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  >  In giro per l'Europa   >  On the road nel centro della Spagna: un viaggio indimenticabile tra tradizione e gastronomia
Cosa vedere "on the road" nel centro della Spagna. Le città e le attrazioni più importanti da visitare per trascorrere 4 giorni indimenticabili tra arte, buon cibo e tanto divertimento. 

Terra rossa, distese aride e panorami mozzafiato, la Spagna è un paese caratterizzato da paesaggi sbalorditivi e meravigliosi. Ogni città spagnola ha una sua personalità, un profondo passato e le sue specialità culinarie; caratteristiche evidenziate nel corso di un on the road attraverso le regioni centrali, nei pressi di Madrid. 

Un viaggio di quattro giorni, che darà modo di vedere una sfumatura del paese ben distante dalla frenesia tipica delle sue grandi città. Esploriamo le piccole cittadine cariche di storia e cultura, circondate da un arido paesaggio collinare e avvolte da ritmi più distesi. Scopriamo il cuore della Spagna in quattro giorni!

PRIMO GIORNO

Cuenca: la città sospesa

Si parte da Cuenca, cittadina incastonata tra montagne e corsi d’acqua, avvolta da un silenzio quasi ancestrale. Cuenca – a circa 170 km da Madrid – si trova su un belvedere tra le gole dei fiumi Huécar e Júcar ed è famosa per le sue Casas Colgadas” (case sospese). Girovagando per le strette stradine del centro storico si possono osservare delle abitazioni in pietra che sembrano davvero sfidare la gravità inclinandosi verso la gola del fiume Huécar, come sospese tra cielo e terra in una surreale atmosfera medievale.

La città spagnola – patrimonio UNESCO dal 1996 e circondata dalla Serranía de Cuenca – dev’essere vissuta così, perdendosi nel dedalo delle sue stradine e ammirando le piccole piazze nascoste. Un paesaggio che cela l’essenza dell’eternità.

Cuenca | © Serena Annese
Casas Colgadas” di Cuenca | © Serena Annese

L’esperienza a Cuenca non è completa senza aver assaggiato la deliziosa cucina locale. I sapori autentici dei piatti assaporati pressoLas Brasas (C. Alfonso VIII, 105) raccontano una storia di tradizione e passione culinaria. Deliziosi i funghi alla brace e il tagliere di “jamón ibérico.

Fondata alla fine del XII secolo, quella di Cuenca è la prima cattedrale gotica realizzata in Castiglia. È una cattedrale di grandi dimensioni, divisa in tre navate e alta 36 metri. Fu il primo edificio ad essere realizzato dopo la conquista della città – nel luogo dove sorgeva un’antica fortezza musulmana – per volere del vescovo San Julián e grazie alla protezione ricevuta dal re Alfonso VIII.

In origine era completata da quattro torri, di cui non resta nulla se non il basamento di quella dell’Angelo, risalente alla prima fase costruttiva. Nel corso dei secoli ha subito restauri e aggiunte, compresa la facciata frutto di lavori svolti all’inizio del XX secolo in stile neogotico, che ne hanno aumentato lo splendore.

Tagliere di “jamón y queso ibérico” presso “Las Brasas” a Cuenca | © Serena Annese
Catedral de Cuenca | © Serena Annese

Esistono alcune leggende sulla Cattedrale di Cuenca. Una di queste racconta di Costanza di Aragona, che a causa di una salute molto precaria pregò Dio di essere guarita. Dopo essersi addormentata, sognò San Julián che la invitò a recarsi nella cattedrale per ritirare uno dei cesti che aveva lasciato. Costanza guarì immediatamente appena lo raccolse e potè sposare Federico II. Si pensa infatti che alla sua morte fu proprio Federico II a promuovere l’ampliamento della chiesa.

Un’altra leggenda la collega alle profezie di Nostradamus, secondo le quali sembrerebbe che al suo interno sia custodito il Santo Graal. Inoltre sono stati individuati altri elementi al suo interno che sembrerebbero alludere all’Ordine dei Templari, come la famosa stella a otto punte.

Indirizzo: Pl. Mayor, 16001 Cuenca, Spagna
Orari: per verificare gli orari stagionali, consultare il sito ufficiale.
Biglietto: 5,50€ / per verificare le altre opzioni di biglietto e le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito ufficiale.

SECONDO GIORNO

Alla scoperta dei mulini di Don Chisciotte a Consuegra

Non puoi fermare il vento, ma devi sapere come fabbricare mulini”.

– Miguel de Cervantes “Don Chisciotte della Mancia” –

Quante volte leggendo le pagine del romanzo spagnolo più famoso della storia, ci siamo immaginati quei paesaggi assorbiti dalle sublimi descrizioni della penna di Cervantes?! 

La seconda tappa dell’on the road è proprio alla scoperta dei famosi mulini a vento contro i quali l’amato Don Chisciotte credeva di “combattere”. Si trovano a Consuegra, un comune spagnolo nella comunità autonoma di Castiglia-La Mancia, a circa 2 ore da Madrid. Dodici mulini ognuno con il proprio nome, scritto sulla porta d’ingresso. Le strutture originarie sono in ottimo stato e in alcuni è ancora possibile ammirarne i vecchi macchinari.

Mulini di Consuegra | © Serena Annese
Migas Manchegas” presso “Doña Jimena” a Consuegra | © Serena Annese

In origine tutta La Mancia era piena di questi mulini, ad oggi però ne restano davvero pochi. Erano fondamentali per la produzione della farina e a causa della scarsità di acqua – il nome “La Mancha” identifica proprio questo aspetto – l’unica fonte energetica disponibile era proprio il vento.

A pochi metri sorge anche un castello, la cui storia è legata soprattutto all’epoca del Re Alfonso VIII, che concesse questo edificio all’ordine dei “Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme”. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, infatti di tanto in tanto è possibile incontrare proprio Don Chisciotte con il fidato scudiero Sancho Panza.

Indirizzo: Cerro Calderico, 45700 Consuegra, Toledo, Spagna 
Orari: 24 ore su 24.
Biglietto: ingresso gratuito.

Prima di ripartire fermatevi presso il ristorante medievale “Doña Jimena(C. Fuentecilla, 17), una trattoria dalla tipica atmosfera “manchega dove i proprietari vi accoglieranno con un gran sorriso e nel giro di pochi minuti vi sembrerà di mangiare in famiglia. Da provare le “migas manchegas – “briciole” di pane raffermo condite con aglio, olio di oliva, origano, pomodori e altri ingredienti di cui disponevano i pastori. Si prosegue poi con assaggi di queso manchego– formaggio semi-stagionato e il gazpacho, la famosa zuppa fredda a base di pomodoro e verdure crude.

Mulini di Consuegra | © Serena Annese
Queso Manchego” presso “Doña Jimena” a Consuegra | © Serena Annese

Toledo: un’autentica gemma

Tra le cittadine da visitare nel corso di road trip in Spagna, Toledo è stata senza dubbio la più affascinante. Toledo è magnifica, medievale, misteriosa e ricca di storia e arte, nonostante le sue piccole dimensioni. Le torri medievali svettano verso il cielo, testimoni silenziose di epoche lontane, mentre le strade in ciottoli invitano a un viaggio nel passato. Le chiese gotiche, i monasteri e le sinagoghe raccontano la storia di una città che è stata culla di convivenza tra cristiani, musulmani ed ebrei. Una città dove si sono mirabilmente incrociate molteplici culture e tradizioni.

Toledo | © Serena Annese
Statua di Miguel de Cervantes a Toledo | © Serena Annese

Ciò che rende Toledo davvero speciale è poi la sua posizione panoramica, che regala vedute mozzafiato sulla campagna circostante e sul fiume Tago. Il tramonto dipinge il cielo di tonalità arancioni e rosa, mentre le luci della città si accendono lentamente, creando un’atmosfera romantica e suggestiva che attrasse anche artisti come El Greco, che visse nella città spagnola dal 1577 fino al giorno della sua morte.

Tra gli splendidi edifici di Toledo, il più maestoso è la sua cattedrale dedicata a Santa Maria, un vero capolavoro in stile gotico. La chiesa fu edificata nel XIII secolo, al di sopra di una Moschea erede della dominazione musulmana. Dopo la Cattedrale di Burgos, quella di Toledo è la più grande cattedrale gotica della Spagna.

Affacciandosi su piazze lastricate, la chiesa accoglie i visitatori con una facciata imponente, un intricato mosaico di sculture che narrano storie sacre. La facciata – incorniciata da due torri campanarie, di cui una alta 90 metri e l’altra rimasta incompiuta – è imponente e su di essa si aprono tre grandi portali, tra cui la centrale Puerta del Perdon, chiamata così perché qui erano concesse le indulgenze ai penitenti che entravano nella cattedrale.

Catedral de Toledo | © Serena Annese
Portale Catedral de Toledo | © Serena Annese

Al di sopra del portale centrale è collocato un timpano, in cui è raffigurata la Vergine Maria che dona una veste a Sant’Ildefonso, santo patrono di Toledo. L’edificio è davvero maestoso, diviso in ben 5 navate, 88 colonne e lungo 120 metri. Al suo interno si possono ammirare opere di El Greco, Goya, Tiziano e Raffaello.

Forse la vera magia si sprigiona salendo alla Torre della Cattedrale, dove lo sguardo abbraccia una vista panoramica di Toledo. Dai tetti di questa meraviglia gotica, si può contemplare il Tago che scorre placido e i tetti di terracotta che compongono l’antica città. 

Indirizzo: Calle Cardenal Cisneros, 1, 45002 Toledo, Spagna
Orari: è aperta da lunedì a sabato dalle 10:00 alle 18:30, la domenica dalle 14:00 alle 18:30.
Biglietto: 12€ / per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito ufficiale.

Nel cuore della cittadina di Toledo si trova un altro luogo sacro che incarna perfettamente l’idea di convivenza tra diverse epoche e religioni, la Mezquita Cristo de la Luz”. Il nome evoca la sensazione spirituale di trascendenza a cui era destinato.

Un capolavoro di architettura moresca risalente al 999 – epoca dell’Al-Andalus – e caratterizzata da maestose colonne in pietra, archi arabeschi e decorazioni finemente scolpite. La moschea del Cristo de la Luz, in seguito alla conquista cristiana del XII fu trasformata in una chiesa e nel luogo dove un tempo si ergeva il mihrab – il punto focale della preghiera musulmana – fu creato un altare e aggiunti l’abside e il transetto.

L’edificio presenta una pianta quadrata con un magnifico gioco di archi a ferro di cavallo che sostengono le volte dipinte di bianco, che creano un incredibile gioco luminoso all’interno della moschea.

Indirizzo: C. Cristo de la Luz, 22, 45002 Toledo, Spagna
Orari: per verificare gli orari stagionali consultare il sito ufficiale.
Biglietto: 4€ / per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito ufficiale.

Mezquita Cristo de la Luz a Toledo | © Serena Annese
Mezquita Cristo de la Luz a Toledo | © Serena Annese

TERZO GIORNO

Ávila: città Patrimonio dell’Umanità UNESCO

Il viaggio prosegue alla volta di Ávila, nella comunità autonoma di Castilla y León. Anche Ávila si presenta come un gioiello di pietra, protetto da antiche e imponenti mura medievali, perfettamente conservate e visitabili percorrendo i camminamenti lunghi circa 1700 metri.

Ogni pietra sembra raccontare storie di eroi, di sovrani e di lotte; le sue pittoresche case, dagli archi fioriti e balconi in ferro battuto, sono una testimonianza dell’arte e dell’architettura di un’epoca lontana. Il Regio Monastero di San Tomás, il convento di Santa Teresa e la basilica di San Pedro sono luoghi da visitare per immergersi nel ritmo lento e profondo da cui è avvolta la città.

Ávila | © Serena Annese
Hotel Palacio Valderrábanos” ad Ávila | © Serena Annese

Già di per sé molto affascinante, Ávila indossa un abito particolarmente suggestivo nel corso delle ore serali, quando le mura vengono illuminate da luci soffuse creando un’atmosfera carica di spiritualità ed eternità.

Una delle tappe imperdibili è la maestosa basilica di San Vicente, i cui lavori hanno avuto inizio nel XI secolo per essere conclusi due secoli dopo. La basilica è stata anche dichiarata “Monumento Nazionale” nel 1882 e in seguito nel 1985 inserita anche tra i siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

La storia della basilica – consacrata al culto di San Vicente e delle sorelle Cristeta e Sabina – ebbe inizio con un martirio avvenuto nel 306, quando i fratelli Vicente furono martirizzati durante la persecuzione di Diocleziano, dopo aver rifiutato di firmare un documento in cui dichiaravano di avere fatto offerte a delle divinità romane.

Secondo la leggenda, i loro corpi furono deposti in una conca nella roccia sopra cui sarebbe stata poi edificata la basilica. L’impulso ai lavori dell’edificio fu dato da re Alfonso X il Saggio e proseguirono poi con Sancho IV concludendosi solo agli inizi del XIV secolo.

La pianta dell’edificio è a croce latina, divisa in tre navate che si concludono in tre absidi. Tra i portali che la decorano, il più bello è senza dubbio quello occidentale che presenta una ricca decorazione, cinque archivolti su cui è posta una cornice con figure di uomini e donne e nel timpano due scene di Lazzaro.

San Vicente de Ávila | © Serena Annese
San Vicente de Ávila | © Serena Annese

San Vicente è stato edificata in pietra caleña, un’arenaria dai toni giallastri e arancioni con delle striature rossastre e l’architetto – secondo le fonti – fu il francese Giral Fruchel, che introdusse lo stile gotico in Spagna.

Indirizzo: Pl. de San Vicente, 4, 05001 Ávila, Spagna 
Orari: è aperta da lunedì a sabato dalle 10:00 alle 13.30 e dalle 16:00 alle 18:30; la domenica dalle 16:00 alle 18:00.
Biglietto: 3€ / per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito ufficiale.

Si prosegue con la cattedrale del Cristo Salvatore ad Ávila – adiacente alle antiche mura di cinta della città – considerata la prima cattedrale gotica della Spagna.

Secondo le fonti, i lavori per la sua realizzazione ebbero inizio nel XI secolo – sui resti di una precedente chiesa dedicata al Cristo Salvatore – con un progetto iniziale che avrebbe dovuto dare vita ad un edificio romanico; fu poi il maestro Fruchel nel XII secolo a dare il compito di realizzare una cattedrale gotica, la prima in Castiglia.

La cattedrale è imponente e appare come una fortezza con una facciata stretta tra due torri, di cui una incompiuta. L’interno presenta una pianta a croce latina ed è a tre navate. Il coro e il chiostro sono stati aggiunti nel XVI secolo, mentre le vetrate risalgono al XV secolo.

La cappella maggiore ospita poi una splendida pala d’altare – detta “retablo” – opera dei pittori Pedro Berruguete e Juan de Borgoña e nella sua struttura lignea del Maestro Roldán e di Vasco de la Zarza.

Indirizzo: Pl. de la Catedral, 8, 05001 Ávila, Spagna
Orari: è aperta da lunedì a sabato dalle 10:00 alle 21:00; la domenica dalle 12:30 alle 21:00.
Biglietto: 8€ / per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito ufficiale.

Cattedrale del Cristo Salvatore ad Ávila | © Serena Annese
Cattedrale del Cristo Salvatore ad Ávila | © Serena Annese

Per un soggiorno indimenticabile, davanti alla cattedrale si trova Palacio Valderrábanos(Pl. de la Catedral, 9), realizzato all’interno di un palazzo del XIV secolo. Regale, elegante e con alcune delle camere che godono di un’affascinante vista sulla cattedrale di Avila.

Se si è alla ricerca di un pasto veloce, Alavirulé(C. de San Segundo, 40) è il locale ideale, dove gustare delle ottime tapas che strizzano anche l’occhio alla cucina asiatica. Molto buone le “crocchette di cecina de León – carne affumicata ed essiccata – e zucca, le patate accompagnate da salsine e i “gyoza” farciti con verdure, pollo e gamberi.

Salamanca: la città delle due Cattedrali

Ad est di Ávila, si trova la città di Salamanca – nella regione di Castiglia e León – patrimonio dell’umanità UNESCO per il suo magnifico centro storico. La città spagnola è famosa perché ospita una delle università più antiche in Europa, fondata nel 1218.

Punto nevralgico è la famosa “Plaza Mayor, la piazza porticata con 88 archi e numerosi bar con tavolini all’aperto, come lo storico “Café Novelty”. Proseguendo lungo “rúa Mayor” si raggiunge “Casa de las Conchas”, un curioso edificio decorato con conchiglie che simboleggiano il matrimonio di due famiglie nobili. Secondo la leggenda al di sotto di una delle conchiglie è nascosto un tesoro. Imperdibile poi la visita alle sue due cattedrali – la Vecchia e la Nuova – unite tra loro.

Salamanca è una città che nasconde molte curiosità e simboli segreti; sulla facciata dell’Università è realizzata una rana in pietra, simbolo apotropaico per gli studenti dell’ateneo spagnolo e ormai emblema della città. 

Salamanca | © Serena Annese
Salamanca | © Serena Annese

Inoltre, si racconta che la “Grotta di Salamanca”, in “Plaza Carvajal”, ospitasse una scuola di scienze occulte dove il diavolo insegnava la stregoneria.

Salamanca custodisce due grandiose cattedrali unite tra loro, la Catedral Vieja de Santa Maria e la Catedral Nueva de Salamanca, dedicata a Santa Maria dell’Assedio.

La prima fu costruita tra il XII e il XIII secolo. Conserva un impianto basilicale a tre navate in stile romanico e un chiostro risalente alla fine del XII secolo. La cappella maggiore ospita un maestoso “retablo”, realizzato nella prima metà del XV secolo.

I lavori per la seconda cattedrale ebbero inizio nel 1513 e terminarono nel 1733 su progetto di Juan Gil de Hontanón. In origine il progetto prevedeva uno stile gotico, ma nel corso dei secoli sono stati aggiunti elementi nuovi, come la cupola barocca. La struttura presenta la classica pianta a croce latina a tre navate, ma la particolarità per cui è nota risiede nei portali decorati in stile gotico, resi famosi da un intervento di restauro del 1992 sotto la direzione di Jerónimo Garcia.

Catedral Vieja de Santa Maria e la Catedral Nueva de Salamanca | © Serena Annese
Particolare dell’astronauta della Cattedrale di Salamanca | © Serena Annese

Qui lo scalpellino Miguel Romero, in occasione della mostra “The Ages of Man, decise di aggiungere dei simboli del Novecento a sostituzione delle antiche decorazioni andate perdute. Ed ecco che appaiono tra i classici elementi della scultura gotica un astronauta nello spazio, un drago che mangia un cono gelato, una lince iberica a rischio di estinzione e una cicogna.

Indirizzo: C. Benedicto XVI, 37008 Salamanca, Spagna
Orari: è aperta da lunedì a sabato dalle 10:00 alle 20:00; la domenica dalle 10:00 alle 18:00.
Biglietto: 10€ / per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito ufficiale.

Prima di salutare Salamanca, non si può non provare i prodotti gastronomici locali come il “prosciutto di Guijuelo” e “l’hornazo”, una torta salata farcita con vari ingredienti come uova e chorizo. Tra i ristoranti della città imperdibile è un locale specializzato in cucina galiziana: “Mencia(C. Grillo, 11). Qui da non perdere sono “alcachofa gratinada rellena de setas” (carciofi gratinati e farciti con funghi), “pulpo a Feira” (polpo cotto e condito con paprika e patate) e “bacalao a la gallega”, baccalà con patate bollite, aglio e paprika dolce.

Pulpo a Feira” presso “Mencia” a Salamanca | © Serena Annese
Casa de las Conchas” a Salamanca | © Serena Annese

QUARTO GIORNO

Segovia: il castello e l’iconico acquedotto romano

Tornando indietro, in direzione Madrid, si raggiunge Segovia, altro centro affascinante nella comunità autonoma della Castiglia e León. La città – tra i fiumi Clamores ed Eresma – saprà incantarvi con la sua storia antica, custodita nei suoi monumenti più simbolici.

La porta di accesso alla città – la Porta di San Andrés – è maestosa e si trova nell’area sud della Muraglia ed è caratterizzata da grandi torri, archi e scudi araldici. La porta, insieme ad altre 4, unisce la muraglia che custodisce la città spagnola.

Acquedotto romano di Segovia | © Serena Annese
Surtido de ibéricos” presso il ristorante “El Sitio” a Segovia | © Serena Annese

Di grande fascino è l’Alcázar, un castello risalente alla fine del Medioevo e considerato tra i più particolari in Europa. Per la sua architettura da favola, secondo alcuni, ispirò Walt Disney per il castello di Cenerentola.

Una delle terre all’infuori dell’Italia dove l’Impero Romano ha lasciato maggiori tracce è sicuramente la Spagna. Proprio nel cuore di Segovia si trova un grande acquedotto romano, integrato perfettamente nell’architettura urbana più recente.

L’acquedotto – patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1985 – è stato datato tra la seconda metà del I secolo e gli inizi del II secolo, quindi durante il regno di Vespasiano e quello di Traiano. Fu realizzato per trasportare l’acqua del fiume Acebeda fino al centro della città.

Nel suo punto più alto l’acquedotto ha un’altezza pari a 28,5 m ed è composto da ben 167 archi in pietra calcarea – singoli e doppi – che formano un’imponente struttura che si estende per oltre 10 km. La struttura, inoltre, è composta da 20.400 blocchi che non sono uniti da materiali di aggregazione, ma si reggono in un perfetto gioco di equilibri e forze portanti.

Acquedotto romano di Segovia | © Serena Annese
Segovia | © Serena Annese

Un’esperienza unica è quella di ammirare l’acquedotto di sera, quando viene illuminato. Le luci notturne creano un’atmosfera magica, mettendo in risalto il profilo dei suoi archi.

Indirizzo: Pl. Azoguejo, 1, 40001 Segovia, Spagna
Orari: 24 ore su 24.
Biglietto: gratuito.

Prima di salutare Segovia, non si può non visitare la sua Cattedrale, l’ultima chiesa gotica ad essere realizzata in Spagna nel 1525, nel corso del regno di Carlo V. La cattedrale – dedicata all’Assunzione di Maria Vergine e di San Frutos – fu edificata nel punto più alto della città in Plaza Mayor, dopo un incendio che distrusse la vecchia cattedrale romanica.

La chiesa è soprannominata “dama delle cattedrali” per le sue dimensioni e per la sua architettura elegante. La pianta è a tre navate ed è caratterizzata da un’abside semicircolare con deambulatorio e da grandi vetrate policrome.

Catedral de Segovia | © Serena Annese
Catedral de Segovia | © Serena Annese

Uno degli angoli più suggestivi è laCappella dell’Immacolata Concezione”, dove sono custodite grandi pitture ad olio realizzate nel XVII secolo dall’artista Ignacio de Ries.

Indirizzo: C. Marqués del Arco, 1, 40001 Segovia, Spagna
Orari: è aperta da lunedì a sabato dalle 9:00 alle 21:30 e la domenica dalle 12:30 alle 21:30.
Biglietto: 4€ / per verificare le altre opzioni di biglietto e le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito ufficiale.

La cucina locale è famosa per un piatto in particolare, il “cochinillo asado”, un maialino da latte arrostito. Molto spesso viene servito intero, quindi se siete sensibili a queste cose meglio evitarlo, benché famoso per essere delizioso.

Tra i ristoranti più tradizionali c’è El Sitio(C. de la Infanta Isabel, 9), delizioso è il surtido de ibéricoscon assaggi di prosciutto, chorizo, lomo e formaggio locale, per poi proseguire con una crema di verdure con prosciutto croccante e concludere con un assaggio del maialino arrosto (Marchio di Garanzia del Cochinillo de Segovia PROCOSE).

Cosa mangiare nel centro della Spagna

Il centro della Spagna è rinomato per la sua gastronomia, che riflette la tradizione e l’autenticità degli ingredienti locali e le caratteristiche del territorio.

Da non perdere il “cocido madrileño”, un piatto abbondante che unisce carne, ceci e verdure in un gustoso stufato e le “migas”, un piatto contadino che utilizza briciole di pane raffermo come ingrediente principale. Queste briciole vengono poi mescolate con aglio, pancetta e altri ingredienti per creare un piatto saporito e nutriente.

Le “tapas” sono uno simbolo culinario in Spagna e nel centro del paese potrete assaporare una vasta gamma di piccoli piatti. Dalla “tortilla española” (tortilla di patate) alle “albóndigas (polpette), passando per “patatas bravas” (patate aromatizzata con la paprika) e “jamón ibérico” (prosciutto iberico), le opzioni sono infinite.

Jamón ibérico | © Serena Annese
“Crocchette di cecina de León” presso “Alavirulé” ad Ávila | © Serena Annese

Anche il “queso manchego” è delizioso. La regione di “La Mancha” è famosa per il suo formaggio di pecora a pasta dura. Assaporatelo da solo o accompagnato da miele o frutta per un’esplosione di gusto.

Infine, ideale per accompagnare queste prelibatezze è il vino rosso della “Ribera del Duero, una delle regioni vinicole più rinomate della Spagna, che si estende per circa 123 km lungo il fiume Duero nella regione di Castilla y Leon. Questo vino, spesso a base di uva Tempranillo, si abbina perfettamente con molti piatti della cucina spagnola.

Consigli per un road trip nel centro della Spagna

Prima di partire, pianificate con cura il vostro percorso. Il centro della Spagna offre una vasta gamma di destinazioni affascinanti, dalle città storiche ai paesaggi più rurali. Toledo, Salamanca, Cuenca e Segovia sono solo alcune delle gemme da esplorare. 

Un viaggio “on the road” richiede il mezzo di trasporto giusto. Optate per un’auto a noleggio che sia confortevole e adatta alle strade spagnole. Controllate che il veicolo sia in ottime condizioni e dotato di tutte le comodità necessarie per il vostro viaggio, ma soprattutto fate attenzione di avere il serbatoio pieno

Le strade e le autostrade nella zona centrale della Spagna sono in perfette condizioni ma sono molto rare le stazioni di servizio e in alcuni casi potrebbero trascorrere molti km prima di incontrarne una.

Conoscevate già queste città in Spagna? Le avete già visitate o lo farete presto? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!

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