raggiungere il Gianicolo, da cui godere di uno splendido panorama su Roma.

Informazioni utili per la visita

Indirizzo: Via della Lungara, 230, 00165 Roma (RM).
Orario: aperta dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 14:00 e ogni seconda domenica del mese dalle 9:00 alle 17:00 con visite guidate solo su richiesta.
Biglietto:
10€ / Per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consulta il sito ufficiale.
Come arrivare: dalla stazione di Termini prendere la linea dell’autobus 40 e scendere alla fermata Chiesa Nuova.

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