Due giorni a Étretat: guida alla perla costiera della Normandia
Cosa vedere in uno dei villaggi più belli dell'Alta Normandia. Le famose falesie e le altre attrazioni imperdibili da vedere in due giorni a Étretat, uno dei villaggi più affascinanti della Côte d’Albâtre.
Étretat è un grazioso e piccolo villaggio di pescatori dove il paesaggio sembra dialogare con cielo e mare in un perpetuo gioco di luci e colori. Una delle destinazioni costiere più affascinanti della costa dell’Alta Normandia – affacciata sul Canale della Manica – lungo la famosa Costa di Alabastro (Côte d’Albâtre), un meraviglioso tratto costiero lungo circa 130 km che si estende dalla cittadina di Dieppe fino a Le Havre caratterizzata da ripide scogliere di gesso, sormontate da prati verdissimi.
Osservando le affascinanti falesie di Étretat, si è spinti ad osservare un rispettoso silenzio; qui solo il mare può far udire la sua presenza. Di seguito trovate la guida con i posti più belli e imperdibili di Étretat che vi consiglio di non lasciarvi scappare.
Indice
Étretat: tra mare, leggende e colori
Il nome “Étretat” deriva probabilmente dalle lingue scandinave, normanne o vichinghe, e potrebbe essere legato a termini come “strurt” o “strud”, che alludono a forme coniche, come quella del faraglione che i Vichinghi scoprirono sbarcando lungo queste coste. Si ipotizza anche un’origine celtica, che riflette l’aspra conformazione del territorio.
La storia di Étretat affonda le sue radici nell’antichità, come attestano i ritrovamenti effettuati dall’abate Cochet, un archeologo ottocentesco che scandagliò il villaggio. Fu ritrovata una strada che attraversava la zona, confermando un passaggio di civiltà romane oltre ad una serie di scavi accurati in chiese e cimiteri, che permisero di tracciare l’evoluzione del borgo.
Étretat è un luogo dove sono nate molte leggende. Tra queste spicca quella della “Fontana dell’Olivo”: secondo la tradizione, una giovane di nome Oliva – minacciata da invasori saraceni – fece il voto di costruire una chiesa se fosse riuscita a sfuggire. Poco a poco la giovane riuscì nell’impresa, ma in seguito il diavolo in persona si sarebbe divertito a sabotare ogni notte l’edificio, spostandone le parti in nuove posizioni. Con questa leggenda si dà una spiegazione alla strana collocazione della Chiesa di Notre-Dame nel Petit Val, distante dal centro storico del villaggio.
Un’altra storia è quella della famosa “Aiguille Creuse”, il faraglione che Maurice Leblanc scelse come rifugio segreto per il tesoro del ladro gentiluomo Arsène Lupin. Questo dettaglio letterario ha alimentato la fantasia di intere generazioni di lettori, tanto che ancora oggi alcuni esploratori sperano di trovare un passaggio segreto nelle falesie.
Visitando questo affascinante villaggio, non è difficile comprendere il motivo per cui Monet, Maupassant e molti altri abbiano trovato in questo luogo una fonte inesauribile di ispirazione: qui, le scogliere di gesso bianco si stagliano imponenti contro il blu della Manica, mentre il vento e le onde modellano le rocce in forme insolite e misteriose, come statue scolpite dalla natura stessa.
Victor Hugo descrisse queste falesie con le seguenti parole: “Ciò che ho visto a Étretat è meraviglioso. L’immensa falesia cade a picco sul mare, il suo grande arco naturale è ancora intatto; guardandovi attraverso se ne scorge un altro, ovunque si trovano grandi capitelli lavorati rozzamente dall’oceano. La più bella architettura che ci sia.”
Da questa visione si può iniziare a esplorare le grandi falesie bianche, immaginando gli occhi di pittori e scrittori che le hanno osservate, immortalate e amate. Il primo pittore ad ammirarne la grandiosità fu Eugène Delacroix, che tra il 1838 e il 1849, si dedicò a varie rappresentazioni ad acquerello delle falesie, paragonandole alle rovine di un’antica città.
Di lì a poco arrivò Gustave Courbet, che dipinse la Falesia d’Aval da vari punti di vista, cogliendone ogni sfumatura atmosferica; celebre è la sua opera “L’onda”, dove l’energia del mare, minacciosa e potente, si infrange contro le falesie.
In quegli stessi anni, Étretat divenne per Claude Monet un laboratorio di luce. Qui tornò ogni anno dal 1883 al 1886, dipingendo la falesia in condizioni atmosferiche sempre diverse, cogliendo l’essenza mutevole del paesaggio. Infine, ricordiamo anche Eugène Boudin, che giunse a Étretat nel 1890 quando il borgo di pescatori era diventato una località di villeggiatura elegante e frequentata dall’alta società parigina. Boudin continuò a rappresentare Étretat non solo attraverso le sue scogliere, ma anche raffigurando la vita quotidiana delle persone che vivevano sul posto: in particolare le lavandaie che strofinavano i panni sulla riva. Scene semplici che racchiudevano l’anima autentica del luogo.
Étretat oggi conserva ancora un’atmosfera unica, una miscela di storia marittima, miti e tracce di quegli illustri artisti che qui hanno trovato ispirazione. La semplice vita da villaggio di pescatori è ancora percepibile – nelle barche tirate in secco e nelle storie di mare che risuonano lungo la costa – ed è ancora la località capace di incantare chiunque la visiti, proprio come un tempo riuscì a far innamorare i viaggiatori e gli artisti.
Il comune di Étretat fa parte del programma “Grand Site de France”, segue quindi i principi di sviluppo sostenibile, proteggendo questo ecosistema tanto affascinante quanto fragile.
Cosa visitare a Étretat
Le magnifiche Falesie di Étretat
Lungo la spettacolare Côte d’Albâtre, le “falaises” si stagliano alte e maestose, scolpite in forme particolari dalla potenza delle onde e dal tempo. Le più famose sono le falesie d’Aval e d’Amont, che dominano il panorama insieme alle più piccole: la Courtine, la Manneporte e l’Aiguille di Belval. I giochi di luce e di forme trasformano queste rocce in fantasione figure: c’è chi scorge nella Falaise e Porte d’Aval la testa di un elefante che immerge la sua bianca proboscide nelle onde e chi vede un veliero pronto a varcare l’arco della Falaise la Manneporte.
La Falaise e Porte d’Aval si trova a sud della cittadina e si erge con un’altezza di 51 metri. Raggiungibile in circa 15 minuti percorrendo un sentiero che ha inizio nei pressi della spiaggia di Étretat. Dalla falesia d’Aval si può ammirare quelle di La Manneporte e d’Amont, oltre ad avvistare l’alta roccia di Aiguille – ‘Ago’ – che sfiora i 55 metri.
Ai piedi della Falaise d’Aval si cela un luogo suggestivo: il “Trou à l’Homme”, una misteriosa grotta che rievoca antiche storie. Si racconta che nel 1792 una nave svedese fu scaraventata contro le scogliere nel corso di una violenta tempesta. Quando il mattino successivo il mare si ritirò, all’interno della grotta fu ritrovato un uomo era riuscito a salvarsi. Il “Trou à l’Homme” è visitabile solo quando c’è la bassa marea, un dettaglio da non sottovalutare prima di avventurarsi tra i sentieri e i passaggi scavati dalle onde.
A nord della baia – praticamente di fronte alla Falaise d’Aval – si trova la Falaise d’Amont sulla cui sommità sorge la “Chapelle Notre-dame-de-la Garde”, costruita in una posizione insolita ma davvero mozzafiato. Questa splendida cappella neogotica risale al 1854 e la sua costruzione è legata ad una leggenda. Al termine di una missione religiosa di un tale “Padre Michel”, alcuni pescatori trovarono sulla scogliera d’Amont un foglietto, che secondo la tradizione era stato scritto dalla Vergine. Il messaggio indicava la scogliera come il luogo ideale per realizzare una cappella in onore di Notre Dame de la Garde, protettrice dei marinari. Fu così che i marinai di Étretat costruirono la cappella, consacrandola nel 1856. La cappella fu però nel 1942 distrutta dai tedeschi – che avevano occupato la Normandia – e ricostruita intorno al 1950.
La ricostruzione della cappella – portata avanti dall’architetto Arthur Giraudet e da un imprenditore di Rouen, Lanfry – non seguì il suo aspetto iniziale, dando vita ad un edificio con tetto a due spioventi in ardesia, doccioni con teste di pesce e a navata unica con tre campate precedute da un portico anteriore. La particolarità della struttura è da individuare proprio nella forma della navata, che ricorda uno scafo, rievocando il forte legame con il mare.
Nei pressi della Cappella si può osservare il monumento – alto 24 metri – dedicato a Nungesser e Coli, i due aviatori francesi che nel 1927 tentarono di attraversare l’Atlantico con il biplano “Oiseau Blanc”. La loro impresa, rimasta incompiuta, vive ancora oggi in questa “freccia” che si innalza verso il cielo sopra Étretat, simbolo di avventura e coraggio. Inoltre, dalla cappella ha inizio anche un sentiero che conduce fino alla roccia di Aiguille de Belval.
Per raggiungere la Falaise d’Amont si hanno tre opzioni: si può giungere in auto nel Parking de la gare (Pl. de la Gare) e poi proseguire a piedi lungo un breve tratto di strada, salire la scalinata di 263 gradini che parte dalla spiaggia di Étretat o ancora utilizzare “Le petit train d’Etretat” un grazioso trenino turistico.
Una raccomandazione: giunti sulla sommità delle falesie non troverete punti ristoro, quindi meglio portare con sé una bottiglia d’acqua, ma anche della protezione solare, scarpe comode e un cappello per proteggervi dai raggi solari. Inoltre, vi invito a prestare molta attenzione in prossimità delle scogliere – che per la loro composizione geologica possono subire crolli o distaccamenti – e a non uscire dai sentieri indicati.
Se siete alla ricerca di una spiaggia da cui ammirare alcune delle falesie, la Plage d’Étretat è l’ideale – da godere fuori stagione, perché nei mesi estivi risulta sempre molto affollata. La spiaggia è composta da un’infinita distesa di ciottoli bianchi e si mostra punteggiata dalle barche dei pescatori, simbolo di una vita semplice e legata alla natura.
La cittadina di Ètretat: tra antiche dimore, il mercato del pesce e il Sentiero dei Doganieri
Étretat merita di essere visitata anche per il suo centro storico, testimone del suo indissolubile legame con l’oceano. La cittadina – famosa in passato per le sue deliziose ostriche che raggiungevano la Reggia di Versailles e la corte della Regina Maria Antonietta – accoglie alcune dimore storiche di grande bellezza, come la Manoir de la Salamadre costruita nel 1889 a Lisieux per essere poi smontata e rimontata ad Étretat nel 1912. Il nome deriva dalla presenza sulla facciata di una salamandra in legno intagliato. Oggi ospita l’Hôtel de la Résidence e un delizioso ristorante.
A pochi passi dalla Manoir de la Salamadre, si può visitare lo storico Vieux Marché, un mercato coperto risalente ai primi anni del Novecento e caratterizzato da una stupefacente struttura in legno che accoglie botteghe artigiane dove acquistare oggetti e souvenir unici al mondo.
Indirizzo: 16 Pl. Maréchal Foch, 76790 Étretat, Francia
Orari: aperto da venerdì a mercoledì dalle 11:00 alle 19:00 e il giovedì dalle 7:00 alle 13:30.
Non troverete quindi chioschi di cibo, ma se siete alla ricerca di mercati classici, recatevi nella piazza antistante di giovedì, quando viene organizzato un animato mercato ortofrutticolo.
Se siete alla ricerca di sentieri e cammini, dalla Falesia d’Aval ha inizio il “Chemin des Douaniers” – ‘Sentiero dei Doganieri’ – che conduce fino alla spiaggia di Antifer. Questo sentiero mozzafiato, lungo oltre 1300 km, fu creato per volere di Napoleone Bonaparte nel 1791 per contrastare la minaccia del contrabbando, presidiando i tratti della costa e istituendo un pedaggio salato per i prodotti più importanti ed essenziali.
Il sentiero – noto come “GR34” – giunge fino alle porte di Mont-Saint-Michele permette di raggiungere anche la Falesia di Manneporte e i resti dei vecchi bunker della Seconda Guerra Mondiale, dove furono creati anche dei punti per sparare alle truppe degli alleati.
Les Jardins d’Étretat: un angolo di eternità
Uno dei luoghi più particolari di Étretat è rappresentato dai suoi giardini. Les Jardins d’Étretat furono voluti da Madame Thébald – un’attrice famosa dell’inizio del XX secolo – e realizzati su progetto del paesaggista Alexandre Grivko.
Madame Thébald fu ispirata nel 1903 proprio dalle opere di Claude Monet, che da questo punto realizzò numerosi dipinti, nel far costruire qui la sua “Villa Roxelane”, dove iniziò a curare il giardino grazie ad un giardiniere locale, Auguste Lècanu.
Nel 2015 l’architetto paesaggista russo Alexander Grivko decise di acquistare la villa e ampliare il suo giardino per renderlo un’immensa opera d’arte. Si tratta di uno splendido esempio di arte topiaria – con oltre 35.000 piante – in cui architettura e arte convivono in perfetta armonia con il paesaggio circostante. Un’estensione del profilo delle scogliere che caratterizzano questo splendido angolo di Normandia.
Giungere ai giardini è un po’ come entrare ne “Il Giardino Segreto” di Burnett, una dimensione in bilico tra sogno e realtà. Un percorso onirico che si dispiega in sette ambienti diversi, ognuno con un tema coerente. Il primo a cui si accede è l’Avatar Garden – nome sanscrito della divinità protettrice dell’universo – dove le opere sono inserite direttamente negli alberi, come se fosse stata la natura a generarle. Tra queste la “Clockwork Forest” – ‘foresta meccanica’ – una grande chiave infilata in un tronco, che può essere ruotata per azionare un delizioso suono etereo, come un delicato e naturale carillon. L’opera è stata realizzata dal collettivo britannico Greyworld.
Si prosegue verso il Jardin Impressions, da cui si gode del paesaggio mozzafiato sulle falesie e sull’Oceano, lo stesso che ha evocano profonde suggestioni in artisti come Eduard Manet, Claude Monet, Eugéne Delacroix e Jean-Baptiste Camille Corot. Questo giardino è stato creato su ispirazione del primo allevamento di ostriche della regina Maria Antonietta, che si trovava proprio al di sotto degli attuali giardini. Le piante in questo caso rievocano proprio i fondali della costa.
L’angolo più suggestivo dei giardini di Étretat è il Jardin Émotion, dove sette giganteschi e grigi volti – realizzati in resina e alluminio, ognuno con un’espressione ed emozione diversa – spuntano tra le sinuose e basse siepi, modellate ad onde e vortici. I “Drops of rain”, come sono noti, incarnano le emozioni umane – la gioia, la sorpresa, la tristezza, ecc. – opere bizzarre e meravigliose dello scultore spagnolo Samuel Salcedo.
Il Jardin d’Aval rievoca mondi fatati con un labirinto di orchidee dalle sfumature intense, figure – create con rami e tronchi – che emergono dalle piante e archi che si mostrano come cornice di paesaggi infiniti. Qui gli artisti Agnieszka Gradzik e Wiktor Szostalo hanno realizzato l’opera“The Tree Hugger Project”, un’opera creata con rami di alberi caduti e frammenti di legno che vuole mostrare con ironia come abbracciare un albero “senza sembrare stupidi”.
Seguono il Jardin Zen – che manifesta la perfetta armonia che può instaurarsi tra uomo e natura – con opere come “Until The Word Is Gone”, l’installazione in terracotta dell’artista russo Sergey Katran, esposta alla Biennale di Venezia nel 2017 e il Jardin La Manche, che propone un labirinto topiario che evoca l’ondeggiare dell’oceano.
Infine, si giunge al Jardin d’Amont dove le piante si fondono con il paesaggio circostante dominato dalle scogliere dell’incantevole Côte d’Albâtre.
In questo luogo, ogni elemento, dal più piccolo dettaglio vegetale alle imponenti installazioni, sembra concepito per raccontare una storia, per trasportare chi visita in una dimensione sospesa, dove l’arte non è solo da ammirare, ma da vivere e respirare.
Un profondo legame con il paesaggio circostante e le ripide scogliere – le falesie d’Aval e la celebre Aiguille, l’iconico arco di roccia di Étretat – che si ammirano tra le onoriche opere dei giardini. Uno spettacolo naturale e artistico che si apprezza molto di più se si visitano i giardini all’apertura o al tramonto, ancora meglio in primavera ed estate.
Indirizzo: Av. Damilaville, 76790 Étretat, Francia
Orari: aperti tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00 / per verificare gli orari stagionali, consultare il sito ufficiale.
Biglietto: 12€ / per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito ufficiale.
Clos Lupin: l’elegante dimora di Maurice Leblanc
Étretat ha conquistato anche Maurice Leblanc – padre del celebre Arsenio Lupin – che decise di costruire qui la sua dimora con tetti spioventi e un intimo giardino. Nel 1905 Maurice Leblanc, dopo aver tentato più volte il successo, su consiglio di Pierre Lafitte, direttore del mensile “Je sais tout”, decise di scrivere un racconto giallo “L’arresto di Arsenio Lupin”, che fu l’inizio della saga del ladro-gentiluomo, di cui oggi si contano 19 romanzi, 39 racconti e 5 opere teatrali scritte tra il 1907 e il 1937.
Proprio ad Étretat, Leblanc scrisse la maggior parte delle avventure di Lupin dando vita anche alla leggenda (creduta vera da alcuni amanti del personaggio di Leblanc) secondo cui Lupin – come viene narrato nel romanzo “L’Aiguille Creuse” – avrebbe nascosto gioielli, rubini e diamanti dei re di Francia proprio all’interno dell’Aiguille de la Falaise d’Aval.
La visita al “Clos Lupin” si sviluppa attraverso un’esperienza interattiva divisa in sette tappe, lungo un percorso per scoprire poco a poco la vita di Leblanc e del suo iconico personaggio per giungere ad una vera e divertente “caccia al tesoro”.
Indirizzo: 15 di Rue Guy de Maupassant 76790 Étretat, Francia
Orari: Aperta tutti i giorni dalle 10:00 alle 17:45.
Biglietto: 8,50€ / per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito ufficiale.
Consigli per visitare Étretat
Una volta arrivati a Étretat, il panorama delle falesie vi catturerà con la sua imponenza e la sua bellezza quasi irreale. È importante però rispettare sempre i sentieri segnalati: il bordo delle scogliere può essere pericoloso e in molti punti non ci sono barriere di protezione. La tentazione di avvicinarsi per scattare una foto è forte, ma la sicurezza viene prima di tutto.
Il fascino di Étretat è diverso e ugualmente incredibile in tutte le stagioni, ma i momenti ideali per visitarla sono ovviamente in primavera e in estate. Meglio evitare i mesi invernali, quando i sentieri diventano troppo pericolosi.
Per apprezzare nel profondo Étretat e le sue falesie mozzafiato, il momento migliore è nelle prime ore del mattino o al calar del sole, quando la luce soffusa si posa dolcemente sulla costa, lontana dal trambusto dei turisti. A quest’ora, il panorama è avvolto in un’aura silenziosa e surreale che rende giustizia alla maestosità della costa normanna. È il momento migliore per fare escursioni e gite in barca.
Come raggiungere Étretat dall’Italia
Si può raggiungere Étretat con voli diretti su Parigi, Charles de Gaulle o Orly. Da Parigi poi ci sono diverse alternative. La più comoda è senza dubbio quella di noleggiare un auto, che vi permetterà di avere maggiore libertà per esplorare la costa. Il villaggio dista circa 220 km da Parigi e una volta giunti, troverete varie opzioni per parcheggiare, ma attenzione: soprattutto in alta stagione, i parcheggi gratuiti scarseggiano.
Il “Parking du Valaine” è a pagamento e si trova lungo la Route du Havre, a circa 800 metri dal centro, un’opzione pratica se intendete fare una passeggiata prima di immergervi nella cittadina. Chi invece preferisce una soluzione gratuita, può optare per il parcheggio situato sulla Route de Criquetot l’Esneval, anche se è un po’ distante dal centro.
In alternativa, potrete raggiungere Étretat in treno. Dalla stazione di Parigi Saint-Lazare, il collegamento ferroviario con Le Havre è diretto e da lì si prosegue con la linea Étretat–Lazare, scendendo alla stazione di Bréauté. Durante i mesi estivi e nei fine settimana è disponibile una navetta che dalla stazione porta direttamente nel cuore della cittadina. Fuori stagione si può arrivare fino alle stazioni di Fécamp o di Le Havre e spostarsi con un pullman NOMAD per Étretat.
C’è anche un’opzione dal sapore retrò: il “Treno Turistico di Étretat – Pays de Caux”, un treno d’epoca che parte dalla stazione di Loges e percorre gli ultimi chilometri della vecchia linea Parigi-Étretat.
L’ultima modalità per raggiungere Étretat è in autobus. Da Parigi, Le Havre o Fécamp nei mesi da aprile a novembre, la SNCF propone biglietti combinati treno + autobus da Parigi a Étretat a partire da 19€. Inoltre, si può optare per l’autobus NOMAD della linea 509 o per la linea 13 LiA da Le Havre, che collega direttamente Étretat attraverso il litorale normanno.
Conoscevate già Étretat? L’avete già visitata o lo farete presto? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!