Itinerario di 2 giorni a Cork: cosa vedere in un weekend
Guida alla scoperta dell’Irlanda meridionale tra architettura medievale e vittoriana, pub storici e street art.
Il sud-ovest dell’Irlanda si estende attraverso tre affascinanti contee: Cork, Kerry e Limerick. In questa terra, l’Atlantico scolpisce la costa, dando vita ad un paesaggio di straordinaria bellezza. Il cuore della regione è la città di Cork, attraversata dal fiume Lee che si divide creando un’isola centrale, dove si estende il vivace centro storico.
A differenza della più conosciuta Dublino, Cork si presenta meno appariscente e meno affollata di turisti, spesso scelta come punto di partenza per esplorare il sud e sud-ovest del paese. Fin dal primo sguardo trasmette un’autenticità lontana dalle immagini patinate della capitale. Non si tratta di una città costruita intorno ai turisti, ma di un luogo che indossa con orgoglio la sua semplicità, arricchita da due tesori inestimabili: il sorriso e la cordialità dei suoi abitanti.
Con un’anima da città portuale, Cork conserva nel suo tessuto urbano le tracce di un passato multiculturale, visibile nei volti e negli accenti che animano le sue strade. Su St. Patrick’s Street, l’arteria principale e centro dello shopping, la vita scorre tra il vociare nei caffè, il camminare svelto dei passanti e le note dei buskers che si esibiscono in molti angoli della città, intrecciando antiche ballate irlandesi, rock e musica folk. “Capitale Europea della Cultura” nel 2005, Cork porta ancora i segni di una ribellione mai sopita, infondendo nei suoi abitanti un senso di orgogliosa identità.
Indice
Cork attraverso i secoli
Cork è una città nata dall’acqua, il cui cuore pulsante si trova su un’isola collegata da una fitta rete di ponti alle dolci colline che si innalzano a nord e a sud. Le sue radici risalgono al 650, quando St. Fin Barre scelse un acquitrino – chiamato Corcaigh – per fondare il suo monastero. Secoli più tardi, persino i Vichinghi si insediarono qui, gettando le basi per la creazione di una città che avrebbe maturato una forte personalità.
Grazie al suo grande porto naturale e al lungofiume che si snoda verso sud-est, Cork divenne un centro di vivace commercio. Sotto i Normanni e durante il Medioevo, l’attività mercantile alimentò l’ambizione indipendentista della città. Nel 1649 Cork si arrese strategicamente a Cromwell, ma il suo sostegno al re Giacomo II nel 1690 si rivelò fatale: l’assedio delle truppe protestanti di Guglielmo III distrusse tratti delle mura cittadine e diversi edifici storici.
Il XVIII secolo fu un’epoca di rinascita e prosperità, animata dall’arrivo dei rifugiati Ugonotti, che contribuirono al commercio e allo sviluppo dei nuovi canali fluviali. Tuttavia, il secolo successivo vide Cork diventare un simbolo della lotta per l’indipendenza, trasformandosi in un centro di cospirazioni e movimenti rivoluzionari che culminarono con la Guerra d’Indipendenza. Il 1920 fu un anno tragico: la ferocia dei Black and Tans lasciò profonde ferite, con interi quartieri dati alle fiamme e l’assassinio del sindaco davanti alla sua famiglia.
Nonostante le distruzioni, Cork ha saputo preservare un ricco patrimonio architettonico. Le eleganti dimore georgiane sono ancora oggi presenti in città, resistendo come simboli dell’indissolubile forza del popolo irlandese.
PRIMO GIORNO
English Market e il quartiere Ugonotto
Il primo mattino a Cork veniamo accolti da una leggera nebbia, che sembra avvolgere la città in un abbraccio materno. Ci dirigiamo per la colazione verso “Cameron Bakery” (25 Parnell Pl), un angolo di Francia nel cuore di Cork. Qui l’arte della pasticceria prende vita con dolci fragranti, pane fresco e sapori raffinati. Ogni morso del loro vanilla custard pastry è un vero viaggio sensoriale. Siamo così pronti per dare inizio all’esplorazione della città.
Ogni itinerario a Cork conduce inevitabilmente all’English Market, un luogo dove la gastronomia della contea rivela il suo volto migliore. Appena fuori dalla vivace Grand Parade, un cancello introduce in un universo di colori, profumi e suoni: l’English Market. Questa splendida loggia coperta – realizzata nella seconda metà dell’Ottocento sul sito di un mercato del 1610 e ricostruita con eleganza vittoriana dopo l’incendio del 1980 – è oggi il luogo dove la cultura gastronomica della contea si manifesta in tutta la sua autenticità.
Non appena si varca l’ingresso, siamo inebriati dai numerosi profumi che si intrecciano: il pane appena sfornato, le spezie esotiche e il dolce aroma dei formaggi locali. L’ambiente diventa anche un luogo d’incontro, invaso dal vociare delle persone, mentre tra le bancarelle si susseguono varietà di primizie del territorio. Da un lato i formaggi artigianali e i salumi del “Meat Centre”; dall’altro i sapori mediterranei della “Real Olive Company”.
Salendo sulla balconata al primo piano, si può ammirare dall’alto la scena vivace che si svolge lungo il mercato, ma anche fermarsi per un brunch da “Farmgate Café”, dove gustare piatti preparati esclusivamente con ingredienti provenienti dal mercato. Un piatto di ostriche fresche, accompagnato da una pinta di Guinness – o ancora meglio delle stout locali Beamish e Murphy’s – diventa un’esperienza multisensoriale che vi farà sentire un tutt’uno con l’atmosfera del mercato.
Al centro dell’edificio si trova una fontana in ghisa, che cattura la luce filtrata dalle finestre lunettate in vetro colorato. È facile capire perché personalità come la regina Elisabetta II e l’attuale re Carlo III abbiano scelto di visitare questo gioiello durante i loro viaggi in Irlanda.
Indirizzo: Grand Parade, Centre, Cork (Ingresso anche da Princess Street)
Orari: Aperto da lunedì a sabato dalle 08:00 alle 18:00. Chiuso la domenica.
Proseguendo verso il Quartiere Ugonotto – il quartiere dei mercanti ugonotti – le stradine acciottolate si stringono tra alte mura in pietra e palazzi settecenteschi. Rory Gallagher Square è il cuore di questa zona: un omaggio al musicista blues che tanto ha significato per la città. In questa piazza il silenzio dei vicoli contrasta con il clamore moderno delle vie principali.
A Cork, il nome di Rory Gallagher vibra ancora. Nato a Ballyshannon nel 1948, Rory si trasferì da bambino nella città di Cork, dove cominciò a scrivere la sua straordinaria storia musicale; dai Taste – la band che formò nel 1965 – fino alla sua celebre carriera solista iniziata nel 1970, che lo portò ad ottenere nel 1972 il titolo di “Musicista dell’anno”. La sua vita – vissuta intensamente tra palchi e tournée – fu segnata da problemi di salute che lo condussero a una morte prematura nel 1995, a soli 47 anni.
La “Rory Gallagher Place” celebra l’artista anche con una scultura in bronzo di Geraldine Creedon, sua amica d’infanzia. La scultura – inaugurata durante il Cork Jazz Festival del 1997 – fonde in sé la forma di una chitarra e frammenti di testi dall’album “Jinx” del 1982.
Tra fascino architettonico e panorami a 360°: Merchant’s Quay, Victorian Quarter e St. Patrick’s Hill
Il nostro viaggio a Cork prosegue lungo Merchant’s Quay, una via che corre accanto a uno dei canali in cui il fiume Lee si divide, abbracciando il centro cittadino. Qui con un po’ di fortuna si potrebbe persino avvistare un delfino giocare nelle sue acque placide, un raro ma magico spettacolo che aggiunge un tocco di meraviglia alla passeggiata. Attraversando uno dei ponti sul fiume, ci si ritrova nel Victorian Quarter, una delle aree più affascinanti e dinamiche della città e dall’atmosfera bohémien.
Questo quartiere deve il suo nome agli splendidi edifici del XIX secolo perfettamente conservati. Le facciate elaborate, i balconi in ferro battuto e le grandi vetrate colorate della neoclassica Cattedrale di San Patrizio ne sono uno splendido esempio.
L’area che ora è nota come “Victorian Quarter” era in origine una zona paludosa al di fuori dei confini della città murata di Cork. Solo tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo iniziò un lento sviluppo. Quando fu realizzato un ponte dalla Cork Corporation negli anni ’80 del XVIII secolo, l’area iniziò poco a poco ad assumere l’aspetto attuale.
Non molto distante dal cuore del quartiere si trovano anche la Kent Station – un terminal ferroviario in mattoni rosso, emblema della storia industriale di Cork – e le Collins Barracks, che ospitano un museo che ripercorre la tumultuosa storia della guerra civile irlandese. Torniamo indietro per immergerci ancora di più nel vibrante Victorian Quarter, animato da boutique vintage, librerie indipendenti, bar alla moda e pub storici.
Qui ci fermiamo per il pranzo da “Gallagher’s Cork” (32 MacCurtain Street), un rifugio per i palati esigenti e per gli amanti della convivialità, spesso pieno e dove si mangia anche al bancone insieme ad altri clienti. Tra stufati tradizionali e cocktail creativi, il Gallagher’s celebra i sapori locali con un menù curato nei dettagli. Degna di nota la “Gallagher’s signature pie”, manzo brasato con verdure e cotto nella Beamish, con una copertura di pasta sfoglia croccante e servito con patatine fritte o purè vellutato.
Cork è una città che si nutre di storia e tradizione; i suoi pub ne sono l’anima pulsante. Luoghi che raccontano storie, ospitano musica dal vivo, profumano di legno antico e sono invasi da risate condivise. Tra i locali imperdibili consigliati da un amico Corkonian, ce ne sono alcuni che non solo offrono ottime bevande, ma incarnano l’essenza stessa della tradizione della città.
Uno di questi è “The Shelbourne Bar” (17 MacCurtain Street) nel cuore del quartiere vittoriano. Aperto dal 1895, The Shelbourne Bar è un santuario per gli amanti del whisky; con oltre 350 bottiglie in esposizione, è frequentato da appassionati e turisti. Questo bar ha vinto numerosi riconoscimenti, incluso il titolo di “miglior whisky bar d’Irlanda” e vanta persino un Guinness World Record per la preparazione di Irish Coffee. Molto affascinanti le etichette scritte a mano, che raccontano i segreti di ogni bottiglia.
Dopo una giornata trascorsa a esplorare alcuni angoli della città, vale la pena affrontare la ripida salita di St. Patrick’s Hill. Il panorama che si apre una volta arrivati in cima è la ricompensa perfetta: la città di Cork si distende ai piedi, con i tetti che sembrano rincorrersi fino all’orizzonte. Da qui si può raggiungere Bell’s Field, un parco tranquillo dove i visitatori si godono la vista mozzafiato e il ritmo lento del tramonto. Questo angolo di quiete – molto amato anche dai locali – è perfetto per chi cerca un momento di relax, magari seduto su una panchina a contemplare la città.
Dopo avere goduto dei toni caldi del tramonto irlandese, ritorniamo in direzione St. Patrick’s Street e proseguiamo per raggiungere per la cena “The Oliver Plunkett” (116 Oliver Plunkett St) un pub molto famoso, dove spesso si può ascoltare musica dal vivo. Immerso in un’atmosfera accogliente, tra foto storiche e versi poetici, “The Oliver Plunkett” è il luogo ideale per gustare una birra alla spina, un favoloso Irish Stew e lasciarsi coinvolgere da balli tradizionali.
Per proseguire la serata c’è l’imbarazzo della scelta (vi fornirò tre indirizzi in base alla vicinanza al The Oliver Plunkett) ci si può dirigere verso “An Spailpín Fánach” (29 S Main St) che risale al 1779, uno dei pub più antichi di Cork. Situato di fronte all’ex birrificio Beamish & Crawford, questo locale offre un’atmosfera intima con i suoi soffitti bassi, mattoni a vista e pavimenti in pietra. Qui ogni sera, la musica tradizionale irlandese riempie le sale dello storico pub.
La seconda opzione e vicinissima alla prima è “The Oval” (25 S Main St) affacciato sull’angolo tra South Main Street e Tuckey Street, The Oval è un’icona del centro città. Il soffitto ovale, unico e affascinante, dona al pub un carattere distintivo. Progettato originariamente da architetti di Edimburgo per il birrificio Beamish and Crawford, il locale conserva ancora il suo arredamento originale. Frequentato sia da gente del posto che da turisti, il pub offre birre alla spina eccellenti e un’atmosfera calda e accogliente.
La terza e ultima opzione per concludere la prima sera è “The Pavilion” (13 Carey’s Ln) un ideale ritorno al passato con un tocco moderno. Questo spazio multifunzionale racconta la storia della città, trasformandosi in un raffinato cocktail bar e locale per eventi, ospitando in particolare dj set e concerti. Tra proiezioni, musica e cocktail artigianali, il Pav – come spesso viene abbreviato – era in origine un cinema con 900 posti a sedere, inaugurato il 10 marzo 1921.
SECONDO GIORNO
Shandon: l’anima colorata e storica di Cork
Anche il risveglio del secondo giorno a Cork è avvolto dalla nebbia, che questa volta poco a poco si dirada come un elegante sipario per dare un posto d’onore al tanto desiderato sole, anche se per poche ore. Il tipico e volubile meteo irlandese.
Lasciandoci alle spalle il fiume Lee e dirigendoci verso l’alto, ci attende un’altra ripida collina, quella di Shandon, un quartiere dove le case colorate sembrano custodire la vivacità dell’anima di Cork. Questa zona – un labirinto di stradine tortuose – un tempo era il cuore della classe operaia della città. Le piccole case a schiera con i loro colori sgargianti hanno vissuto una rinascita, diventando ambite dimore per i nuovi benestanti della città, trasformate in ricercati pied-à-terre senza sacrificare l’atmosfera d’altri tempi. Passeggiando per le vie del quartiere si incontrano botteghe dal sapore antico come Linehan’s, un negozio di dolciumi che dal 1929 delizia i passanti con caramelle fatte in casa.
Il centro del quartiere è senza dubbio la chiesa anglicana di St. Anne’s Shandon, costruita nel 1722. All’interno della chiesa si può ammirare il soffitto a botte in legno e le vetrate colorate, in particolare la vetrata della “Trasfigurazione di Gesù” e quella più recente di Hubert McGoldrick, che raffigura “La guarigione di San Luca“. Non mancano elementi storici come la fonte battesimale del 1629 – sopravvissuta all’incendio della precedente chiesa – e le lapidi commemorative di famiglie legate a Shandon.
La torre panoramica di St. Anne’s Shandon – alta circa 50 metri e nota come Shandon Bells – offre un’esperienza unica. Salendo i 135 gradini che portano in cima, si apre una vista mozzafiato sulla città, ma non è tutto: lungo il percorso, si possono suonare le famose campane risalenti al XVIII secolo. Pagando un biglietto, chiunque può diventare campanaro per un giorno, scegliendo un motivo musicale da un libricino o improvvisandosi compositore. Le campane – celebri per il motivo “Le piacevoli acque del fiume Lee” – sono il simbolo stesso di Cork. La tradizione vuole che un vero abitante di Cork debba nascere entro la portata del loro dolce suono. La torre è sormontata da una banderuola a forma di pesce rosso lunga 3 metri, simbolo cristiano, ma anche omaggio al salmone del fiume Lee. La torre, poi, è soprannominata “the four-faced liar“ – ‘il bugiardo a quattro facce’ – un curioso nomignolo dovuto agli orologi sui suoi lati, perché nelle giornate ventose le loro lancette sembrano non mettersi mai d’accordo sull’ora esatta.
Al di fuori dalla chiesa si trova un piccolo cimitero dove riposa Francis Mahony – Fr. Prout – autore della famosa canzone “The Bells of Shandon”.
Indirizzo: Church St, Shandon, Cork
Orari: aperta da novembre a febbraio da lunedì a sabato dalle 11:00 alle 15:00, la domenica dalle 11:30 alle 15:00. Da marzo a ottobre da lunedì a sabato dalle 10:00 alle 16:00, domenica e festivi dalle 11:30 alle 15:00.
Biglietto: l’ingresso alla chiesa è gratuito, mentre per accedere alla torre il biglietto è di 6€.
Il Butter Museum di Cork: viaggio nella storia casearia irlandese
A pochi passi dalla Shandon Bells si trova una delle mete più curiose e affascinanti che Cork possa offrire: il Butter Museum. Ricavato all’interno di un antico mercato del burro risalente al 1849, questo piccolo ma ricchissimo museo racconta una storia di sapori, commerci e tradizioni irlandesi. Sì, un museo dedicato interamente al burro potrebbe sembrare bizzarro, ma vale ogni minuto della visita.
Cork – nel XIX secolo – era il cuore pulsante del commercio internazionale del burro. All’epoca il Butter Exchange di Shandon era il più grande mercato del burro al mondo, esportando il prezioso prodotto fino in Australia, India e Sud America. Questo straordinario commercio affonda le radici in una tradizione casearia che risale all’antichità: le tracce archeologiche testimoniano come il burro fosse un alimento fondamentale già dal 4000 a.C., grazie al clima temperato dell’isola, ideale per l’allevamento del bestiame.
Nel museo la storia si può ripercorrere attraverso esposizioni dettagliate e manufatti che documentano l’evoluzione dell’industria lattiero-casearia irlandese. Dagli strumenti tradizionali di produzione, come le zangole in acciaio ai barili utilizzati per conservare e trasportare il burro. Tra i reperti più particolari c’è un barile di burro di palude medievale vecchio di 1.000 anni, rinvenuto intatto nelle torbiere irlandesi. Il piano terra ospita attrezzature e documenti storici che narrano l’epoca d’oro del Butter Exchange e del commercio transatlantico.
Pannelli informativi ben curati e presentazioni audiovisive completano l’esperienza, illustrando non solo le tecniche di produzione ma anche il significato culturale e sociale del burro nell’Irlanda medievale. Un’intera sezione è dedicata a Kerrygold, il celebre marchio irlandese che oggi incarna il successo globale del burro. Qui un breve video ripercorre l’evoluzione del brand, dalle origini negli anni ’60 fino alla fama internazionale, mentre un’esposizione di “mattoni di burro” mostra in modo creativo come l’arte casearia continui a evolversi. Potrete anche imprimere su fogli dei timbri che riprendono le grafiche delle confezioni di burro irlandese e portare a casa un piccolo ricordo.
Indirizzo: O'Connell Square, Shandon, Cork
Orari: aperto da giugno a ottobre da lunedì a sabato dalle 10:00 alle 16:00 e la domenica dalle 11:00 alle 16:00. Novembre aperto da mercoledì a sabato dalle 10:00 alle 16:00 e la domenica dalle 11:00 alle 16:00. Chiuso lunedì e martedì. Da dicembre a febbraio il museo è aperto solo sabato e domenica dalle 11:00 alle 16:00.
Biglietto: 5€ / per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito ufficiale.
Sullivan’s Quay: tra il fiume Lee e la street art
Tornando indietro, sul Pope’s Quay, un’opera di street art dell’artista francese Claire Prouvost cattura subito l’attenzione; un murale ispirato al movimento e alla connessione umana. Il design – con forme geometriche di ispirazione cubista e una palette di colori vivaci – celebra il vicino Firkin Crane, un centro dedicato alla danza e alle arti performative. Prouvost ha tradotto l’energia delle arti in un’opera che esprime perfettamente vitalità e leggerezza.
Oltrepassiamo di nuovo il fiume e proseguiamo verso Sullivan’s Quay, altra pittoresca via che costeggia uno dei due rami del fiume Lee e dove si possono scorgere meravigliosi murales. All’incrocio con Drinan Street, Sullivan’s Quay diventa una galleria a cielo aperto. Su una parete alta tre piani si staglia il murale della pittrice belga Kitsune Jolene, creato nell’ambito del progetto Ardú Street Art. L’opera raffigura una donna dai capelli rosso fuoco ispirata alla dea madre celtica Danu, un simbolo della connessione tra il fiume Lee e la vitalità della città. Il volto della donna è volutamente enigmatico, quasi nascosto, un invito a immaginare la sua storia e la sua identità. I suoi capelli si trasformano in un vortice di stelle e galassie, un richiamo alla Via Lattea e al movimento perpetuo del fiume. È una visione che collega il cosmico con il terreno, celebrando l’energia di Cork.
Il progetto Ardú – nato durante il lockdown del 2020 – ha trasformato la città in un’esplosione di colori e significati. Le opere di artisti locali e internazionali hanno portato vitalità alle strade della città. Grazie al coinvolgimento della comunità e al sostegno del Consiglio comunale, ogni nuova edizione amplia la collezione a cielo aperto, aggiungendo ulteriori tasselli al mosaico creativo della città.
Elizabeth Fort: scoprire la storia e i panorami dell’iconica fortezza
Poco distante da Sullivan’s Quay, si erge l’Elizabeth Fort, una fortificazione seicentesca a forma di stella che domina la città. Costruito originariamente nel 1601 durante il regno di Elisabetta I, il forte nacque per proteggere la città dopo la Battaglia di Kinsale, che segnò il fallimento dell’alleanza tra irlandesi e spagnoli contro gli inglesi. Inizialmente fatto di legno e terra, il forte fu presto demolito dagli stessi abitanti di Cork in un atto di ribellione contro l’incoronazione di James I. Quando l’autorità inglese riprese il controllo, la fortezza fu ricostruita in pietra tra il 1624 e il 1626, assumendo la caratteristica forma a stella visibile ancora oggi.
Durante la Guerra Guglielmita del 1690 fu anche al centro di un assedio durato giorni. Con il passare dei secoli Elizabeth Fort ha vissuto molte vite: da caserma militare a prigione femminile, da deposito alimentare durante la Grande Carestia a stazione di polizia attiva dal 1929 fino al 2013. Inoltre, fu utilizzato nel XIX secolo come luogo di detenzione per prigionieri in attesa di essere deportati in Australia. Nel corso della Guerra Civile Irlandese del 1922-23 gli edifici interni furono dati alle fiamme e ciò che vediamo oggi è il risultato di ricostruzioni successive.
I bastioni permettono di godere di una vista mozzafiato sulla città: il profilo urbano si svela con le guglie delle cattedrali e il serpeggiare del fiume Lee. Camminando tra le mura, si percepisce ancora l’eco di secoli di cambiamenti e delle battaglie. All’interno vengono organizzate spesso esposizioni temporanee e mostre storiche.
Indirizzo: Barrack St, The Lough, Cork, T12 C8A0
Orari: aperto da lunedì a sabato dalle 10:00 alle 17:00 e la domenica dalle 12:00 alle 17:00.
Biglietto: gratuito / ogni giorno alle 13:00 al costo di 3€ vengono organizzate anche visite guidate.
St. Fin Barre’s Cathedral: tra luce e colore
Appena si varca il South Gate Bridge, lo sguardo è irresistibilmente attratto verso l’alto, dove le guglie appuntite della St. Fin Barre’s Cathedral si stagliano contro il cielo di Cork. Questa cattedrale – con la sua imponente facciata neogotica in pietra calcarea e marmo – è un’opera maestosa nata dall’ingegno di William Burges, il visionario architetto che nel 1863 vinse il concorso per la sua progettazione. Nonostante un budget iniziale – circa £15.000 – Burges non risparmiò sull’ostentazione, rivedendo i suoi piani per aggiungere una campata al coro e innalzare torri ancora più alte. Le sue ambizioni fecero lievitare i costi, ma il risultato finale fu un edificio – consacrato nel 1870 – che incarnava lo spirito del gotico francese e l’eleganza del revival vittoriano.
La cattedrale sorge su un sito di culto cristiano che risale al VII secolo, quando il santo patrono di Cork – Fin Barre – vi fondò un monastero. L’esterno della cattedrale è un trionfo di dettagli scolpiti: gargoyle ghignanti si mescolano a statue di angeli, demoni e creature fantastiche. Oltre 1200 sculture adornano la struttura, mentre sulla sommità della guglia orientale brilla un angelo dorato con una tromba in mano, simbolo della Resurrezione e che, secondo la leggenda, suonerà il suo corno quando giungerà la fine del mondo.
Tra le curiosità legate alla cattedrale, c’è una palla di cannone – risalente all’assedio di Cork del 1690 – incastonata tra le pietre della cattedrale. All’interno della St. Fin Barre’s Cathedral lo spazio è arricchito da vetrate – progettate dallo stesso Burges – con storie bibliche, che illuminano la navata con giochi di luce mozzafiato. Le pareti interne, rivestite di marmo rosso di Cork, creano un contrasto vibrante con i mosaici policromi che ricoprono il pavimento. Il coro è un tripudio di dettagli: un soffitto decorato da Cristo e angeli dipinti, stalli intagliati con libellule, farfalle e scarabei così realistici che sembrano pronti a prendere il volo. L’imponente pulpito e il trono vescovile, in marmo finemente lavorato, testimoniano il desiderio di Burges di creare un’opera che doveva sopravvivere all’inesorabile trascorrere del tempo.
Indirizzo: Bishop St, The Lough, Cork
Orari: aperta da lunedì a sabato dalle 9:00 alle 17:00 e la domenica dalle 12:30 alle 14:00 e dalle 16:30 alle 17:00 . Da lunedì a sabato alle 10:00 / 14:00 e 16:00 vengono organizzate delle visite guidate.
Biglietto: 8€ / per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito ufficiale.
Torniamo indietro per pranzare da“Market Lane” (5-6 Oliver Plunkett St) la fusione perfetta tra eleganza e accessibilità, un luogo che celebra la cucina locale utilizzando ingredienti freschi dell’English Market. Dai piatti di carne ai menù vegetariani, ogni scelta è un viaggio nei sapori di Cork. Un locale ideale per cene in famiglia o serate speciali. Il menù cambia in base alla stagionalità degli ingredienti.
Marina Market: una comunità in crescita nel cuore di Cork
Dopo pranzo passeggiamo lungo la panoramica Marina Walk, a pochi passi dal centro di Cork, così da raggiungere il Marina Market, una comunità in costante evoluzione, un microcosmo dove il cibo, l’arte e il divertimento si mescolano. Aperto sette giorni su sette, il mercato rappresenta il cuore pulsante della città, attirando sia locali che visitatori in cerca di sapori autentici e atmosfere accoglienti.
Con oltre 35 venditori, il Marina Market offre una delle offerte gastronomiche più variegate di Cork: ai profumi speziati del pollo fritto coreano ai falafel libanesi. Qui potrete trovare anche il miglior messicano della città del 2024. Per chi cerca opzioni vegane o senza glutine, il mercato non delude. Se il Marina Market è vivace tutto l’anno, durante il periodo natalizio si trasforma in un luogo incantato; The Christmas Village prende vita con luci scintillanti, alberi di Natale addobbati e decorazioni che sembrano uscite da una fiaba. L’aria è colma di melodie natalizie, con musicisti e cantanti locali che riempiono gli spazi di allegria. Bancarelle di artigianato offrono regali unici fatti a mano, perfetti per chi desidera sostenere le attività locali e trovare il pensiero ideale per le feste.
Inoltre, il Marina Market è anche un centro culturale e sociale, con eventi come il roller disco, le battaglie di graffiti o il vivace Dog Fest. Durante l’anno, pop-up tematici come la Vintage Fair e workshop creativi offrono esperienze sempre nuove.
Indirizzo: Marina Market, Centre Park Rd, Cork, T12 YX76
Orari: aperto tutti i giorni dalle 8:00 alle 20:00
Fitzgerald Park: rifugio verde di Cork
Il resto del pomeriggio lo trascorriamo al Fitzgerald Park, a circa 20 minuti a piedi dal centro di Cork e a pochi passi dall’University College Cork (UCC) – lungo la storica Mardyke Walk. Questo parco di 18 acri, affacciato sulle rive tranquille del fiume Lee, è un perfetto rifugio dal ritmo più intenso della città. Fitzgerald Park prende il nome da Edward Fitzgerald, sindaco di Cork nel 1901 e presidente del Comitato Espositivo che organizzò l’Esposizione Internazionale del 1902. Passeggiando lungo i viali alberati, ci si ritrova tra aiuole curate, un roseto profumato e sculture che raccontano anche la storia e la cultura irlandese, come l’opera dedicata a Michael Collins di Seamus Murphy.
Il parco è frequentato da famiglie che si godono un picnic sulle rive del fiume, bambini che esplorano il vivace parco giochi e appassionati di arte e storia che visitano il Cork Public Museum. All’interno del parco si trova “Natural Foods Bakery”, che si affaccia sui giardini e regala la possibilità di assaporare un caffè o una fetta di torta con vista sul fiume Lee e sulla storica zona di Sunday’s Well. Tra le attrazioni più singolari del parco c’è lo Sky Garden di Dermot Gavin – vincitore della medaglia d’oro al Chelsea Flower Show 2011 – un ponte che ricorda un “baccello rosa” e crea uno straordinario punto di osservazione sulle rive del fiume.
Attraversando il pittoresco Daly’s Bridge – noto anche come lo Shakey Bridge – ci si ritrova nella zona di Sunday’s Well, con vista sulla storica Cork City Gaol. Questo ponte pedonale, costruito nel 1926, ondeggia leggermente sotto ai piedi.
A monte del parco, seguendo il fiume, si incontrano attracchi per barche, reminiscenza dei tempi in cui i residenti navigavano sul Lee. Proseguendo verso ovest – lungo la Lee Road – si scoprono luoghi di interesse come il Lifetime Lab, un tempo Old Waterworks, con edifici risalenti al Settecento e gli imponenti appartamenti di Atkins Hall, costruiti nel XIX secolo.
Indirizzo: Mardyke, Cork
Orari: aperto da novembre a febbraio dalle 8:30 alle 17:00, ottobre e marzo dalle 8:30 alle 18:00, aprile e settembre dalle 8:30 alle 20:00, maggio e agosto dalle 8:30 alle 21:00 e, infine, giugno e luglio dalle 8:30 alle 22:00.
Per la nostra ultima cena a Cork, scegliamo “Cornstore Cork” (41-43 Cornmarket St) un ristorante che mescola tradizione e stile moderno, noto per le sue bistecche succulente e il pesce fresco. Ogni piatto è un capolavoro di qualità, con presentazioni eleganti che ne esaltano il gusto. L’ambiente vivace e il servizio impeccabile rendono ogni cena un evento indimenticabile.
Dopo cena ci dirigiamo da “Mutton Lane Inn” (3 St Patrick’s St) nascosto in un vicolo vicino all’English Market, un gioiello storico dall’atmosfera unica. Per entrare nel pub occorre percorre uno stretto vicolo decorato con un murale di Anthony Ruby, che celebra la vita e il carattere di Cork. All’interno l’illuminazione soffusa delle candele e l’arredamento in legno creano un ambiente intimo; un rifugio ideale per conversare e per scoprire storie del passato, come quella del pub diviso tra le forze pro e anti-Trattato durante la Guerra Civile Irlandese.
Il luogo ideale per salutare Cork è “Sin É” (8 Coburg St) – tradotto letteralmente come “questo è tutto” – un omaggio al passato, quando accanto al pub c’era un’agenzia di pompe funebri. Qui la musica tradizionale irlandese è una costante da oltre 50 anni, con sessioni ogni sera. Nato nel 1889, questo pub è una vera istituzione ed è il posto perfetto per immergersi nella cultura irlandese e magari unirsi a una sessione musicale improvvisata.
Cosa mangiare a Cork: i sapori della tradizione e non solo
La cucina di Cork – spesso definita la “capitale del Sud” d’Irlanda – è un perfetto mix tra tradizione e innovazione, con una forte predilezione per carne, pesce e zuppe. Tuttavia, anche nei ristoranti più tradizionali si possono trovare influenze internazionali, come piatti italiani, francesi o asiatici, sempre reinterpretati con un tocco irlandese, senza mai deludere i palati più esigenti.
La giornata gastronomica a Cork si articola in tre momenti distinti: una colazione abbondante e salata, un pranzo rapido spesso a base di sandwich e una cena ricca e completa, che include antipasto, zuppa, un piatto principale di carne o pesce, dessert e, naturalmente, birra locale o sidro.
La tipica colazione irlandese – “Irish Breakfast” – è un tripudio di sapori intensi: bacon grigliato, rognoni di agnello saltati, salmone fresco o affumicato, pomodorini e funghi alla piastra. Non mancano i formaggi – come il Cashel Blue – accompagnati dal tradizionale soda bread. Le uova sono protagoniste, servite scrambled con crema di latte e formaggio o reinterpretate in stile Benedict.
A Cork le zuppe rappresentano una vera e propria arte culinaria: dalla cremosa Seafood Chowder, a base di pesce e molluschi, alla saporita Lamb Soup con agnello. Altre varianti includono la Cockle Soup (brodo di molluschi) e il Bacon Broth, preparato con pancetta, verdure e orzo.
Tra le specialità di carne, spiccano l’Irish Stew – uno stufato d’agnello con patate e cipolle – e lo Spiced Beef, manzo speziato e cotto lentamente. Per chi ama i sapori intensi c’è il Drisheen, un sanguinaccio locale spesso abbinato alla trippa. Inoltre, molto diffuso è il Bacon and Cabbage, pancetta bollita servita con cavoli e patate, un classico dal sapore deciso.
Per quanto riguarda i piatti di pesce, il salmone è una star indiscussa, servito grigliato, affumicato o in varianti creative. Immancabile il fish & chips, proposto in pub e chioschi locali.
La dolcezza domina la fine del pasto con proposte come il Bread & Butter Pudding, a base di pane, burro e uvetta, o i tradizionali Irish Scones, farciti con clotted cream e marmellata. Tra i dessert spicca anche il Barmbrack, un lievitato con uvetta tipico di Halloween.
Cork è anche famosa per la sua cultura della birra. I birrifici locali, come Beamish e Murphy’s, producono stout corpose, perfette per accompagnare piatti di carne o pesce. Le birre bionde e i sidri completano l’offerta, regalando un’esperienza gustativa varia e appagante.
Come arrivare a Cork
In aereo: l’Aeroporto Internazionale di Cork (ORK) èsituato a circa 8 km a sud del centro città. Le compagnie che operano i collegamenti da e con l’Italia sono Ryanair (voli stagionali da/per Bergamo, Roma e Napoli), Volotea (volo diretto da Verona) e Aer Lingus, con voli diretti da Roma su Cork; voli da Milano e Venezia su Dublino con coincidenze verso Cork.
Da Dublino è possibile raggiungere Cork in circa 3 ore di treno con Irish Rail o in circa 4 ore e mezza con il pullman di Bus Éireann.
In treno: la principale stazione ferroviaria di Cork, Kent Station, è il capolinea delle linee Dublino-Cork e Cork-Youghal, oltre a servire le tre linee suburbane dirette a Mallow, An CóbheMidleton.
In autobus: la stazione degli autobus si trova in Parnell Place, vicino a Merchants Quay. Cork è ben collegata da autobus diretti provenienti dalle principali città e aeroporti irlandesi. Ci sono i collegamenti diretti dall’aeroporto e dal centro città con le linee gestite da Aircoach, Bus Éireann e Gobus.
Quando visitare Cork
Il periodo ideale per visitare Cork va da maggio ad agosto, con luglio e agosto che offrono generalmente cieli sereni e condizioni meteorologiche piacevoli. Tuttavia, in questi mesi è bene considerare l’aumento dei turisti e dei prezzi.
Un evento da non perdere è il Guinness Jazz Festival, che si tiene a ottobre, rappresentando un’ottima occasione per esplorare la città in un’atmosfera vivace e musicale.
Il clima di Cork è classificato come oceanico mite e variabile. Le precipitazioni sono frequenti, ma le temperature estreme sono rare, con valori raramente inferiori a 0°C o superiori a 25°C.
Cork ha un centro compatto, dove la maggior parte di ristoranti, pub, hotel e attrazioni turistiche si trova a breve distanza l’uno dall’altro, spesso entro un chilometro.
Come muoversi all’interno di Cork
Dalla Stazione di Cork Kent, i treni locali – gestiti da Irish Rail – servono tre linee: la Linea Est (verso Sud) con fermate a Little Island, Glounthaune, Fota, Carrigaloe, Rushbrooke e An Cóbh (tariffa singola: 5€);la Linea Est (verso Midleton) per Little Island, Glounthaune, Carrigtwohill e Midleton, con una fermata vicina alla Jameson Whiskey Distillery (tariffa singola: 5€); infine, la Linea Nord verso Mallow, ideale per raggiungere l’ippodromo.
I trasporti pubblici in città sono gestiti da Bus Éireann, con circa 22 linee urbane. Gli autobus operano tutti i giorni dalle 6:30 alle 23:30, con frequenze di 10-20 minuti durante le ore di punta. La linea 220 funziona 24 ore su 24. È possibile pianificare i viaggi e monitorare gli arrivi tramite le app e il sito di TFI (Transport for Ireland).
Per quanto riguarda le tariffe per i bus, occorre pagare in contanti 2,40/2,80€ per adulti e 1,40/1,70€ per bambini, oppure on la TFI Leap Card: 1,68/1,96€ per adulti e 0,98/1,19€ per bambini. Sono disponibili abbonamenti giornalieri, settimanali e mensili.
Cosa vedere nei dintorni di Cork
Nei dintorni di Cork si trovano alcune delle mete più affascinanti d’Irlanda, ideali per gite di un giorno. A breve distanza dal centro, il Castello di Blarney è una tappa imperdibile, famoso per la leggendaria Pietra di Blarney, che si dice doni l’eloquenza a chi la bacia.
Gli amanti della natura possono esplorare il Fota Wildlife Park, situato sull’omonima isola, dove animali esotici vivono in ampi spazi in semi-libertà. A pochi chilometri si trova An Cóbh, incantevole cittadina portuale conosciuta per essere stata l’ultimo scalo del Titanic e per la maestosa Cattedrale di St. Colman, che domina il paesaggio.
Per gli appassionati di storia, il Jameson Experience di Midleton propone un viaggio nella tradizione del whiskey irlandese con tour guidati e degustazioni. Infine, la spettacolare Wild Atlantic Way inizia nelle vicinanze, regalando panorami mozzafiato lungo la costa, con pittoreschi villaggi come Kinsale, celebre per il suo porto, i ristoranti di pesce e l’atmosfera colorata.
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