
Lungo l’antica via Flaminia in Umbria: visita all’area archeologica di Carsulae
Alla scoperta dell'area archeologica di Carsulae, l'antica città lungo la via Flaminia, tra passato ritrovato e indagini archeologiche ancora in corso.
Edificata lungo l’antico tracciato della via Flaminia, Carsulae è stato un importante centro urbano d’epoca romana dell’area umbra, tra “Interamna Nahars” (l’attuale Terni) e “Casventum” (l’attuale San Gemini). Grazie ai numerosi scavi, alcuni attualmente in corso, sono stati riportati alla luce edifici che hanno permesso di ipotizzare il ruolo rivestito dall’antica città e la sua probabile funzione come luogo di sosta lungo una delle arterie antiche più importanti.
Indice
Storia e fondazione di Carsulae
Carsulae sorge in un’area geografica che si estende tra prati verdi e boschi rigogliosi su un terreno caratterizzato da depressioni, le cosiddette ‘doline’.
La sua fondazione si colloca alla fine del III sec. a.C. quando furono conclusi i lavori della via Flaminia, che attraversa l’area nord della città.
Per la sua posizione e per le caratteristiche favorevoli del terreno coltivabile e la presenza di sorgenti, Carsulae divenne presto un centro di grande importanza. La fase Repubblicana è difficile da ricostruire, a causa della scarsa presenza di resti di iscrizione e strutture risalenti a tale periodo. Sappiamo con certezza però che l’area subì una forte urbanizzazione e monumentalizzazione in epoca augustea.


Quando il ramo orientale della via consolare acquisì maggiore importanza – a partire dagli inizi del IV secolo d.C. – Carsulae iniziò un lento ma irrefrenabile declino, dovuto anche all’assenza di strutture difensive che la resero vulnerabile alle nuove invasioni barbariche. Fu così che gli abitanti si spostarono in aree più sicure.
Le campagne di scavo principali che hanno permesso di riscoprire Carsulae furono eseguite ad opera dell’archeologo Umberto Ciotti tra il 1951 e il 1972. Nel corso di questi scavi fu recuperata gran parte dell’area pubblica della città, attraversata dalle due strade principali: il “cardo maximus” (la via Flaminia) e il “decumanus maximus“, che conduceva al complesso degli spettacoli.
Al termine degli scavi condotti da Ciotti, sono state avviate altre campagne di ricerca – ancora in corso – nell’area nord-est gestite dall’associazione ASTRA, che hanno portato alla scoperta di ulteriori edifici pubblici, tra cui la sorprendente “Domus dei mosaici”, nell’angolo sud-ovest del foro di Carsulae.
La piccola chiesa dei santi Cosma e Damiano
Il percorso di visita si snoda seguendo le due arterie che attraversano Carsulae che definiscono perfettamente il dolce paesaggio su cui è stata edificata la città antica tra doline e lievi colline. Dopo aver superato le terme – un ambiente absidato a pianta rettangolare – appare ai nostri occhi la chiesa dei Santi Cosma e Damiano. La particolare pianta dell’edificio e la dedica ai due santi medici – molto diffusa nel VI secolo – hanno fatto sorgere non pochi dubbi.
Sono state individuate tre fasi costruttive: una collocata tra il I e il II secolo d.C. quando l’edificio – forse il “macellum” della città – presentava una pianta rettangolare meno larga, una seconda fase in cui è stata trasformata in una chiesa primitiva nel VI secolo e in cui è stata mantenuta la forma originaria con l’aggiunta del portico. Infine, una fase romanica – nel XI secolo – in cui è stata dotata dell’attuale aspetto con l’aggiunta dell’abside semicircolare e della seconda navata a sinistra – divisa da quella centrale da tre colonne. Probabilmente – osservando gli archi sulla controfacciata – era prevista la realizzazione di una terza navata a destra, che non fu mai realizzata.


Osservando il pronao si nota come non sia perfettamente centrato rispetto alla facciata, aspetto che confermerebbe l’aggiunta della seconda navata in una fase successiva. Il portale è sormontato da una lunetta marmorea decorata in bassorilievo con al centro una croce greca e ai lati animali e due figure umane con nimbo, probabilmente i santi titolari della chiesa.
Un altro elemento importante riguarda la zona absidale della chiesa, dove si possono ammirare interessanti frammenti di affresco. Sul pilastro dell’abside si trova un santo su un fondo dorato interpretato come uno dei due santi medici, mentre nel catino absidale sono raffigurate altre due figure nimbate – uno non identificato e l’altro interpretato come il secondo santo medico – insieme ad ulteriori frammenti poco leggibili.


I recenti scavi e la “Domus dei mosaici”
Raggiungendo l’incrocio tra le due arterie che attraversavano Carsulae ci si ritrova nel maestoso foro di forma trapezoidale, dove un tempo sorgevano i templi più importanti, gli edifici pubblici principali – come la Basilica e la Curia, sede del Senato – e una cisterna ipogea; tutti ascrivibili ad una fase costruttiva collocabile tra il I secolo a.C. e l’età augustea. Nell’area del foro sono stati scoperti anche due templi gemelli posti su un alto podio.
Tra gli edifici riportati alla luce, ci sono alcuni uffici amministrativi – da cui provengono frammenti di statue e una testa dell’imperatore Claudio – con quattro camere con absidi rettangolari e pavimenti in marmo, ma anche le “tabernae” di uso commerciale e dotate di una copertura a volta e un bancone in pietra destinato alle vendite.


Dai recenti scavi sono stati rinvenuti due interessanti edifici. Il primo – nell’angolo nord-ovest del foro – è un grande ambiente diviso in tre navate da due file di tre colonne, di cui restano solo le basi in pietra. Probabilmente aveva una funziona pubblica come luogo di riunione del senato locale di Carsulae, la Curia.
Nell’angolo sud-ovest del foro si trova il secondo edificio, la grande “domus dei mosaici” ricca di decorazioni musive con tessere bianche e nere e motivi geometrici. In particolare la pavimentazione della grande sala conserva una cornice raffigurante una cinta muraria. Si trattava probabilmente di uno spazio pubblico polifunzionale destinato al ricevimento di magistrati. Attualmente i mosaici sono stati coperti per salvaguardarne la conservazione. La speranza è che i fondi per metterli in sicurezza e per ammirane la loro bellezza possano giungere quanto prima!
Complesso degli spettacoli
Nel settore est di Carsulae si trova il “complesso degli spettacoli” con un anfiteatro e un teatro perfettamente allineati. Il primo fu realizzato – durante la dinastia dei Flavi – in una depressione naturale, evidenziata dall’andamento del terreno e dal livello su cui si sviluppano gli edifici circostanti. Al grandioso anfiteatro si accede attraverso due ingressi principali disposti lungo l’asse maggiore e altri 4 secondari e di servizio.


Il teatro – risalente al tempo di Augusto – presenta una struttura in “opus reticulatum” che insiste su un livello di terreno più in alto rispetto a quello dell’anfiteatro. La cavea era in origine sostenuta – nella parte mediana e in quella superiore – da quindici vani coperti da volte a botte.
Lungo il muro perimetrale dell’anfiteatro è stato scoperto anche un edificio colonnato di cui non è stato possibile individuarne la funzione, benché secondo alcuni potrebbe essere stata una palestra.


L’ingresso nord della città e la necropoli
Proseguendo lungo la via Flaminia si raggiunge l’arco monumentale di San Damiano che permetteva l’accesso a chi proveniva da nord e aveva la funzione simbolica di dividere l’area urbana da quella esterna, dove si sviluppava anche la necropoli. L’arco di San Damiano faceva parte in origine di una struttura a tre fornici costruita in opera cementizia rivestita da lastre di travertino e visibile anche da una grande distanza a chi percorreva la via consolare.
Oltrepassando l’arco si raggiungono le sepolture monumentali appartenute a personaggi o famiglie emergenti nella comunità di Carsulae. Due di queste tombe sono state restaurate e datate tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C.


La prima sepoltura si trova a ridosso dell’arco e si imposta su una grande base quadrangolare, sormontata da un tamburo cilindrico e un coronamento a merli. La seconda è del tipo a torre, con basamento quadrangolare e un corpo cilindrico con lucernai decorati da un fregio dorico con metope, triglifi e scanalature verticali; la copertura termina con una cuspide.
Nei pressi delle prime due sepolture è riapparso anche un altro monumento che si presuppone fosse ad edicola. La struttura originaria è difficile da confermare a causa del suo stato di conservazione.
Infine, la quarta ed ultima tomba riportata alla luce nel corso degli scavi del 1961 – eseguiti da Ciotti – ha restituito un sarcofago in calcare e coperchio a doppio spiovente che ne custodiva un altro in piombo con i resti di una bambina di 10 anni, probabilmente figlia di una delle famiglie di rilievo di Carsulae, considerato il pregio del corredo con una collana e un paio di orecchini in oro.


Percorrendo le arterie e ammirando le pietre antiche di Carsulae, risuona il richiamo del passato che, attraverso gli attuali e pazienti scavi, promette di rivelare nuove testimonianze e segreti sepolti, mettendo in luce un’epoca dimenticata e arricchendo ciò che si sa sul glorioso retaggio dell’antica Umbria.
Ad oggi il parco archeologico di Carsulae ospita anche interessanti eventi e spettacoli culturali e musicali. Per restare aggiornati sugli eventi in programma, consultate il sito ufficiale o la pagina Instagram.
Conoscevate già l’area archeologica di Carsulae? L’avete già visitata o lo farete presto? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!
Informazioni Utili
Indirizzo: Strada di Carsoli 8, 05100 Terni (TR)
Orari: l’area archeologica di Carsulae è aperta dal 30 marzo al 26 ottobre dalle 8:30 alle 19:30 e dal 27 ottobre al 29 marzo dalle 8:30 alle 17:30.
Biglietti: Il biglietto intero ha un costo di 5€. Esiste la possibilità di acquistare un biglietto combinato “Cascata delle Marmore + Carsulae” di 12€. Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese. Per verificare le condizioni di gratuità o riduzione, consultate il sito ufficiale.
Sito web: www.carsulae.site