Top
  >  In giro per l'Italia   >  Uno scrigno del tesoro nel cuore di Roma: la casa museo di Mario Praz
Visitare la casa museo di Mario Praz a Roma. Una collezione speciale a pochi passi da Castel Sant’Angelo.

Siamo a Palazzo Primolialle spalle del Tevere e di fronte a Castel Sant’Angelo – noto così per essere appartenuto a Giuseppe Primoli, importante fotografo dell’inizio del Novecento e pronipote di Napoleone Bonaparte. All’interno di questo palazzo storico, si trova una magnifica casa museo, quella dell’anglista, saggista e critico Mario Praz – riaperta lo scorso anno al pubblico – che vi visse dal 1969 fino alla sua morte nel 1982.

Mario Praz: una vita di collezionismo e ricerche

Mario Praz è stato docente di Letteratura Inglese presso l’Università di Roma ed è passato alla storia anche come autore poliedrico, celebre in particolare per il saggio “La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica” del 1950, un’opera cardine per comprendere le profondità dell’immaginario ottocentesco.

Instancabile collezionista, Praz ha costruito nel tempo la sua personale wunderkammer, raccogliendo tesori disseminati nei mercati antiquari europei e persino in Russia. La sua collezione è un raffinato intreccio di stili, tra cui spiccano mobili francesi e inglesi, simboli del Neoclassicismo e dello stile Impero. Il suo appartamento accoglie ritratti di dinastie regali – dai Borbone ai Bonaparte – accanto a diorami, strumenti musicali, preziose malachiti russe e cristalli boemi.

Adamo Tadolini, Eros | © Serena Annese
Uno dei quattro diorami olandesi del XVIII secolo | © Serena Annese
Sergio De Francesco, ritratto di Mario Praz nel suo studio nel Palazzo Ricci a via Giulia | © Serena Annese

La passione per l’arredamento fu una costante nella vita di Praz, che già nel 1949 pubblicò “Filosofia dell’arredamento”, un’opera che traccia le principali evoluzioni degli stili abitativi dall’antichità fino ai primi decenni del XX secolo. Vent’anni più tardi, arricchì il testo con un ricco apparato di illustrazioni e approfondimenti, raccontando come l’uomo, attraverso i secoli, abbia plasmato gli spazi della quotidianità.

Critico, anglista e saggista, Mario Praz visse immerso nella sua collezione, come se il XIX secolo fosse ancora presente, intatto e pulsante. Il suo appartamento, situato al terzo piano di Palazzo Primoli nel cuore di Roma, era – e rimane – un esempio ideale per il suo universo culturale. Accanto al Museo Napoleonico e alla Fondazione Primoli – istituzioni volute dal conte Primoli, discendente di Napoleone – quella dimora rappresenta ancora oggi un luogo magico ed emblematico per ricostruire e studiare la figura di Mario Praz.

Non tutto il suo straordinario patrimonio – composto da stampe, acquerelli e disegni – trova spazio nei nove ambienti della casa. Eppure, ciò che accoglie il visitatore è un equilibrio perfetto tra sobrietà e ricercatezza. Ogni stanza è una sinfonia di dettagli: mobili intagliati, lampadari scintillanti, tappeti che attutiscono il passo, porcellane delicate, miniature cesellate e splendidi bronzi. Oltre 1.200 oggetti convivono in un gioco armonioso, raccontando la storia di Mario Praz.

La personale wunderkammer di Mario Praz: la casa come prosecuzione dell’anima

Mario Praz considerava il XIX secolo un universo di meraviglie, un’epoca di straordinario fervore culturale e artistico, tanto che decise di farne il cuore pulsante della propria dimora. I nove ambienti del suo appartamento romano sono un omaggio ai salotti ottocenteschi. Per Praz la casa era come una prosecuzione della sua anima e ogni oggetto – meticolosamente scelto e annotato in 76 pagine di descrizioni dettagliate – da lui collezionato aveva un ruolo e un’identità.

Varcando l’ingresso si accede al salotto – spazio di rappresentanza e contemplazione – arricchito da dettagli raffinati. Quattro diorami olandesi del XVIII secolo, con mitologiche scene prospettiche, sono inseriti nella libreria, offrendo scorci di mondi fantastici e luminosi. Tra gli oggetti di arredo del salotto spicca una statua attribuita ad Adamo Tadolini, allievo di Canova, che raffigura Eros nel gesto di scoccare una freccia, emblema dell’amore giovanile. In un’altra stanza, il dio dell’amore compare nuovamente, questa volta con un arco spezzato, simbolo di un sentimento maturo. 

Lo studio di Mario Praz | © Serena Annese
Casa museo di Mario Praz a Roma | © Serena Annese
La sala da pranzo di Mario Praz | © Serena Annese

Il cuore della casa è lo studio, un luogo che riflette l’anima di Praz. Qui un ritratto dipinto da Sergio De Francesco lo raffigura immerso nei suoi pensieri, seduto alla scrivania nella precedente abitazione di Palazzo Ricci in via Giulia. Alle sue spalle, una libreria imponente – soprannominata “dei cigni e delle aquile” e troppo grande per essere conservata nello studio attuale – custodiva tesori letterari. Degno di nota il piccolo calendario in cristallo di rocca sulla scrivania e gli strumenti musicali d’epoca lungo il ballatoio. Questo spazio fu progettato per ospitare la sua vasta collezione di libri, un preludio alla biblioteca oggi custodita nella Fondazione Primoli, al secondo piano del palazzo.

Uno degli aspetti più affascinanti della casa museo di Mario Praz è l’attenzione al dettaglio tematico che si respira in ogni stanza. Ogni ambiente è pensato come un racconto, un invito a individuare il fil rouge che collega gli oggetti. Ad esempio, nella sala da pranzo il tema del volo è reso evidente da una stampa che raffigura un incidente in mongolfiera del 1837 e da un antico specchio che incornicia la silhouette di Madame Blanchard, la prima aeronauta professionista. Al centro del soffitto pende maestoso un lampadario in cristallo, plasmato a forma di mongolfiera dal celebre artista francese Pierre-Philippe Thomire, emblema del fascino ottocentesco per l’avventura e l’innovazione. 

Persino la cucina riflette l’estro del padrone di casa. Qui memento mori e oggetti insoliti – come un contenitore per il ghiaccio a forma di bara – ricordano la caducità della vita, in un gioco di contrasti che intreccia il banale quotidiano con l’eterno.

Tra i pezzi più preziosi della camera da letto spicca un letto a baldacchino, un raffinato arredo appartenuto a Giuseppe Bonaparte; una stanza che ha accolto personalità come Margaret, – sorella della regina Elisabetta e figure di spicco come Manuela Agnelli. Tra gli ultimi ospiti, il fotografo americano Milton Gendel, che immortalò Praz nei suoi ultimi anni, conferendo a questo luogo un’aura quasi sacra.

Infine, nonostante la figlia Lucia non abitò mai in questo appartamento – trasferitasi in Inghilterra con la madre – la stanza a lei dedicata evoca il tema della fanciullezza. Tra arredi delicati e dipinti evocativi, si percepisce una dolce malinconia, un ricordo mai vissuto che aleggia silenzioso.

La scrivania di Mario Praz con il calendario in cristallo di rocca | © Serena Annese
Il salotto di Mario Praz | © Serena Annese
Memento mori | © Serena Annese

La riapertura della casa museo di Mario Praz

Dopo anni di silenzio, la casa museo di Mario Praz riapre le sue porte, invitando i visitatori a scoprire uno scrigno prezioso del collezionismo italiano, un luogo dove ogni stanza è una finestra sull’Ottocento e sulla visione di un uomo che fece dell’arte il cuore pulsante della propria esistenza. Qui tra mobili raffinati, dipinti intrisi di storia e sculture eleganti, si rivela non solo l’anima di un’epoca, ma anche quella di un intellettuale che trasformò il vivere quotidiano in un’esperienza estetica.

Questa dimora, divenuta museo dopo la scomparsa di Praz nel 1982, ha attraversato un processo di rinascita che ha rispettato profondamente la sua visione. Nel 1995, grazie a una filologica ricollocazione curata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, gli arredi e gli oggetti sono tornati al loro posto, come se il padrone di casa li avesse appena disposti. Dal 2015 la gestione è passata al Polo Museale del Lazio, per poi approdare nel 2020 alla Direzione dei Musei Statali di Roma, un’ulteriore garanzia della sua importanza culturale.

L’esperienza di visita è intima e raccolta: piccoli gruppi, guidati da personale esperto, percorrono questo universo di bellezza in circa 50 minuti, lasciandosi trasportare da una narrazione che intreccia storia, arte e vita vissuta. Ogni dettaglio, dagli arredi ai tessuti, racconta un mondo che – grazie a questa “Casa della Vita” – non è mai davvero scomparso.

Conoscevate già la casa museo di Mario Praz? L’avete già visitata o lo farete presto? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!

Informazioni utili per la visita

Indirizzo: via Giuseppe Zanardelli, 1, 00186 Roma (RM)
Orari: aperta dal mercoledì al lunedì dalle 9:00 alle 18:00. Chiusa il martedì. Le visite guidate - della durata di 45 minuti circa - richiedono la prenotazione obbligatoria tramite il sito di Direzione Musei Roma
Biglietti: ingresso gratuito.

post a comment