
Carcassonne: due giorni alla scoperta della cittadina francese Patrimonio dell’Umanità UNESCO
Un breve itinerario per visitare Carcassonne in due giorni tra natura, arte e deliziosi piatti della tradizione.
Carcassonne è considerata come il simbolo per eccellenza del Medioevo europeo, benché sia stata in gran parte ricostruita nel corso del XIX secolo. La città si divide in due anime distinte: la Cité – la storica cittadella medievale con le sue imponenti fortificazioni – e la Ville Basse, il cuore pulsante della città moderna, ricca di attrazioni e alberghi.
La Cité de Carcassonne, con le sue 52 torri e le mura tortuose – che si estendono per oltre tre chilometri – incarna un’ideale architettonico di storia e fascino.
Inserita nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, Carcassonne continua a esercitare un’attrazione magnetica su coloro che cercano di immergersi in un’atmosfera Medioevale.
Indice
Cenni storici su Carcassonne
Fondata intorno al 100 a.C. dai Romani con il nome di Julia Carcaso, poi divenuta Carcasum. Nel VII secolo, i Visigoti ne presero il controllo, rafforzandone le difese con imponenti bastioni, ancora visibili tra le mura della Cité e trasformandola in un nodo cruciale per le potenze che lottavano per il controllo della regione. Furono i signori Trencavel a imprimere il loro marchio indelebile, erigendo il maestoso Château Comtal e la Basilica di Saint-Nazaire.
Carcassonne fu un crocevia di battaglie, legata alla Crociata albigese. All’alba del XIII secolo era una roccaforte dei Catari, ma nell’agosto del 1209, l’esercito crociato di Simon de Montfort assediò la città, costringendola alla resa. Conquistata dai francesi, divenne un bastione strategico al confine con il Regno d’Aragona. Né la rivolta del figlio di Trencavel nel 1240, né altre insurrezioni riuscirono a strapparla al dominio della Corona di Francia: nel 1247, sottomessa definitivamente, Luigi IX fondò la città nuova al di là del fiume, mentre lui e il suo successore, Filippo III, rinforzarono le imponenti mura esterne.
Con il Trattato dei Pirenei del 1659 – che spostò i confini francesi più a sud – improvvisamente Carcassonne perse il suo valore militare e le sue fortificazioni caddero in rovina, mentre la città si reinventava come centro economico, fiorendo grazie all’industria tessile. Nel XIX secolo la situazione della Cité non era delle migliori, fu in quel momento che l’architetto Eugène Viollet-le-Duc avviò un restauro che le restituì lo splendore d’un tempo.



La leggenda di Dame Carcas: il mito che ha dato nome a Carcassonne
Nel cuore della città fortificata di Carcassonne aleggia la leggenda di Dame Carcas, la donna che, con astuzia e determinazione, avrebbe salvato la sua terra da un assedio implacabile. Si narra che fosse la moglie di Ballak, principe saraceno di Carcassonne, caduto in battaglia contro le forze di Carlo Magno. Rimasta sola, senza più il suo signore, Dame Carcas non si arrese al destino: fu lei a prendere il comando della difesa, opponendo alla potenza franca l’arma dell’ingegno.
Mentre l’esercito di Carlo Magno stringeva la città in una morsa d’acciaio, la principessa ideò un inganno audace: fece costruire manichini di legno e li dispose lungo le torri, affinché il nemico credesse che la città fosse ancora popolata da soldati in armi. Così, per cinque lunghi anni, Carcassonne resistette contro l’assedio.
Ma arrivato il sesto anno le scorte diminuirono, l’acqua scarseggiava e il popolo stremato guardava con timore alla fine ormai prossima. Fu allora che Dame Carcas ebbe un’altra intuizione folgorante. Ordinò un inventario delle ultime risorse rimaste: un sacco di grano e un maiale, un animale che i musulmani non consumavano. Se quello era tutto ciò che restava, allora sarebbe stato trasformato in un’arma. Fece nutrire il maiale con il grano e lo fece gettare giù dalle mura, proprio davanti all’accampamento nemico. Gli assedianti osservarono increduli la carcassa dell’animale rotolare a terra: se dentro la città si poteva ancora permettere di sprecare cibo in quel modo, allora il loro sforzo era stato vano. Carlo Magno, convinto che la fortezza fosse ancora traboccante di provviste, ordinò il ritiro delle truppe. Dame Carcas diede il comando di far suonare a festa tutte le campane della città. Udendo quel rintocco trionfale, un uomo dell’armata franca si voltò e mormorò: “Carcas sonne!“. Così, secondo la leggenda, nacque il nome della città.
Cosa vedere nella Cité di Carcassonne – PRIMO GIORNO
Il cammino per esplorare la città medievale inizia dalla maestosa Porte Narbonnaise, imponente varco orientale sorvegliato da due torri gemelle e un antico ponte levatoio. Costruita intorno al 1280 e rivolta verso Narbonne, questa porta monumentale è protetta dalla barbacane Saint-Louis. Sopra l’arco, una nicchia ospita una statua della Vergine, a vegliare sui viandanti.
Porte Narbonnaise, ad est, non è l’unico antico accesso alla Cité, a sud c’è Porte Saint-Nazaire, che si distingue per le sue torri imponenti, progettate per proteggere la chiesa da eventuali attacchi, la sua forma attuale è il risultato del restauro ottocentesco firmato da Viollet-le-Duc, che tra il 1864 e il 1866 ne ridisegnò l’assetto. Ad ovest c’è Porte de l’Aude, nelle vicinanze del Castello Comtal, che deve molto agli interventi stilistici di Viollet-le-Duc, che ne accentuò il fascino romantico. Infine, a nord c’è Porte du Bourg, più modesta rispetto alle altre e incorniciata da due torri.
Superata Porte Narbonnaise ci si trova immersi in un labirinto di viuzze acciottolate, dove il profumo di pane appena sfornato si mescola all’aroma pungente delle erbe aromatiche esposte nelle botteghe e nelle taverne.



Viaggio nello splendido Château Comtal
Percorrendo Rue Cros Mayrevieille si raggiunge lo Château Comtal. Costruito nel XII secolo dai visconti Trencavel – dominatori del Midi – il castello dei Conti di Carcassonne fu dapprima una residenza nobiliare, poi un bastione inespugnabile. Quando le guarnigioni reali vi si insediarono, l’architettura si arricchì di un sistema difensivo sofisticato: ponti mobili, saracinesche, bertesche. Con le sue nove torri – tra cui la Torre delle Pinte – la fortezza è circondata da un doppio recinto, parte del quale risale all’epoca gallo-romana. I soffitti affrescati delle sale nobili, le collezioni di reperti gotici e romanici, il fossato ancora visibile: tutto riporta al periodo Medioevale.
Percorrendo la doppia cinta difensiva – lunga 3km e coronata da ben 52 torri – che circonda la cittadella e salendo sui bastioni, lo spettacolo diventa mozzafiato: davanti agli occhi si apre la sconfinata pianura dell’Aude, con la città bassa che si distende ai piedi delle antiche mura. Qui si possono ricostruire le profonde cicatrici lasciate dalla guerra contro i catari. Nel 1209 le truppe crociate devastarono Béziers e poi si mossero su Carcassonne, cuore della resistenza. Il visconte Raymond-Roger Trencavel difese strenuamente la sua città, ma alla fine fu costretto alla resa. La fortezza passò sotto il controllo reale, divenendo ancora più imponente e sofisticata nelle sue difese.
Nel XIX secolo, l’architetto Eugène Viollet-le-Duc riportò il castello e le mura all’antico splendore, con un restauro che oggi ci permette di ammirare una delle cittadelle medievali meglio conservate al mondo.
Indirizzo: 1 Rue Viollet le Duc, 11000 Carcassonne
Orari: aperta tutti i giorni dalle 9:30 alle 17:00.
Biglietto: 13€ / per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito.
Per la pausa pranzo non c’è posto migliore di La Demeure du Cassoulet (7 Pl. du Grand Puits), a pochi passi dalle mura fortificate. Si tratta di un ristorante che celebra con orgoglio l’emblema della gastronomia locale: il cassoulet. Qui la tradizione si fa arte, con ricette che rispettano la storia e l’origine del piatto, ottenendo persino il marchio di qualità “Tables & Auberges de France”. Dalla versione classica alle rivisitazioni più creative, ogni cassoulet è preparato con ingredienti locali e servito nella tipica cassole di terracotta, realizzata artigianalmente con la terra di Issel. Il menù degustazione propone un percorso nei sapori francesi, con piatti curati nei minimi dettagli: dai medaglioni di maiale con purè e salsa al camembert, fino ai dolci che chiudono l’esperienza con un tocco goloso. Secondo molti, qui si trova il miglior cassoulet di Carcassonne.



Basilica di Saint-Nazaire: tesoro di Carcassonne
Dopo il gustoso pranzo, proseguiamo lungo le salite acciottolate della Cité per visitare la bellissima Basilica di Saint-Nazaire. Nel VI secolo – sotto il regno di Teodorico, sovrano dei Visigoti – fu realizzata una prima chiesa in quest’area; tuttavia fu solo nel 925, durante l’episcopato di Gimer, che la storia della Chiesa di Santa Maria e del Salvatore, situata originariamente nel sobborgo, acquisì la forma definitiva.
Nel XII secolo la chiesa originale fu sostituita da un edificio romanico, consacrato da Papa Urbano II il 11 giugno 1096, al ritorno da Clermont, dove aveva proclamato la prima Crociata. Purtroppo, l’edificio romanico ebbe vita breve, cadendo sotto l’assedio delle truppe settentrionali che cambiarono il corso politico della città. Nel 1269 un architetto proveniente dal nord supervisionò l’espansione della cattedrale in stile gotico, salvando solo la navata per la mancanza di finanziamenti. L’armoniosa fusione di stili è ancora visibile oggi: la severità della navata romanica incontra la verticalità gotica del transetto e dell’abside.
Saint-Nazaire rimase cattedrale fino al 1803, quando il vescovo de la Porte decise di spostare la sede nella città bassa, presso la chiesa di Saint-Michel. La cittadella medievale si spopolò e Saint-Nazaire rischiò l’abbandono. Nel 1898, Papa Leone XIII elevò Saint-Nazaire a Basilica Minore.
Fu solo nel XIX secolo che l’architetto Eugène Viollet-le-Duc intervenne per riportarla allo splendore iniziale, restaurando le facciate e ridando vita alla sua maestosità perduta.
Appena si varca il portale della Basilica di Saint-Nazaire lo sguardo è attratto immediatamente dalla maestosità delle vetrate, considerate tra le più belle del sud della Francia. Veri e propri arazzi di luce, che raccontano storie sacre. Qui si verifica un fenomeno straordinario quando la luce del sole investe le vetrate, trasforma i pilastri e i pavimenti della chiesa in un intreccio di tessere colorate e luminose. Inoltre, il rosone nord – risalente al XIII secolo – cattura il sole del mattino con tonalità fredde, evocando il ciclo solare. Il rosone sud – del XIV secolo – si illumina al tramonto con colori caldi, completando il quadro di luce.
Le tre navate della chiesa sono sorrette da pilastri alternati, rotondi e quadrati, fiancheggiati da colonne cilindriche e capitelli scolpiti di varie forme. Nel coro, le colonne sono adornate con statue dei dodici apostoli, un dettaglio raro e prezioso. La basilica ospita anche le tombe di vescovi illustri, come Pierre de Rochefort e Guillaume Razouls.
Indirizzo: La Cité, Pl. Saint-Nazaire, 11000 Carcassonne
Orari: è aperta da lunedì a sabato dalle 9:00 alle 18:30, la domenica dalle 9:00 alle 10:45 e dalle 12:30 alle 18:30.
Biglietto: ingresso gratuito.
Per un aperitivo o – perché no – per una cena leggera raggiungiamo Le Bar à Vins de la Cité (6 Rue du Plo), un interessante wine bar con un intimo cortile interno, lontano dal frastuono dei vicoli più affollati. Si presenta come un’oasi di tranquillità incorniciata da mura di pietra e imponenti alberi secolari. Qui sono proposte tapas originali come il pollo tikka masala, la mozzarella impanata, o anche abbondanti taglieri, accompagnati da un delizioso calice di vino locale. Il servizio è rapido, cortese e attento ai dettagli. Perfetto anche per un pranzo leggero, con piatti che vanno dalle gustose vellutate di prodotti stagionali agli ottimi hamburger; e con disponibilità di opzioni senza glutine.



Cosa vedere nella Ville Basse di Carcassonne – SECONDO GIORNO
La città bassa di Carcassonne e la Cathédrale Saint-Michel
Il secondo giorno lo dedichiamo alla scoperta della Bastide Saint-Louis, la vivace città bassa di Carcassonne fondata nel 1260. Il suo cuore è Place Carnot, con la sua fontana di Nettuno e i caffè che ne animano i portici. Qui si incontrano viaggiatori e abitanti, tra le bancarelle del mercato settimanale e le vetrine delle botteghe artigiane.
La prima sosta però la facciamo alla Boulangerie–Pâtisserie Papineau, tappa obbligatoria per chiunque voglia assaporare la vera arte della pasticceria francese. Il viaggio tra i sapori inizia con i loro iconici rolls di croissant, declinati in varianti irresistibili come pistacchio e pralinato. Ma la scoperta non finisce qui: la brioche suisse, con il suo ripieno generoso di crema e gocce di cioccolato, è una rivelazione; come anche i croissant, perfettamente sfogliati e dorati. Tra le altre delizie, sono da provare il pasticcino al cioccolato e arachidi, i fragranti triangoli alle mele e la cremosa tarte aux pommes. Il servizio è sempre accompagnato da un sorriso, un’accoglienza che rende ogni visita ancora più piacevole. La boulangerie non offre posti a sedere, ma basta poco per trovare un angolo suggestivo dove gustare le proprie scelte su una delle panchine della vicina Place Carnot.
Nella città bassa di Carcassonne, tra vicoli acciottolati e ampie piazze, si trova la Cathédrale Saint-Michel, classificata monumento storico dal 1886. La sua origine risale al 1247, quando Luigi IX – il santo re di Francia – volle dare nuova vita a questo quartiere devastato poco prima da Raimondo II di Trencavel. Per gli abitanti che si stabilirono oltre il fiume Aude, il sovrano fece erigere due chiese, ai margini della nuova città fortificata: Saint-Michel e Saint-Vincent. In particolare Saint-Michel fu concepita in stile gotico meridionale – austera e slanciata – con la sua imponente navata unica e le absidiole che affiancano all’abside centrale.



La pace non durò a lungo e nel 1355 l’ombra del Principe Nero si abbatté su Carcassonne. Il condottiero inglese, figlio del re Edoardo III, saccheggiò e incendiò la città, lasciandosi dietro rovine fumanti. In seguito fu costruito un bastione a ridosso della facciata meridionale della chiesa. Nel XVIII secolo la struttura in legno che copriva il santuario lasciò posto a una solida volta, rendendo l’edificio ancora più imponente; dal 1803 Saint-Michel assunse anche il ruolo di cattedrale, sostituendo la storica Saint-Nazaire. Nel 1849 un devastante incendio ne compromise di nuovo la struttura. Fu allora che il geniale architetto Eugène Viollet-le-Duc prese in mano il destino della cattedrale, dedicando quasi vent’anni a riportarla alla sua antica grandezza.
La facciata è dominata da un rosone di otto metri di diametro, unico elemento decorativo che filtra la luce creando suggestivi giochi cromatici. All’interno la navata si slancia fino a venti metri di altezza, incorniciata da cappelle laterali e impreziosita da vetrate del XIV secolo, restaurate dopo l’incendio. Oggi al suo interno si può ammirare l’altare settecentesco – opera raffinata di Jean-Baptiste Péru di Avignone – un intreccio di marmi policromi, angeli adoranti e un tetramorfo scolpito con straordinaria maestria, che regge il tabernacolo.
Indirizzo: 52 Rue Voltaire, 11000 Carcassonne
Orari: aperta da martedì a sabato dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 17:00, la domenica dalle 10:00 alle 12:30. Chiusa lunedì.
Biglietto: ingresso gratuito.
Les Halles Prosper Montagné: lo storico mercato coperto di Carcassonne
A pochi passi dalla Cathédrale Saint-Michel e dalla vivace Place Carnot, si trova il mercato coperto Les Halles Prosper Montagné. Costruito nel 1768 e successivamente rinnovato nel XIX secolo, questo elegante edificio in pietra antica rappresenta il fulcro della tradizione gastronomica locale. Dal martedì al sabato, il mercato coperto si anima di colori, profumi e voci di commercianti. Un omaggio a Prosper Montagné, maestro di Carcassonne e autore del primo dizionario gastronomico Larousse, pubblicato nel 1938. Una delle sue massime più celebri è: “On ne fait du bon qu’avec du très bon” – ‘solo con il meglio si ottiene l’eccellenza’.
Una vera e propria celebrazione della cucina del sud-ovest della Francia: macellai, salumieri, pescivendoli, fruttivendoli, pollaioli e ristoratori offrono il meglio della produzione locale; soprattutto nei mesi invernali, quando gli stand si riempiono di anatre, foie gras, capponi e polli. Uno dei nomi più emblematici delle Halles è infatti Maison Cathala, una vera istituzione della macelleria locale.



Qui non c’è solo la tradizione, ma anche un’ottima offerta che si apre a nuove influenze, come dimostra Maison Ferreira, una boutique gourmet gestita da Marianne Billard e suo marito, portando i sapori autentici del Portogallo nel cuore di Carcassonne. Inoltre, il mercato coperto si espande anche all’aperto in Place Carnot, nei giorni di martedì, giovedì e sabato.
Indirizzo: Halles Prosper Montagné, Pl. d'Eggenfelden, 11000 Carcassonne
Orari: aperto da martedì a giovedì dalle 8:00 alle 14:00, venerdì dalle 8:00 alle 14:30 e sabato dalle 7:30 a 14:30. Chiuso lunedì e domenica.
Dopo aver esplorato la Ville Basse, raggiungiamo Pont Vieux, il vecchio ponte che collega la parte alta e bassa di Carcassonne, da cui si gode di una vista straordinaria: la silhouette della Cité si specchia nelle acque calme del fiume Aude, in un equilibrio perfetto tra Medioevo e modernità.
Infine, un altro angolo da non perdere è il Canal du Midi, il capolavoro di ingegneria del XVII secolo che collega il Mediterraneo all’Atlantico, anch’esso Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Percorrendolo a piedi o in barca, si ha la possibilità di scoprire un volto più intimo di Carcassonne, tra alberi secolari e chiuse che scandiscono il lento fluire dell’acqua.
Per il pranzo ritorniamo nella Cité per fermarci da Comte Roger (14 Rue Saint-Louis), che si distingue per la sua raffinata interpretazione della cucina del sud della Francia. Qui il cassoulet viene preparato con un’attenta cura, la sua combinazione di fagioli bianchi, maiale, boudin noir e salsa sprigiona sapori profondi e appaganti. La carta dei vini è ben selezionata, con proposte che valorizzano il territorio.



Cosa mangiare a Carcassonne
Il percorso gastronomico a Carcassonne inizia con i pâtés di foie d’oie o di canard, deliziosi paté di fegato. Si prosegue con la salade d’artichaut au foie sec, un’insalata raffinata arricchita dal paté di fegato, che unisce la freschezza degli ortaggi all’intensità dei sapori locali. Ma il viaggio culinario in Occitania tocca l’apice con il leggendario cassoulet, uno stufato generoso nato nelle cucine di Carcassonne, Tolosa e Castelnaudary. Preparato con fagioli bianchi e una selezione di carni – montone, maiale, anatra o salsiccia di fegato d’oca – questo piatto trae il suo nome dal recipiente di coccio – la cassole – che conferisce un’aroma unico a ogni boccone.
Proseguendo, ci sono le escargots à la Languedocienne – lumache cucinate con cipolle e prosciutto – e la bourride de bages, un delicato piatto di pesce con rana pescatrice e verdure croccanti. Per concludere in dolcezza, il flan de Saint-Jean du Minervois – un budino di uova e vino moscato locale – e i rinomati vini di Carcassonne – dai robusti Corbières ai fruttati Saint-Jean de Minervois.
Come arrivare a Carcassonne
In aereo: il viaggio verso Carcassonne può iniziare atterrando all’aeroporto di Salvaza, situato a soli3 km dalla città. Piccolo ma efficiente, lo scalo è collegato al centro da una comoda navetta – circa 5€ a persona – che include un’ora di accesso ai trasporti pubblici cittadini per chi desidera proseguire l’esplorazione.
Per chi arriva dall’Italia o da più lontano, una valida alternativa è l’aeroporto di Tolosa-Blagnac, a circa 92 km di distanza. Da qui, si può raggiungere Carcassonne con una navetta fino al centro di Tolosa, seguita da un comodo viaggio in treno. Gli orari aggiornati sono consultabili sul sito delle ferrovie francesi.
In treno: Carcassonne è fornita da stazione ferroviaria, Gare SNCF Carcassonne, dove fermano treni regionali e la rete ad alta velocità TGV. I collegamenti con Tolosa sono frequenti, mentre treni diretti permettono di raggiungere città come Bordeaux, Montpellier, Marsiglia e persino Parigi.
In auto: per chi ama i viaggi on the road, Carcassonne si trova lungo l’autostrada A61, nota come Autoroute des Deux Mers, che collega Bordeaux e la costa atlantica a Narbonne e alla Riviera del Mediterraneo.
Arrivando dall’Italia, il tragitto segue un percorso panoramico lungo la A10 da Ventimiglia, per poi proseguire sulla A8 attraverso le meraviglie della Riviera Francese – Nizza, Cannes, Antibes, Aix-en-Provence e Marsiglia. Da qui, si continua sulla A7 e A54, poi lungo la E15 verso Tolosa, imboccando la A9 all’altezza di Nîmes. Dopo aver attraversato Montpellier, Béziers e Narbonne, la A61 conduce direttamente all’uscita 24, sulla N113, che porta dritto nel cuore di Carcassonne.
Muoversi in città: una volta arrivati, spostarsi a Carcassonne è molto semplice. La stazione principale degli autobus si trova in Place Gambetta, da cui parte una navetta ogni 15 minuti nei mesi estivi (giugno-settembre), collegando la Cité medievale con la Bastide Saint-Louis.
Per chi viaggia in auto, i principali parcheggi sono Parking André Chénier e Parking des Jacobins, strategicamente posizionati per esplorare la città senza pensieri.



Quando andare a Carcassonne
Carcassonne nei mesi estivi rivela il suo fascino più vibrante e, talvolta, travolgente. Per assaporare appieno questa esperienza senza il frastuono del pienone estivo, è consigliabile visitarla prima delle 09.30 del mattino. In quelle ore il centro si presenta semi-deserto e con il lusso di trovare agevolmente un posto dove parcheggiare. Durante l’estate, il clima varia: a volte la città accoglie con un tepore gradevole, altre volte, soprattutto tra fine giugno e fine agosto, abbraccia con un calore intenso e generoso. Per coloro che desiderano godere dell’atmosfera più dolce e temperata di Carcassonne, i mesi ideali sono maggio, settembre e ottobre.
Conoscevate già Carcassonne? L’avete già visitata o lo farete presto? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!