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  >  Lifestyle   >  Eventi   >  Picasso. Il linguaggio delle idee: un viaggio tra sperimentazione, memoria e linguaggi al Museo Storico della Fanteria di Roma
La retrospettiva al Museo Storico della Fanteria di Roma racconta un Picasso inedito, tra amici, muse e arti “minori”, fino alla ceramica e al linoleum.

Si è tenuta questa mattina, presso il Museo Storico della Fanteria di Roma, la conferenza stampa dedicata all’inaugurazione della mostra Picasso. Il linguaggio delle idee, che aprirà al pubblico dal 4 ottobre 2024 al 25 gennaio 2026. L’appuntamento si affianca alla rassegna già in corso “Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure.

L’esposizione, curata da Joan Abelló, Marco Ancora e Carlota Muiños, si articola in sei sezioni e raccoglie oltre cento opere. Non una retrospettiva tradizionale, né una rassegna biografica o cronologica, bensì un percorso tematico che indaga il Picasso sperimentatore, il Picasso solidale e soprattutto il Picasso dei linguaggi. L’artista catalano viene restituito nella sua dimensione più intima e sociale: un uomo capace di trasformare materiali “minori” in capolavori e di accogliere nel proprio atelier amici, amanti, poeti e rifugiati politici.

Picasso tra amicizie, muse e impegno civile

La prima sezione della mostra, Picasso, gli amici, le donne, accoglie il visitatore con opere provenienti da prestigiose collezioni internazionali e private. Qui il racconto si concentra sui rapporti personali che alimentarono la sua ricerca creativa. L’artista spagnolo, infatti, non separò mai l’arte dalla vita: le donne amate e gli amici intimi furono protagonisti di una galleria di volti, icone e simboli che si stratificano nell’arco di più decenni.

Un caso emblematico è il dipinto Donna che fuma (1906-1907), attribuito a Fernande Olivier, prima grande compagna e musa del pittore. L’opera, a lungo oggetto di studi e ricerche, anticipa di trent’anni il celebre Ritratto di Dora Maar del 1937, mostrando sorprendenti affinità formali. Qui si coglie uno degli aspetti più affascinanti della pratica picassiana: la capacità di intrecciare i tratti delle proprie donne, sovrapponendo identità, sentimenti e sperimentazioni.

La Olivier non fu soltanto modella: pittrice lei stessa, esercitò un ruolo attivo nella formazione di Picasso durante gli anni del Bateau-Lavoir. John Richardson sottolinea il suo talento, mentre la mostra mette in luce quanto i rapporti sentimentali abbiano alimentato la poetica del pittore, fino a forgiare archetipi iconografici che ritornano ciclicamente nei suoi lavori.

Tecniche popolari, risultati d’avanguardia: i linoleum

La seconda sezione, I linoleum, una nuova scoperta, documenta il periodo tra il 1958 e il 1963, quando Picasso sperimentò questa tecnica di stampa generalmente considerata “popolare”. Con l’aiuto dello stampatore Arnèra, l’artista ne sovvertì i limiti, trasformandola in un linguaggio innovativo e sorprendente.

La serie dei Linoleos rivela un tratto fresco, diretto, quasi istintivo, reso possibile dall’immediatezza dell’incisione sul materiale morbido, utilizzando una sola matrice. Se l’incisione tradizionale richiedeva forza e precisione, il linoleum gli consentì una libertà nuova, che riflette appieno la sua inesauribile curiosità per le tecniche meno convenzionali.

In mostra sono esposti venti lavori provenienti dalla Fundación Museo de Artes do Gravado á Estampa Dixital della Galizia: un corpus raro, mai presentato in Italia in maniera così estesa, che testimonia la volontà di Picasso di fare di ogni supporto un territorio di sperimentazione.

Fernande Olivier, (Part.) Donna che fuma, 1906-07 ca. Olio su tela, Collezione privata, Firenze
Woman Lamp, Pablo Picasso, 1955, ceramica, Collezione privata
Carnet de la Coruña, 107 elementi, Reproduction after a work by Pablo Picasso, 1895, Edizione facsimile del 1971, Museo Picasso de la Coruña.

Roma 1917: i Balletti Russi e il viaggio in Italia

Il legame tra Picasso e l’Italia viene evocato nella terza sezione, Le Tricorne, dedicata all’esperienza con i Balletti Russi di Sergej Diaghilev. Nel 1917, l’artista affittò uno studio in via Margutta a Roma, dove ideò costumi e scenografie per Parade e successivamente per El sombrero de tres picos (Le Tricorne).

Questi lavori rivelano una contaminazione fertile: la tradizione popolare spagnola si intreccia con la vivacità cromatica mediterranea e con il gusto per la decorazione teatrale. È qui che Picasso conobbe la ballerina Olga Khokhlova, che divenne sua moglie e compagna fino al 1935.

I fototipi e i disegni preparatori esposti a Roma testimoniano l’eclettismo di un artista che concepiva gli stili come strumenti per reinventare continuamente il linguaggio.

L’ultima stagione: fotografie e manifesti

La quarta sezione raccoglie manifesti e fotografie degli ultimi anni, realizzati dagli amici Edward Quinn e André Villers. Sono immagini intime, che mostrano Picasso nella quotidianità domestica, ma anche nei momenti pubblici delle sue mostre e passeggiate.

Accanto a esse, i manifesti da lui stesso disegnati rivelano l’impatto esercitato dall’arte di Toulouse-Lautrec, che lo aveva colpito nei suoi primi soggiorni parigini. Questi materiali, spesso considerati “minori”, si rivelano in realtà chiave di lettura fondamentale: raccontano un Picasso che si confronta con la grafica e la comunicazione visiva, anticipando l’arte pubblicitaria e il design moderno.

Origini di un genio: i disegni giovanili

Il Carnet de la Coruña (1895), presentato nella quinta sezione, offre uno sguardo inedito sul Picasso adolescente. Si tratta di 107 disegni realizzati tra i tredici e i quattordici anni, qui esposti in facsimile. Un corpus che rivela un precoce talento per il segno, già dotato di maturità sorprendente.

Questi fogli, provenienti dal Museo Picasso di La Coruña, consentono di comprendere la continuità del gesto picassiano: dalla formazione accademica alla radicale trasformazione delle avanguardie.

Ceramica e arti applicate: il laboratorio di Vallauris

La mostra si chiude con una sezione dedicata alle cosiddette arti minori. Negli anni Quaranta e Cinquanta, Picasso collaborò con il laboratorio Madoura di Vallauris, dove realizzò centinaia di manufatti in ceramica. Vasi, piatti, placche e sculture traducevano in forme tridimensionali i motivi ricorrenti della sua pittura: tori, arlecchini, donne e animali.

In questo campo, come nei linoleum, l’artista spagnolo dimostrò come l’arte non fosse per lui una gerarchica: ogni tecnica e ogni materiale poteva trasformarsi in linguaggio universale.

La mostra romana propone una lettura critica e originale: Picasso come uomo dei linguaggi, ponte tra amici e muse, tra arti “alte” e arti “minori”, tra impegno politico e sperimentazione formale. Un’occasione unica per osservare l’artista spagnolo da una prospettiva nuova, più complessa e umana.

Visiterete presto la mostra Picasso. Il linguaggio delle idee al Museo Storico della Fanteria dell’Esercito Italiano di Roma? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!

Informazioni utili per la visita

Indirizzo: Museo Storico della Fanteria dell’Esercito Italiano.
Piazza Santa Croce in Gerusalemme 7, 00182 Roma (RM).

Orari: dal 4 ottobre 2025 al 25 gennaio 2026 dal lunedì al venerdì dalle 09:30 alle 19:30, sabato, domenica e festivi dalle 09:30 alle 20:30. Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.
Biglietti: 15€ (Weekend e festivi), 13€ (Feriali) / per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito ufficiale.

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