
“Anish Kapoor. Untrue Unreal”: l’illusione materica in mostra a Palazzo Strozzi
Fino al 4 febbraio 2024, la Fondazione Palazzo Strozzi a Firenze ospita la mostra "Anish Kapoor. Untrue Unreal", dedicata a una delle personalità artistiche contemporanee più interessanti e di rilievo.
“È il respiro che ci collega all’universo ed è l’unico modo che ci consente di capire se qualcosa è vivo. A me interessa creare oggetti che respirano”, così Anish Kapoor definisce la sua visione artistica. Un duplice processo che l’artista anglo-indiano affronta sia come scultore che come pittore.
Fino al 4 febbraio 2024 presso la Fondazione Palazzo Strozzi a Firenze sarà possibile indagare una delle personalità artistiche contemporanee, a mio parere, più interessanti e di rilievo, con la mostra “Anish Kapoor. Untrue Unreal”.


Indice
Le maestose e illusive opere di Anish Kapoor
Anish Kapoor – nato a Mumbai, da madre ebrea irachena – è un’artista poliedrico che indaga realtà simboliche e dimensioni apparentemente invisibili all’occhio umano attraverso manipolazioni di oggetti dalle forme geometriche più semplici come emisferi, cubi e coni. Le sue sculture vengono ricoperte da pigmenti in polvere dai toni brillanti dal blu al rosso al giallo, creando in alcuni casi un legame cromatico con artisti come Yves Klein.
Kapoor gioca con la materia e con la percezione di questa, rendendo le sue sculture quasi immateriali e leggere. Genera un inganno ottico che dà vita ad uno spazio infinito, confondendo l’occhio dello spettatore che percepisce una dimensione in realtà inesistente.
L’artista punta così a coinvolgere emotivamente lo spettatore, che è spinto a riflettere su ciò che sta guardando e sulla comprensione tradizionale dello spazio. Lo spettatore, infatti, non è fermo davanti l’opera, ma è invitato a muoversi e a girare intorno alle sculture modificando la percezione della superficie di questi oggetti.


Un’esperienza sensoriale a Firenze
La mostra “Anish Kapoor. Untrue Unreal”, ospitata negli spazi di Palazzo Strozzi di Firenze, offre un’esperienza visiva e sensoriale attraverso la complessità delle creazioni di Anish Kapoor.
La personale – a cura di Arturo Galansino – è stata realizzata in collaborazione con l’artista, che per l’occasione ha realizzato un’opera site specific – “Void Pavilion VII” – una stanza bianca concepita per essere racchiusa nel cortile rinascimentale di Palazzo Strozzi. L’ambiente cela tre forme rettangolari realizzate utilizzando il famoso vantablack, il nero profondo inventato da Kapoor, unico possessore del brevetto. Il vantablack è ottenuto dal carbonio ed è in grado di assorbire più del 99,9% della luce visibile, rendendo a volte anche invisibili i contorni di un oggetto.
Installazioni monumentali, ambienti e forme stimolanti creano un dialogo tra le linee rinascimentali di Palazzo Strozzi e le opere, tra Anish Kapoor e lo spettatore. Un percorso illusionistico che ha inizio con alcune delle opere realizzate dall’artista nei primi anni di carriera per concludersi con quelle più recenti.
Si parte con un grande parallelepipedo di cera che scorre su due binari e accoglie i visitatori nella prima sala proseguendo poi nella terza. Il titolo dell’opera è “Svayambhu” (2007), un termine sanscrito che definisce ciò che si genera in un modo autonomo; nell’opera infatti è quasi del tutto assente l’intervento dell’artista, che viene sostituito da un motore che fa muovere il blocco di cera.


La seconda sala ospita “To Reflect an Intimate Part of the Red” (1981), una delle prime opere realizzate da Kapoor utilizzando i pigmenti che ricoprono un insieme di forme con polvere finissima di giallo e rosso.
Uno degli aspetti più distintivi dell’artista è proprio la sua capacità di confondere la materialità delle opere, fondendo spazio vuoto a spazio pieno.
Un aspetto evidente nell’indefinita profondità del nero nelle opere della serie “Black Works” (“opere nere”), come “Gathering Clouds” del 2014. L’opera comunica con lo spettatore attraverso l’utilizzo del vantablack, che produce come la scomparsa della terza dimensione mettendo in discussione l’idea dell’oggetto come qualcosa di tangibile. Così l’opera ci appare frontalmente come un cerchio nero, ma lateralmente appare la realtà della forma, una grande emisfera.
Un’altra tematica affrontata da Kapoor nella sua poetica è quella della carne, del corpo e del sangue. Nel corso della mostra viene affrontata con l’opera “A blackish fluid excavation”, un’opera di grandi dimensioni del 2018 – in acciaio e resina – che richiama un incavo uterino. L’opera è circondata da oggetti in silicone e pittura rossa, che ricordano masse viscerali che si contorcono; riconducibili al “periodo del sangue” dell’artista, momento in cui vita e morte si confondevano nelle sue creazioni.
I giochi illusionistici si concretizzano ancora di più nella sala degli specchi con le opere “Vertigo” (2006), “Mirror” (2018) e “Newborn” (2019), dove lo spettatore è invitato a muoversi nello spazio, riflettendosi sulle superfici che distorcono e confondono la sua immagine e la sua concezione di realtà.


La mostra “Anish Kapoor. Untrue Unreal” offre un’occasione unica per esplorare le sfaccettature profonde e misteriose del lavoro di Kapoor.
Avete già visitato la mostra di Anish Kapoor a Palazzo Strozzi o lo farete presto? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!
Informazioni Utili
Indirizzo: Piazza degli Strozzi, 50123 Firenze (FI)
Orari: dal 7 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024. Aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:00 e giovedì fino alle 23:00.
Biglietti: 15€ per il biglietto intero. Per le eventuali riduzioni e gratuità consultare il sito ufficiale.
Sito web: https://www.palazzostrozzi.org/