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Cosa vedere a Gaeta in 3 giorni. Un itinerario ideale alla scoperta degli angoli suggestivi del borgo lungo la misteriosa Riviera di Ulisse.

Gaeta è adagiata ai piedi del Monte Orlando, lungo la spettacolare Riviera di Ulisse. Dallo storico passato – protagonista di eventi e scontri bellici – il borgo gaetano è incastonato in uno splendido golfo bagnato dalle acque cristalline del Mar Tirreno e gode di spiagge, che ottengono ormai da diversi anni il rinomato riconoscimento di “Bandiera Blu”.

La storia di Gaeta

La storia di questo borgo è ricca di influenze e dominazioni: prima dominio romano, poi trasformato in ducato e infine dominio angioino e aragonese.

Oggi il borgo di Gaeta si compone di due storici insediamenti che in passato erano separati per poi essere unificati nel 1927: il borgo Medievale e il borgo Elena – chiamato così in onore della regina Elena di Savoia.

I primi insediamenti nell’area di Gaeta risalgono al VIII secolo a.C.; divenne dominio romano e luogo di villeggiatura imperiale nel 345 a.C.
Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, Gaeta fu saccheggiata dai Saraceni, attacco che portò all’edificazione del castello, che nel corso dei secoli fu rimaneggiato e ampliato.

Nel IX secolo il borgo di Gaeta divenne Ducato e Repubblica Marinara. Questa sua splendida fase durò fino al 1140, quando fu conquistata da re Ruggero II d’Altavilla, nonno di Federico II di Svevia.

Nel corso dei secoli successivi, Gaeta fu dominata dagli Angioini e dagli Aragonesi. Inoltre, proprio da Gaeta salparono le navi pontificie alla volta della Battaglia di Lepanto del 1571. Il borgo fu anche il campo dell’ultima battaglia che si tenne tra il Regno delle Due Sicilie e l’esercito piemontese nel 1861, che si concluse con la resa di Francesco II di Borbone.

Il campanile della Cattedrale di Gaeta visto dall’alto | © Serena Annese
Gaeta vista dal mare | © Serena Annese

Il Borgo Medievale e il centro storico di Gaeta

Esplorando le stradine acciottolate e gli stretti e caratteristici vicoli dei quartieri gaetani è possibile apprezzarne la doppia anima: medievale nella parte alta, ricca di chiese e dominata dall’imponente castello Angioino-Aragonese e quella marinara nella parte bassa, legata alle tradizioni dei pescatori e delle “paranze”, le tipiche imbarcazioni locali che potrete ammirare ormeggiate lungo il golfo.

Gaeta è uno scrigno di tesori architettonici – custodisce ben 100 chiese, alcune inglobate in edifici più recenti – ed è racchiusa dalle due antiche porte, che furono fino al 1928 gli unici accessi via terra.

Tra i simboli architettonici del Borgo Medievale e del centro storico di Gaeta c’è la Cattedrale dei Santi Erasmo e Marciano e di Santa Maria Assunta, con un’architettura che unisce il romanico al neogotico e al barocco e risalente al XI-XII secolo. L’edificio custodisce nella cripta le spoglia di Sant’Erasmo e si sviluppa in una pianta a tre navate con cappelle laterali; l’esterno è dominato dal magnifico campanile romanico alto ben 57 metri. La Cattedrale è “Monumento Nazionale Italiano” dal 1941.

Indirizzo: Via Duomo, 24, 04024 Gaeta LT
Orari: è aperta tutti i giorni dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 17:00 alle 19:00.
Biglietto: ingresso gratuito.

Un altro importante edificio religioso di Gaeta è l’imponente Tempio di San Francesco d’Assisi, edificato a partire dal 1283 grazie alle donazioni di Carlo II d’Angiò. Il nome lo deve alla sua vicinanza ad un antico convento fondato proprio da San Francesco d’Assisi nel XIII secolo.

Tempio di San Francesco d’Assisi a Gaeta | © Serena Annese
Il Castello Angioino-Aragonese di Gaeta visto dal mare | © Serena Annese

Indirizzo: Via S. Giovanni Bosco, 1, 04024 Gaeta LT
Orari:
è aperto solo sabato e domenica dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 17:30.
Biglietto: ingresso gratuito.

Custode dall’alto del borgo di Gaeta, il Castello Angioino-Aragonese fu eretto secondo alcune teorie nel corso del VI secolo durante la Guerra dei Goti e secondo altre fonti durante l’espansione dei Longobardi. Abbiamo conferma della sua esistenza ai tempi di Federico II di Svevia, che finanziò i lavori di fortificazione nel 1223.

La fortificazione di Gaeta è detta “Castello Angioino-Aragonese” perché si compone di due edifici tra loro comunicanti ma realizzati in due momenti storici diversi. L’edificio più in basso – detto Angioino – fu realizzato nel corso della dominazione francese dagli Angioini; mentre quello più in alto – detto Aragonese – fu fatto costruire dall’imperatore Carlo V.

Indirizzo: Via Angioina, Salita Castello, 04024 Gaeta LT
Orari: per verificare gli orari stagionali, consultare il sito ufficiale.
Biglietto: 10€ / per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito ufficiale.

Infine, ricordiamo anche il Santuario della Santissima Annunziata – nel centro storico della città, tra via dell’Annunziata e il lungomare Caboto – edificato nel XIV secolo. Un’architettura barocca che custodisce alcuni preziosi codici di monaci amanuensi e una cappella ricoperta d’oro, dov’era solito recarsi papa Pio IX.

Il pittoresco “Borgo dei Pescatori” di Gaeta

Uno degli angoli più affascinanti di Gaeta è proprio quello noto come “Borgo dei Pescatori”, ovvero il quartiere di Porto Salvo, dove abbiamo anche alloggiato. Il quartiere si sviluppa lungo l’asse principale – Via dell’Indipendenza – da cui si diramano secondo una struttura definita a “pettine”, una serie di strette viuzze e vicoli con archi che conducono alle numerose case dei pescatori. Alcuni vicoli sono il risultato di un restauro promosso dall’Associazione Abbelliamo Gaeta.

Uno dei pittoreschi vicoli del quartiere di Porto Salvo a Gaeta | © Serena Annese
Chiesa dei Santi Cosma e Damiano e Scalinata degli Scalzi a Gaeta | © Serena Annese

I vicoli di Porto Salvo sono delle vere e proprie opere d’arte; ognuno è dedicato ad un mestiere o ad una tradizione del borgo. Percorrendo le pittoresche stradine – seguendo il profumo di salsedine che si sprigiona nell’aria – si giunge al porto, dove si possono ammirano le “paranze”, le tipiche imbarcazioni dei pescatori ormeggiate lungo la banchina. Qui al tramonto si può godere di un’istantanea della tradizione gaetana, il ritorno dei pescatori con i loro pescherecci spesso carichi di un gustoso bottino.

Il cuore del quartiere di Porto Salvo è senza dubbio la “Scalinata degli Scalzi” – nota così perché parte di un antico convento dell’Ordine degli Agostiniani Scalzi – che conduce alla chiesa dei Santi Cosma e Damiano a cui è annessa la cappella di Santa Maria di Porto Salvo. La chiesa dei Santi Cosma e Damiano è un magnifico esempio di architettura barocca, opera di Jacopo e Dionisio Lazzari. La pianta è ad un’unica navata ed è caratterizzata da un’alternanza di pareti celesti e stucchi bianchi.

La Cappella di Santa Maria di Porto Salvo annessa alla chiesa è stata edificata utilizzando parte del rivestimento lapideo dell’antico mausoleo del console romano Lucio Sempronio Atratino ed è il risultato di un voto fatto dalla popolazione alla Madonna in occasione di una pestilenza scoppiata nel 1656. La tradizione vuole infatti che la madonna apparve un anno prima a dei naufraghi nel corso di una tremenda tempesta, portandoli in salvo.

All’interno della cappella è custodita la statua della santa – nota tra i gaetani come “Madonna Nostra” – protettrice dei pescatori, che ogni anno (la seconda domenica di agosto) viene portata in processione su una barca decorata a festa e seguita dagli abitanti del borgo, che per l’occasione escono in mare con le proprie imbarcazioni. 

Nella parte alta del borgo si trova ancora parte della struttura del mausoleo, che fu utilizzato anche come polveriera nel 1815. Il mausoleo di Lucio Sempronio Atratino presenta una pianta circolare e un corridoio anulare.

Un altro affascinante angolo è la coloratissima “Piazza Goliarda Sapienza” dedicata alla letteratura e alla poesia. La piazza è decorata con panchine a forma di libro e un murales che riporta i versi dedicati a Gaeta da illustri letterati e poeti tra cui Dante, Cervantes e Goethe. 

Piazza Goliarda Sapienza nel quartiere di Porto Salvo a Gaeta | © Serena Annese
Uno dei pittoreschi vicoli del quartiere di Porto Salvo a Gaeta | © Serena Annese

Il suggestivo Monte Orlando tra sacro e profano: la Montagna Spaccata e la misteriosa Grotta del Turco a Gaeta

Tra i luoghi più suggestivi visitati a Gaeta c’è sicuramente la Montagna Spaccata, che ospita il Santuario della SS. Trinità, costruito nel XI secolo dai monaci benedettini su un pendio di Monte Orlando. Si racconta che qui visse San Filippo Neri, la cui testimonianza sarebbe un giaciglio in pietra noto come il “letto di San Filippo Neri”.

Il Santuario è parte integrante dei Monti Aurunci – rifugio dei pontefici in passato. Nel 1434, probabilmente a causa di un terremoto, un grosso masso crollò, incastrandosi in una delle fenditure del monte e su questo fu eretta una cappella dedicata al Crocifisso. Lungo il pendio del Monte Orlando si inerpicano sentieri che conducono a magnifici belvederi, oltre che alle vecchie polveriere e depositi per le munizioni risalenti alla fine del XVIII secolo.

Percorrendo la lunga e stretta scalinata costruita nella roccia – circa 300 gradini – ci si trova davanti ad un’iscrizione in latino – “Un incredulo si rifiutò di credere a ciò che la tradizione riferisce, lo prova questa roccia rammollitasi al tocco delle sue dita” – affiancata dall’impronta di una mano impressa nella roccia, che secondo la leggenda sarebbe quella di un marinaio turco miscredente che quando toccò la roccia, questa si sciolse fra le sue dita come se fosse stata di cera.

Montagna Spaccata di Gaeta | © Serena Annese
Polveriera sulla Montagna Spaccata di Gaeta | © Serena Annese

Legate a questo luogo ci sono anche altre leggende, la prima ricondurrebbe la frattura della montagna al momento in cui Cristo morì in croce e un’altra leggenda la assocerebbe ad una storia drammatica ma molto romantica. Questa leggenda racconta dell’amore dal triste destino tra il giovane montanaro Giordano e la bellissima Etele, un’anguana – una leggendaria creatura ammaliante che danzava durante le notti di luna piena. I due giovani si amarono perdutamente, ma il destino di Etele era quello di scomparire alla morte della madre (la maga del bosco) e quando questo triste destino si compì, la bellissima creatura scomparve per sempre nella montagna, che per il dolore dei due innamorati si spaccò.

Indirizzo: Chiesa Santuario della Ss. Trinità alla Montagna Spaccata, 04024 Gaeta LT
Orari: è aperta tutti i giorni dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 14:30 alle 17:45. Chiusa il lunedì.
Biglietto: ingresso gratuito / c'è la possibilità di lasciare un'offerta per supportare la gestione del sito storico e naturalistico.

Le sette spiagge di Gaeta

La costa di Gaeta è un’alternarsi di falesie frastagliate e tratti sabbiosi con circa 10 km di spiagge, che si estendono da Sperlonga fino al centro storico di Gaeta. La spiaggia principale – a poco distanza dal centro del borgo – è quella di Serapo, ricca di lidi e stabilimenti.

Le altre spiagge – bandiera blu da diversi anni – sono in gran parte raggiungibili solo via mare o percorrendo sentieri e scale naturali: la spiaggia di Sant’Agostino è famosa tra gli amanti del free climbing – con partenza dal Monte Moneta – e la spiaggia di San Vito, che si trova subito dopo una piccola baia privata del Grand Hotel “Le Rocce” ed è dominata dall’omonima torre che si specchia nelle sottostanti acque cristalline.

Potrete ammirare anche la suggestiva spiaggia dell’Arenauta – spiaggia naturista con sabbia dorata e raggiungibile scendendo 300 gradini – la spiaggia Ariana (una delle più incantevoli di Gaeta) e la spiaggia dei Quaranta Remi, raggiungibile solo a nuoto o in barca, di fronte la quale si trova il cosiddetto “Pozzo del Diavolo” – noto anche come “Pozzo delle Chiavi”– una grande grotta che si apre nella roccia ed è meta degli amanti di subacquea. Infine, molto affascinante è anche la spiaggia di Fontania, un piccolo arenile sabbioso in cui sono stati ritrovati i resti della lussuosa villa romana del console Gneo Fonteo.

Il mio consiglio è quello di ammirarle tutte, ma soprattutto di godere del tramonto lungo la spiaggia di Serapo, magari sorseggiando uno spritz sulla terrazza del “Lido Aurora”.

Spiaggia di Serapo a Gaeta al tramonto | © Serena Annese
Il salottino con angolo cottura di Casa Scalzi | © Serena Annese

Dove dormire a Gaeta

Per vivere un’esperienza completa e respirare l’atmosfera autentica di Gaeta, voglio suggerirvi un alloggio. Noi abbiamo soggiornato in una tipica casa nel cuore del quartiere di Porto Salvo: “Casa Scalzi. Il nome lo deve alla sua posizione adagiata su uno dei lati della “Scalinata degli Scalzi”, simbolo dell’identità e luogo di aggregazione degli abitanti del quartiere. 

Casa Scalzi non è un semplice alloggio, ma è il risultato dell’estro artistico del suo host Glauco, che ha deciso di ristrutturare un appartamento che si sviluppa su più piani, a due passi da Via dell’Indipendenzaricca di vicoli, piccoli balconi, archi e botteghe di artigiani – e immerso nella tranquilla e appartata via Atratina.

Casa Scalzi si sviluppa quindi su 4 piani, rispettando la sua originaria struttura e il suo precedente utilizzo; in passato infatti il mare raggiungeva i piani inferiori delle abitazioni del borgo, dove venivano ormeggiate le barche dei pescatori. 

Appena si oltrepassa la soglia si può ammirare la cura dei dettagli applicata all’arredamento; mobili di riutilizzo in toni pastello e oggetti che racchiudono le tradizioni locali, ma anche mobili in legno intagliato – souvenir di viaggi in terre lontane che si mescolano perfettamente all’identità di Casa Scalzi

L’alloggio ha 2 stanze matrimoniali – ognuna con il suo bagno privato e dotate di tutti i comfort – un salottino con angolo cottura e bagno di servizio. Uno degli angoli che ho amato di più è quello all’ultimo piano, dove si trova uno studiolo rilassante e dal cuore vintage che volendo può essere trasformato in un’ulteriore stanza singola ed è anche l’accesso per il terrazzino, da cui si gode della bellezza del vicolo

Inoltre soggiornando a “Casa Scalzi“, avrete la possibilità di vivere un’esperienza indimenticabile: una giornata in barca lungo la spettacolare costa del Golfo di Gaeta. Non appena abbiamo letto di questa possibilità, non abbiamo esitato a richiedere il servizio. Il nostro host ci ha subito messi in contatto con Peppe, skipper simpaticissimo e preparatissimo che ci ha accompagnati lungo la costa con la sua barca.

Gaeta vista dal mare | © Serena Annese
La Montagna Spaccata vista dal mare | © Serena Annese

Gaeta e il suo promontorio acquistano un fascino più profondo ammirati dal mare; considerate che la conformazione naturale delle falesie, ricoperte dalla macchia mediterranea e alcune spiagge si possono apprezzare solo in barca. Noi non siamo stati molto fortunati a causa della foschia, ma vi posso assicurare che la compagnia e le spiegazioni di Peppe hanno reso tutto ugualmente indimenticabile.

La bellezza della costa frastagliata e l’acqua cristallina e turchese in alcuni punti (nonostante il cielo non propriamente terso) ci hanno fatto innamorare profondamente di questa parte del litorale laziale. 

Una suggestiva unione tra mare e terra, ricca di calette, grotte, piccole spiagge e angoli leggendari che vi sembreranno ancora più affascinanti dal mare. Non perdete quindi l’occasione di vivere un’esperienza unica. 

Una piccola curiosità: Gaeta fa parte del Parco della Riviera di Ulisse – un tratto di costa lunga circa 100 Km e bagnata dal Mar Tirreno – che sembrerebbe legato a numerose leggende. Molti ritengono che Ulisse prima e Enea poi approdarono proprio lungo le coste della Riviera e secondo Virgilio una delle spiagge di Gaeta sarebbe il luogo dove Enea seppellì la sua nutrice. 

Dove e cosa mangiare a Gaeta

La tradizione gastronomica gaetana meriterebbe un approfondimento a parte per la ricchezza di piatti e prodotti tipici del territorio. Protagonista indiscussa e golosa di Gaeta è la “Tiella”, una torta salata con diverse farciture; la più tradizionale è quella con polpo, pomodorini e olive locali, ma molto gustosa è anche quella alla scarola con o senza aggiunta di baccalà. La Tiella ha ricevuto nel 2005 il marchio di “Denominazione Comunale d’Origine”.
Io vi consiglio di provarla all’ “Antico Forno Giordano” (Via dell’Indipendenza, 39) nel quartiere di Porto Salvo, aperto dal 1890 dove ogni giorno le sapienti mani di Enrico Giordano sfornano le tielle migliori di Gaeta!

Un’altra prelibatezza gaetana è laVotapiatto di calandrelle”, una ricetta preparata con piccoli calamari che vengono infarinati e soffritti in olio bollente e aglio, in seguito girati come una frittata e cotti dall’altro lato.

Antico Forno Giordano aperto dal 1890 | © Serena Annese
Capellini al sugo di sparnocchie e trombolotto di Sermoneta da “Dolia” | © Serena Annese

Le ricette tradizionali sono davvero numerose e per questo voglio consigliarvi tre locali da provare di tre diverse categorie. Il primo è “Dolia” (Piazza Conca, 22), ristorante Michelin nato dalla collaborazione tra lo chef Michele Emilio Corrado e lo chef stellato Francesco Apreda. Qui potrete gustare rivisitazioni in chiave moderna di piatti tradizionali, sapientemente accostati ad ingredienti orientali.

Il secondo è “Scirocco Bistrot” (Via Annunziata, 11), un ristorante intimo e colorato nel centro storico di Gaeta che propone piatti della tradizione di grande qualità con un’attenta selezione del prodotto locale, fresco e d’eccellenza.

Sauté di Cozze da “Come il Mare” | © Serena Annese
Frittura di calamari da “Scirocco Bistrot” | © Serena Annese

Infine vi parlo di “Comeilmare” (Lungomare Giovanni Caboto, 75) – pescheria nel quartiere di Porto Salvo a Gaeta – che propone sia piatti della tradizione che varianti di tartare e pokè. Qui si può scegliere se fra il servizio al tavola o il self service. La pescheria è anche vicinissima a “Casa Scalzi. Un’esperienza originale!

Prima di salutare Gaeta, non dimenticate di gustare anche la palleciotta”, un bignè ripieno di crema alla nocciola e ricoperto di crema Chantilly, che potrete assaggiare presso la storica pasticceria “Stenta (Corso Italia, 55), aperta dal 1969. DELIZIOSA!!!

Palleciotta della storica pasticceria “Stenta” | © Serena Annese
La storica pasticceria “Stenta” a Gaeta | © Serena Annese

Conoscevate già il borgo di Gaeta? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!

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