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  >  In giro per l'Europa   >  Francia   >  Viaggio in Dordogna: Rocamadour, suggestiva e antica meta di pellegrinaggio
Cosa vedere a Rocamadour, il villaggio francese lungo il Cammino di Santiago.

Nel cuore delle valli della Dordogna, incastonato nella roccia, Rocamadour si eleva con la sua imponenza sovrastando il canyon dell’Alzou. Questo straordinario villaggio è da secoli una delle mete di pellegrinaggio più celebri della Francia. Già nel XII secolo, i viandanti lo raggiungevano lungo la Via Podiensis, uno dei percorsi francesi che conducevano a Santiago di Compostela.

La sua posizione è spettacolare, arroccata su uno sperone di roccia calcarea sembra sfidare le leggi della gravità, sviluppandosi in verticale e su più livelli; una struttura che rappresenta a pieno la sua valenza spirituale, una vera e propria ascesa verso la dimensione divina. Si parte dal basso tra le botteghe e le case in pietra, si prosegue verso i santuari, per giungere fino in cima, dove il castello veglia su tutto.

Qui, il tempo scorre scandito dal suono delle campane dei suoi santuari, dall’eco dei passi dei pellegrini sulla pietra levigata e dal volo silenzioso dei rapaci che sorvolano la vallata.

Per immergersi davvero nella magia di Rocamadour, una giornata intera è l’ideale per perdersi tra le pietre antiche e lasciarsi incantare dalla vista della vallata; ma anche una mezza giornata può bastare per assaporarne l’essenza.

Cenni storici su Rocamadour

Le origini di Rocamadour sono molto antiche. La stessa valle circostante è disseminata da grotte preistoriche – ancora oggi visitabili – che conservano tracce di antichi insediamenti umani, mentre il ritrovamento di reperti archeologici suggerisce che, prima ancora dell’avvento del Cristianesimo, nell’area erano diffusi culti pagani.

Fu l’anno 1116 a segnare la svolta nella storia del borgo. Durante il funerale di un abitante del villaggio, scavando nella terra sacra, furono rinvenute le spoglie perfettamente conservate di un eremita. L’uomo, vissuto in solitudine e preghiera, venne identificato come Saint Amadour, il leggendario asceta che si dice abbia scelto questi luoghi per trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Su quella tomba sorse il santuario che ancora oggi porta il suo nome.

Legate a Rocamadour ci sono anche numerose leggende; una delle più affascinanti racconta di Durandal, la mitica spada di Orlando. Si racconta che, alla vigilia della battaglia di Roncisvalle, per evitare che cadesse nelle mani nemiche, Orlando tentò di spezzarla senza riuscirci. Allora, invocò San Michele e con un gesto disperato la scagliò lontano. La lama solcò il cielo e finì proprio qui, incastonandosi nella roccia di Rocamadour, dove ancora oggi è possibile vederla.

Parvis des Églises | © Serena Annese 
Rocamadour | © Serena Annese 
La mitica spada Durandal | © Serena Annese 

Cosa vedere a Rocamadour

L’ingresso al villaggio e il Parvis des Églises: un viaggio spirituale

Si accede al centro storico attraverso le antiche porte fortificate:Porte Salmon, Porte Cabilière, Porte de l’Hôpital e Porte du Figuier; oltrepassando quest’ultima (la principale) ci si ritrova in un labirinto di viuzze acciottolate, case in pietra, balconi fioriti e piccole botteghe artigiane. Rue de la Couronnerie è la strada principale, animata da locande e negozi che vendono formaggi, noci e il celebre foie gras della regione. 

Proseguendo verso l’alto, il vociare dei turisti e dei pellegrini si dirada lasciando spazio ad un rispettoso silenzio. Il vero cuore spirituale di Rocamadour si rivela lungo il Parvis des Églises – la ‘Spianata delle Chiese’ – una grande scalinata composta da 216 gradini, che conduce al sagrato delle sette chiese e delle cappelle del villaggio. 

Un tempo i pellegrini li salivano in ginocchio, in segno di devozione. Oggi, chi preferisce un’opzione meno faticosa può usufruire perfino di un ascensore, ma il cammino a piedi regala un’esperienza più autentica, accompagnata dalla vista mozzafiato sulla vallata.

Ogni anno, migliaia di pellegrini e visitatori affollano le strade di Rocamadour per seguire le tappe della Via Crucis, rievocando gli ultimi passi della vita di Cristo. Questa tradizione secolare, arricchita dalla presenza dell’icona della Vergine Nera, simbolo di protezione e guarigione, rende il villaggio francese un luogo di profonda spiritualità.

La basilica di Saint-Sauveur e la cripta di Saint-Amadour

La prima tappa di questo percorso sacro è la basilica di Saint-Sauveur, la più imponente del complesso religioso e Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Costruita tra l’XI e il XIII secolo, fonde armoniosamente lo stile romanico e gotico, dando vita a un’architettura austera ma maestosa. Al suo interno si trova un luogo di profonda spiritualità: la cripta di Saint-Amadour, che custodisce le reliquie dell’eremita il cui nome ha reso celebre Rocamadour.

Basilica di Saint-Sauveur | © Serena Annese 
Basilica di Saint-Sauveur | © Serena Annese 
Basilica di Saint-Sauveur | © Serena Annese 

Alla basilica si accede attraverso una scalinata posizionata al secondo livello della piazza. La sua struttura – con una pianta a due navate addossate sul lato ovest alle pareti rocciose – le sue arcate romanico-ogivali, i massicci contrafforti e le volte a botte ogivali creano un’atmosfera di profonda sacralità e contemplazione.

Indirizzo: Rue de la Mercerie, 46500 Rocamadour
Orario:
è aperta tutti i giorni dalle 8:00 alle 20:00.
Biglietto: ingresso gratuito.

La cappella di Notre-Dame e il santuario della Madonna Nera: tra miracoli e devozione

Nel cuore del santuario, accanto alla basilica si aprono numerose cappelle ricche di arte e sacralità, tra queste la più importante è la cappella di Notre-Dame, conosciuta anche come Cappella Miracolosa, che custodisce il tesoro più prezioso del villaggio: l’icona della Madonna Nera.

Risalente al XII secolo, questa piccola effigie scolpita nel legno di noce è avvolta da un’aura di  profonda devozione. Si dice che abbia compiuto 126 miracoli e che una campana, conservata nella cappella, suoni da sola ogni volta che la Vergine concede una grazia. 

Nei secoli è stata venerata anche dai marinai e pescatori, che la invocano per protezione in mare. Il suo volto, annerito dal tempo e dall’incenso accesso per le preghiere, osserva con tenerezza i fedeli che entrano nella cappella di Notre-Dame.

Indirizzo: Rue de la Mercerie, 46500 Rocamadour
Orario: è aperta tutti i giorni dalle 8:00 alle 20:00.
Biglietto: ingresso gratuito.

La cappella di Saint-Michel, il Palazzo dei Vescovi e le cappelle nascoste

A pochi passi si trova il Palazzo dei Vescovi di Tulle, che accoglie un museo con numerosi reperti di arte sacra. Da qui si accede anche ad altre cappelle più intime, ognuna con il proprio fascino: Saint Jean Baptiste, Saint Blaise, Sainte Anne e Saint Louis.

Proseguendo il cammino verso l’apice dello sperone roccioso, si giunge alla Cappella di Saint Michel, un piccolo gioiello parzialmente scavato nella pietra. Qui, sono ancora visibili tracce di affreschi che decorano le pareti: scene dell’Annunciazione e della Visitazione, insieme a un Cristo circondato dagli evangelisti.

Chapelle Notre-Dame-de-Rocamadour | © Serena Annese 
Chapelle Notre-Dame-de-Rocamadour | © Serena Annese 
Chapelle Saint Michel | © Serena Annese 

Il castello di Rocamadour: sguardo sulla vallata

Salendo ancora, si raggiunge il punto più alto del borgo: il castello di Rocamadour. Edificato tra il XIII e il XIV secolo, il maniero nacque con una funzione difensiva: strategicamente posizionato per proteggere il Santuario sottostante e l’intero villaggio. Le sue mura collegate ai bastioni meridionali e settentrionali erano considerate inespugnabili, un deterrente per chiunque avesse osato minacciare questo luogo sacro. 

Durante la Guerra dei Cent’anni, la guarnigione viveva all’interno di una “casa fortificata“, piuttosto che in un castello nel senso tradizionale. Un fossato profondo otto metri rafforzava le difese, mentre una scala segreta permetteva ai soldati di raggiungere rapidamente il Santuario o di fuggire in caso di assedio. Con il passare dei secoli, il castello perse il suo valore strategico. Durante le guerre di religione fu ancora utilizzato, ma già nel Rinascimento cadde in declino, fino a trasformarsi in un rudere dimenticato. La Rivoluzione Francese segnò il colpo di grazia: le merlature furono smantellate dall’amministrazione e i santuari sottostanti iniziarono a deteriorarsi.

Fu solo nel XIX secolo che la fortezza conobbe una rinascita inaspettata. L’artefice di questa resurrezione fu l’abate Caillau, un sacerdote parigino gravemente malato, giunto a Rocamadour in cerca di pace. Qui, nella cappella di Notre-Dame, pregò la Vergine Nera e, secondo la leggenda, ottenne una guarigione miracolosa. In segno di gratitudine, acquistò il castello in rovina nel 1836 e avviò i lavori di restauro con l’intento di ospitare la sua congregazione, i Preti della Misericordia. L’opera fu completata nel 1841 e il maniero divenne la residenza dei cappellani del Santuario, oltre che un centro di accoglienza per i pellegrini.

Valle della Dordogna | © Serena Annese 
Château de Rocamadour | © Serena Annese 
Château de Rocamadour | © Serena Annese 

Nel corso degli anni, nuovi edifici si aggiunsero alla struttura originaria. Nel 1895 fu costruito un campanile con orologio sulla torre nord, seguito l’anno successivo da una cisterna. Il vescovo di Cahors, monsignor Grimardias, fece ampliare il complesso con nuovi edifici lungo il bastione orientale, dando al castello l’aspetto che possiamo ammirare oggi. Attualmente, il castello non è aperto al pubblico, ma è possibile percorrere i suoi bastioni medievali, da cui si gode una vista straordinaria sulla valle della Dordogna e sul Parc Naturel Régional des Causses du Quercy, e il fiume Alzou. Un colpo d’occhio che, da solo, vale il viaggio. 

Indirizzo: Chemin de Croix, 46500 Rocamadour
Orario: è aperto tutti i giorni dalle 10:30 alle 18:00, venerdì dalle 9:00 alle 17:00.
Biglietto: 2€ (solo monete)

Per concludere il viaggio a Rocamadour non c’è niente di meglio che fermarsi in uno dei tanti ristoranti distribuiti lungo Rue de la Couronnerie, e che propongono le specialità locali, come il formaggio caprino che porta il nome del villaggio. La Maison de Famille (5225 Rue Roland le Preux) è ideale per un pasto veloce a base di favolose crêpes o galettes, proposte in numerose varianti. La più buona è ovviamente la “Bergère”, con formaggio Rocamadour AOP, miele e noci.

Cosa vedere nei dintorni di Rocamadour: la suggestiva Valle della Dordogna

La Valle della Dordogna è l’anima autentica del sud-ovest francese, dove falesie imponenti, foreste rigogliose e villaggi medievali si intrecciano in un paesaggio mozzafiato. Questo è un luogo da esplorare senza fretta e il passo leggero, magari percorrendo uno dei tanti sentieri di trekking che attraversano il territorio. Il bacino della Dordogna, con la sua straordinaria biodiversità, è stato riconosciuto dall’UNESCO come riserva della biosfera. I suoi boschi ospitano cervi, cinghiali e un’infinità di specie di uccelli rapaci. A piedi, in bicicletta o persino in canoa, questo territorio si presta a essere vissuto in mille modi diversi.

Per godere al massimo dell’esperienza, è consigliabile pianificare l’itinerario in base alla stagione: alcuni siti chiudono in inverno a causa delle condizioni climatiche. Ma ogni periodo dell’anno offre un volto diverso della valle: in primavera, le fioriture esplodono lungo i sentieri; in estate, il sole illumina le antiche pietre dei castelli; in autunno, i boschi si tingono di rosso e oro, creando scenari fiabeschi.

Rocamadour | © Serena Annese 
Porte du Figuier | © Serena Annese 
Rocamadour | © Serena Annese 

A circa 30 km da Rocamadour, si trova Gouffre de Padirac, una delle meraviglie naturali più spettacolari della Francia: un abisso di 35 metri di diametro e 100 metri di profondità, che cela al suo interno un fiume sotterraneo navigabile e una rete di 42 chilometri di gallerie e grotte carsiche. La discesa avviene tramite una scala o un ascensore, fino a raggiungere un piccolo molo dove si sale su una barca: da qui inizia un viaggio indimenticabile tra stalattiti, laghi sotterranei e cattedrali di roccia, plasmate dalla natura in milioni di anni.

Un’altra tappa imperdibile è la Grotta delle Meraviglie, qui formazioni di calcite convivono con incisioni e dipinti preistorici risalenti a oltre 20.000 anni fa. Scoperta nel 1925 e da allora dichiarata Monumento Storico, questa grotta è una delle più affascinanti della regione.

Un altro luogo sbalorditivo, a pochi passi da Rocamadour, è la Forêt des Singes, una foresta di 20 ettari dove vivono in libertà oltre 150 macachi di Barberia, una specie a rischio di estinzione.

Un’esperienza da non perdere è salire a bordo del Treno a Vapore di Martel, una locomotiva d’epoca che percorre una linea ferroviaria costruita nei primi anni del XX secolo, scavata in parte nella roccia e sospesa sopra il canyon.

Infine, nei boschi che circondano Rocamadour si possono ammirare dei dolmen antichissimi, datati tra il V e il III millennio a.C., tra questi il Dolmen de Peyrebru è quello conservato meglio.

Cosa mangiare a Rocamadour

Attraverso le pittoresche strade di Rocamadour, non solo si esplorano luoghi storici e sacri, ma ci si immerge anche nel patrimonio gastronomico della regione. Tra i piatti più tradizionali c’è l’agnello Fermier du Quercy, allevato secondo metodi tradizionali e crescendo all’ombra dei vasti paesaggi dei Causses du Quercy

Un’altra specialità di Rocamadour è il foie gras, ma il prodotto più famoso è il suo formaggio, il Rocamadour AOC, un formaggio caprino a latte crudo, che si presenta in forme piccole ed è perfetto accompagnato da pane leggermente tostato accostato a un’insalata fresca o servito più stagionato, quando la sua consistenza si fa compatta e il sapore più deciso. 

Ogni formaggio merita di essere abbinato ad un buon vino, come l’Amadour. L’Amadour Rosso al naso sprigiona sentori di frutta nera e spezie, mentre al palato si distingue per la sua struttura armoniosa, mentre l’Amadour Rosé è fresco e delicato, con note di pera, ananas, ciliegia e lampone, leggero ma senza rinunciare alla complessità aromatica. L’Amadour Rosé ha ricevuto la medaglia d’oro al Concours Général Agricole di Parigi.

Tra i dolci c’è la torta alle noci, un dolce simbolo del Quercy e del Périgord; dal 2002 la noce del Périgord ha ottenuto una denominazione di origine protetta, a conferma della sua qualità straordinaria.

Rocamadour AOC | © Serena Annese 
Una delle botteghe di Rocamadour | © Serena Annese 
Crêpe con formaggio Rocamadour AOP, miele e noci di La Maison de Famille | © Serena Annese 

Come raggiungere Rocamadour

L’aeroporto più vicino per i voli diretti dall’Italia è quello di Tolosa, che dista circa 2 ore da Rocamadour, mentre quello di Bordeaux è a poco meno di 3 ore.

Dall’aeroporto di Tolosa o da quello di Bordeaux, il modo migliore per raggiungere Rocamadour è in auto. Se si parte da Tolosa, l’autostrada A62 conduce alla A20 e dopo l’uscita 56, il tragitto prosegue su strade più piccole fino a raggiungere Rocamadour in circa due ore. Da Bordeaux, il viaggio è più lungo – circa 2 ore e 45 minuti – passando per la A89 e poi la A20, con uscita a Montfaucon

I parcheggi si trovano all’ingresso del villaggio, da dove si può proseguire a piedi o con un piccolo trenino turistico che accompagna i visitatori nel cuore di Rocamadour.

Una valida alternativa è raggiungere Rocamadour in treno. I collegamenti regionali (TER) fermano alla stazione di Rocamadour-Padirac, servita dalle linee che passano per Brive-la-Gaillarde e Figeac. Da qui, gli ultimi 5 km possono essere percorsi a piedi, ripercorrendo parzialmente il cammino dei pellegrini che per secoli hanno affrontato questo tragitto con devozione e fatica.

Quando visitare Rocamadour

I mesi migliori per visitare Rocamadour vanno da aprile a ottobre. Durante questa stagione, le temperature sono piacevoli e le precipitazioni sono moderate, il che lo rende il momento ideale per esplorare il villaggio. 

Conoscevate già Rocamadour? L’avete già visitata o lo farete presto? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!

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