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  >  Lifestyle   >  Eventi   >  Il Museo Storico della Fanteria di Roma celebra il maestro del surrealismo: Joan Miró in mostra fino al 2025
Dalla curatela di Achille Bonito Oliva, Maïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo nasce “Mirò - Il costruttore di sogni”, in mostra al Museo Storico della Fanteria fino 23 febbraio 2025.


Roma accoglie l’arte di Joan Miró con un evento imperdibile: dal 14 settembre 2024 al 23 febbraio 2025, il Museo Storico della Fanteria ospita la mostra “Mirò – Il costruttore di sogni”. Un viaggio nell’immaginario unico del geniale pittore, ceramista e scultore catalano, reso possibile grazie ai prestiti da musei spagnoli e francesi che arricchiscono l’esposizione con pezzi di assoluto rilievo.

Miró: vita e opere di un visionario senza tempo

Nato a Barcellona il 20 aprile 1893, Joan Miró i Ferrà si spegne invece a Palma di Maiorca il 25 dicembre 1983, lasciando un’eredità artistica che ha attraversato tutto il Novecento e ha contribuito in maniera unica all’evoluzione dell’arte contemporanea. Dalla formazione artistica a Barcellona alla Scuola di Belle Arti La Llotja e alla Scuola di Arte e Mestieri, la carriera di Miró viene segnata da ostacoli iniziali: problemi di salute e obblighi militari lo allontanano momentaneamente dall’arte, ma trovano compensazione nell’ispirazione della campagna di Mont-roig del Camp, luogo di rinascita e fonte d’influenza cruciale per il suo stile.

Joan Miró, Serie di 6 piatti, Senza Titolo, Collezione Privata di Parigi | © Serena Annese
Joan Miró, litografia per accompagnare i versi di “Parler Seul” del poeta dadaista Tristan Tzara | © Serena Annese
Joan Miró, Personnage Dans La Nuit III, 14 luglio 1965 | © Serena Annese

Trasferitosi a Parigi nel 1920, Miró entra in contatto con figure di spicco come Pablo Picasso, André Breton e Tristan Tzara. I primi esperimenti ispirati al fauvismo e al cubismo lasciano spazio a un’espressione stilistica che mescola astrazione e surrealismo, sfidando qualsiasi etichetta tradizionale. È in questo periodo che Miró –  definito dal poeta Jacques Prévert come “un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni” – esplora il surrealismo. 

Tra sperimentazione e provocazione: Miró l’anti-arte

Durante la Guerra Civile Spagnola e la Seconda Guerra Mondiale, Miró resta saldo nel proprio impegno creativo, riflettendo il tumulto storico in opere come “Notte d’angoscia” del 1939. Dopo la guerra si stabilisce a Maiorca, dove intensifica l’esplorazione di nuovi media, dalla ceramica alla scultura monumentale. Tra le sue opere pubbliche più celebri, spicca il murale per l’UNESCO a Parigi del 1958, testimonianza del riconoscimento internazionale del suo lavoro.

Miró si è distinto per l’uso libero dei materiali: tele, cartoni, pezzi di ferro, qualsiasi cosa diviene opera d’arte nelle sue mani. Questo spirito innovativo lo porta a creare collage, sculture, litografie, scenografie e arazzi, spinto dall’obiettivo di rinnegare l’arte tradizionale esplorando tecniche sempre più radicali e sfidando l’immagine per trasmettere pura emozione. Miró è stato definito “il più surrealista tra i surrealisti” da André Breton, grazie al suo impegno nella “rivoluzione del sogno”, usando colori vivi e forme astratte per trasformare l’infanzia e l’immaginazione in linguaggio universale.

Man Ray, Cadeaux | © Serena Annese
Joan Miró, Manifesto per la Galerie Maeght | © Serena Annese
Joan Miró, litografie | © Serena Annese

Una retrospettiva in otto sezioni: un percorso tra colore, segno e materia

L’esposizione in corso al Museo Storico della Fanteria di Roma raccoglie circa 140 opere, realizzate tra il 1924 e il 1981 e divise in otto aree tematicheLitografie, Manifesti, Poesia, Ceramiche, Derrière le Miroir, Pittura, Musica, Miró e i suoi amici – che raccontano un artista poliedrico. 

Il percorso espositivo rende omaggio alla collaborazione tra Miró e la rivista “Derrière le Miroir”, pubblicata dalla celebre galleria Maeght, che ha accompagnato molti dei suoi esperimenti grafici più audaci. La rivista ha rappresentato per Miró un terreno fertile per esplorare i limiti della stampa e del colore, aprendo nuovi orizzonti espressivi.

Tra le opere esposte risaltano le preziose litografie realizzate con il maestro stampatore Fernand Mourlot, il cui contributo tecnico e artistico ha garantito una qualità di stampa ineguagliabile, capace di restituire l’intensità cromatica tipica dell’universo di Miró. Tra le litografie ci sono quelle realizzate per accompagnare i versi di “Parler Seul” del poeta dadaista Tristan Tzara, un’opera del 1950 che rivela la sintonia tra le suggestioni oniriche della poesia di Tzara e la sensibilità visiva di Miró, entrambe tese a evocare mondi lontani e irraggiungibili.

In mostra anche ceramiche dipinte a mano, emblema della volontà di Miró di rompere i confini tra le arti. Una sezione speciale – intitolata “Miró e i suoi amici” – include opere e documenti che testimoniano le relazioni di Miró con i protagonisti del panorama artistico e letterario del suo tempo. Qui fotografie di Cohen e Bertrand, opere di Man Ray, Picasso e Dalí, oltre a testi di poeti come Breton, Éluard, Chair e Tzara, rivelano la fitta rete di legami che univa Miró a molti artisti d’avanguardia. 

Joan Miró, Lithographie XI, 1972 | © Serena Annese
Joan Miró, Le Chanteur D’Opéra, 1977/1989 | © Serena Annese
Joan Miró, Deux Personnages, 26 ottobre 1937 | © Serena Annese

L’arte di Miró si colloca oltre il visibile e lascia spazio all’immaginazione più pura: nelle sue opere, ogni segno e ogni colore obbediscono a un ritmo interiore, quasi musicale, che dà forma alla gioia, al gioco e alla fantasia. L’allestimento invita a immergersi in questo universo fatto di sogni e visioni: non semplici immagini, ma evocazioni di un altro mondo, dove l’artista catalano dà forma a un vocabolario proprio, slegato dalla realtà e permeato da una sensibilità visionaria.

Curata da Achille Bonito Oliva, Maïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo, la mostra è patrocinata dall’Ambasciata di Spagna in Italia, dall’Instituto Cervantes di Roma, dalla Regione Lazio e dalla Città di Roma. Un evento che si preannuncia come una delle celebrazioni più analitiche dell’opera di Miró, offrendo un panorama affascinante su un maestro che ha saputo rivoluzionare l’arte del Novecento.

Avete già visto la mostra “Miró – Il costruttore di sogni” al Museo Storico della Fanteria a Roma o lo farete presto? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!

Informazioni utili per la visita

Indirizzo: Piazza di S. Croce in Gerusalemme 9, 00182 Roma (RM)
Orari: visitabile dal 14 settembre 2024 al 23 febbraio 2025 da lunedì a venerdì dalle 9:30 alle 19:30, sabato, domenica e festivi dalle 9:30 alle 20:30. Ultimo ingresso 30 minuti prima dell’orario di chiusura. 
Biglietti: 10€ nei feriali / 13€ nei weekend e festivi / l’audioguida ufficiale è inclusa nel costo del biglietto.

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