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Cosa vedere a Lione,  “Capitale Mondiale della Gastronomia”. 
Due giorni tra musei, cortili segreti, aree archeologiche e buona cucina.

Sviluppatasi alla confluenza dei fiumi Rodano e Saona, Lione è stata per molto tempo un importante centro commerciale. Fondata dai Romani con il nome di “Lugaunum” – ossia, “fortezza del dio Lugus” – nel 43 a.C.

Ogni angolo di Lione racconta una storia diversa. Passeggiando lungo le stradine acciottolate della Vieux Lyon, ci si ritrova nel Medioevo con i suoi “traboules” nascosti e la magnifica Cattedrale di Saint-Jean. Il fascino antico della città prosegue salendo sulla collina de Fourvière – ‘la collina che prega’ – dominata dalla Basilica di Notre-Dame de Fourvière e da cui si gode di una vista mozzafiato sulla città.

Ma Lione non è solo storia antica, a nord della città si trova sulla collina de La Croix-Rousse, dove sorgevano le case dei lavoratori della seta – i ‘Canuts’ – che hanno contribuito alla fortuna di Lione all’inizio del XIX secolo. Inoltre, da non perdere è il moderno quartiere della “Confluence, un esempio perfetto di architettura contemporanea, con i suoi edifici innovativi, i musei e gallerie dedicate all’arte contemporanea.

Per chi è alla ricerca di spazi verdi, il Parc de la Tête d’Or di Lione con il suo ampio lago e il giardino botanico, è il luogo ideale per rilassarsi.

Lione è molto altro e due giorni pieni sono ideali per esplorare questa grande città francese, nominata nel 1935 “Capitale Mondiale della Gastronomia” da Curnonsky, celebre critico culinario. 


PRIMO GIORNO

Il fascino della Vieux Lyon e dei famosi traboules

Il viaggio a Lione ha inizio tra le sponde sinuose del fiume Saône, dove sorge un gioiello senza tempo: il quartiere Vieux-Lyon. Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, questo quartiere risplende di storia e tradizione, ritratto di epoche passate incastonato tra palazzi colorati, botteghe di artigiani e vicoletti accoglienti.

Nel suo cuore un dedalo di viuzze si snoda tra 300 palazzine rinascimentali, un tempo dimora dei mercanti che frequentavano le fiere storiche della città. L’architettura mescola lo stile italiano a quello francese con cortili interni arricchiti da fontane e torri con scale a chiocciola.

Tra i segreti meglio custoditi di questo quartiere si trovano i famosi “traboules”, antichi passaggi segreti che attraversano i palazzi, collegando due strade tra loro, come ad esempio quello che collega “Rue St. Jean 54” a “Rue du Boeuf 27 (il traboule più lungo di Lione che attraversa quattro cortili e altrettanti edifici) e la storica “Tour Rose”, accessibile dal civico 16 di Rue du Boeuf.

Vieux Lyon | © Serena Annese
Vieux Lyon | © Serena Annese
Tour Rose | © Serena Annese

Queste antiche gallerie, dal nome che evoca l’azione di attraversare – “trans ambulare” dal latino – rappresentano uno dei tesori architettonici più affascinanti della città di Lyon.

I “traboules” sono molto più di semplici scorciatoie. Originariamente progettate nel Rinascimento da Philibert Delorme – un giovane architetto incaricato dal comune di Lione di unire due palazzi in Rue Juiverie – queste vie collegavano palazzi e cortili, divenendo un simbolo della città. Durante le guerre e le rivolte, i traboules offrivano rifugio e nascondevano messaggi segreti. Nel XIX secolo divennero fondamentali per il commercio e il trasporto di tessuti, soprattutto durante le giornate piovose.

Oggi, circa 400 di queste gallerie sono disseminate per la città, ma solo un numero limitato è aperto al pubblico. È possibile esplorare questo affascinante mondo nascosto grazie a un accordo tra la città di Lione e i proprietari degli edifici firmato nel luglio del 1990. L’accordo prevede che la città e la comunità urbana contribuiscano alle spese di manutenzione, pulizia e illuminazione di queste aree. In cambio, i pedoni possono attraversare i Traboules e i cortili privati dalle 7:00 alle 19:00. 

È importante, però, ricordare che queste sono residenze private. Per questo motivo, è fondamentale essere rispettosi, evitando di parlare ad alta voce, urlare, correre o gettare rifiuti.

Per scoprire tutto sulla storia di queste piccole meraviglie del patrimonio locale, compresi aneddoti, stili e tecniche architettoniche, affidatevi ai numerosi tour guidati offerti dall’Ufficio Turistico di Lione.

Scoprire i traboules non è semplice: molti sono nascosti dietro porte anonime o cortili silenziosi, contrassegnati solo da una discreta targa di bronzo. Per aprire la porta di quelli accessibili al pubblico, basterà semplicemente schiacciare il bottone vicino all’entrata.

Anche le chiese lungo la Vieux-Lyon aggiungono ulteriore maestosità al panorama urbano: come quella medievale di San Paolo e quella di San Giorgio. Ma è la cattedrale di St.-Jean Baptiste a dominare il centro storico, un meraviglioso esempio di architettura romanico-gotica, edificata tra il 1180 e il 1480.

Cathédrale du St.-Jean Baptiste | © Serena Annese
Interno della Cathédrale du St.-Jean Baptiste | © Serena Annese
Musée des Arts de la Marionnette | © Serena Annese

I lavori per la costruzione dell’attuale cattedrale ebbero inizio nel 1175 – al di sopra di un precedente edificio d’epoca merovingia – e si conclusero quasi tre secoli dopo, in piena epoca gotica.

La facciata della cattedrale lascia senza fiato, realizzata nel 1480, si distingue per la sua imponenza e la ricchezza dei dettagli. Varcando la soglia, ci si trova di fronte a un interno che riflette il passaggio dallo stile romanico a quello gotico. Le volte a crociera della navata e la navata stessa lunga 80 metri conducono il visitatore verso il magnifico coro.

Un altro gioiello della cattedrale è l’orologio astronomico, un capolavoro del XV secolo che continua a incantare per la sua precisione e la sua bellezza meccanica. Ogni giorno – puntualmente alle 12:00, 14:00, 15:00 e 16:00 – l’orologio astronomico prende vita con un incantevole spettacolo. Quando scocca l’ora, l’angelo sulla sinistra gira la clessidra, segnando l’inizio dello spettacolo. Dall’altro lato, un angelo è pronto a guidare la sinfonia celeste. E poi, il gallo che canta tre volte, aprendo il becco e sbattendo le ali. Ma lo spettacolo non finisce qui: tre dei sei angeli che circondano la figura del Padre Celeste si mettono in movimento, azionando i martelli delle campane, dando inizio ad un inno solenne che si leva in aria. Un canto dedicato a San Giovanni Battista. Il finale è una benedizione, con la figura del Padre Celeste che conclude l’inno, portando un senso di pace e sacralità.

Nel corso dei secoli, la cattedrale è stata il cuore pulsante di molti avvenimenti cruciali. Tra questi, due dei più memorabili sono l’incoronazione di Papa Giovanni XXII nel 1316 e il matrimonio di Enrico IV e Maria de’ Medici nel XVI secolo.

Indirizzo:
Orari: è aperta tutti i giorni dalle 08:15 alle 19:45; sabato dalle 08:15 alle 19:00 e domenica dalle 08:00 alle 19:00.
Biglietto: ingresso gratuito.

Proseguiamo lungo Rue Saint-Jean, dove si può visitare il “Giardino Archeologico St-Jean” con i suoi resti di chiese romaniche, che offrono un ulteriore tuffo nel passato di Lione. Non lontano si trova il “Palais de Justice” con le sue maestose 24 colonne – testimone di antichi tribunali fin dal X secolo – e il “Musée Cinéma et Miniature”, custode di miniature uniche in Europa.

Il “Musée des Arts de la Marionnette” è invece un omaggio all’arte delle marionette, una tradizione molto sentita a Lione. Tra le marionette esposte spicca “Guignol”, il celebre burattino lionese creato all’inizio del XIX secolo, simbolo di satira e ingenuità popolare. Il MAM non solo preserva queste affascinanti creazioni, ma ne racconta anche l’evoluzione e l’importanza culturale, trasportando i visitatori in un mondo di magia e fantasia.

Passeggiando per le strade della Vieux Lyon si possono ammirare diverse attrazioni, tra queste la “Maison des Avocats” e “l’Hôtel de Gadagne”. La “Maison des Avocats”, risalente al 1500, è un edificio che ha mantenuto intatto il suo fascino antico. Poco distante, “l’Hôtel de Gadagne” si erge con la sua eleganza secolare. Costruito nel XVI secolo, questo palazzo deve il suo nome al banchiere italiano Gadagno, che lo acquistò nel 1545. Oggi, l’Hôtel de Gadagne è la sede di due musei che celebrano la ricca eredità culturale di Lione: il “Musée d’Histoire de Lyon” (MHL) e il “Musée des Arts de la Marionnette” (MAM).

“La Fresque des Lyonnais”: viaggio attraverso la storia di Lione

Giunti al termine di Rue Saint-Jean, raggiungiamo il 1° arrondissement oltrepassando la “Passerelle Saint Vincent de Lyon”. 

All’angolo tra 49 quai St Vincent e 2 rue de la Martinière, si trova un murale che celebra la storia e la cultura di Lione. È la “Fresque des Lyonnais”, un colossale muro dipinto che si estende per 800 m². Questo capolavoro artistico in trompe l’oeil, nato dalla visione della cooperativa “Cité de la Création nel 1994/95, non è solo un muro, ma un racconto visivo che abbraccia 2000 anni di storia ed è un tributo a 25 illustri personaggi storici di Lione e a 6 figure contemporanee che hanno plasmato non solo la città, ma anche il resto del mondo.

La Fresque des Lyonnais celebra i grandi e i leggendari come Claudio, l’imperatore romano nato quando Lione era ancora nota come “Lugdunum” in Gallia; Pierre Puvis de Chavanne, il pittore che ha adornato i muri con la sua arte nel XIX secolo e Louise Labé, la poetessa rinascimentale audace e libera.

La Fresque des Lyonnais | © Serena Annese
La Fresque des Lyonnais | © Serena Annese
La Fresque des Lyonnais | © Serena Annese

Ma non è solo la storia antica a brillare su questo muro gigante. Tra le figure contemporanee troviamo Bertrand Tavernier, il regista premiato che ha portato la gloria cinematografica a Lione e Paul Bocuse, l’icona della gastronomia francese che ha fatto di Lione la capitale mondiale del buon cibo. 

Tra i personaggi appaiono anche André-Marie Ampère – fisico del XIX secolo noto per aver fondato il campo dell’elettromagnetismo e per aver creato il galvanometro – e Laurent Mourguet, il burattinaio che ha dato vita al celebre Guignol di Lione. Ma non solo, potrete vedere anche l’aviatore e scrittore Antoine de St-Exupéry in compagnia del suo “Piccolo Principe” e i fratelli Lumière, immortalati con la loro cinepresa pionieristica, il cinematografo.

Antoine de Saint-Exupéry, il famoso autore de “Il piccolo principe” era lionese. I lionesi sono molto orgogliosi di Saint-Exupéry, tanto da avergli dedicato l’aeroporto della città, una strada e nel 2000 – in occasione del centenario della sua nascita – aver costruito un monumento su un lato di Place Bellecour, che ritrae lo scrittore insieme al suo “Piccolo Principe”.

Questo grande progetto – che ha richiesto 9 mesi di lavoro appassionato – ha trasformato un muro senza finestre in un manifesto culturale. Ma la Fresque des Lyonnais non è l’unico gioiello che adorna Lione. Sono oltre 150 i murales sparsi per la città, ogni angolo rivela un’opera d’arte diversa.

Nel 1992 Cité de la Création aveva già lasciato il segno a Barcellona con la realizzazione della “Fresque des Balcons de Barcelone”, o i “Balconi di Barcellona”. Questo murale, simile nella concezione a quello lionese, includeva 30 pittori famosi e divenne un’icona artistica della città catalana, unendo storie e figure attraverso un linguaggio visivo condiviso.

Indirizzo: all’angolo tra 49 quai St. Vincent e 2 Rue de la Martinière, 69001 Lyon

È arrivato il momento di pranzare e a Lyon c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Per un pasto tradizionale e autentico occorre entrare nei cosiddetti “bouchons”, locali spartani con tovaglie a quadrettoni o ancora più semplici panche di legno. Prendono il nome dal bouchon, fascio di fieno che si metteva sotto l’insegna per indicare che lì si poteva mangiare. Storicamente testimoniano la messa in proprio della servitù per secoli alle dipendenze di nobili e grandi borghesi. Un fenomeno assai evidente a cavallo tra il XIX e il XX secolo, insieme all’aumento dei canuts, gli operai dediti alla lavorazione della seta.

Place des Terreaux | © Serena Annese
Café des Federations | © Serena Annese
Fontana Bartholdi | © Serena Annese

Tra questi uno dei migliori è “Café des Federations” (8 rue Major Martin) – nominato il miglior autentico “bouchon” di Lione per il 2019-2020 – che propone una cucina tradizionale lionese nei pressi di Place des Terreaux. Qui avrete modo di provare la cucina lionese più autentica con un menù fisso che include il tradizionale antipasto con un’insalata verde servita insieme a crostini di pane, pancetta e uova in camicia o cardi, cipolle gratinate e diversi formaggi (salade lyonnaise), uova in camicia in salsa Beaujolaise, che prevede l’utilizzo del vino rosso, pancetta, scalogno e burro. Infine un assaggio di “Saucisson chaud brioché pistaché sauce au vin”, una deliziosa salsiccia avvolta da una pasta simil brioche e accompagnata ancora dalla salsa Beaujolaise.

Dopo l’antipasto si può scegliere come proseguire per la prima e la seconda portata tra diverse opzioni tra pesce e carne e concludere ovviamente con il dolce. I piatti più amati del “Café des Federations” sono le “Quenelle De Brochet Sauce Langoustine”, delle quenelle di luccio con salsa di scampi o il “Gateau de foies de volaille” (fegatini di pollo con patate e salsa di pomodoro. Tra i piatti più tradizionali, invece, c’è l’Andouillette ‘Braillon’ Moutarde À L’ancienne”, dal sapore molto forte e realizzata utilizzando l’apparato digerente del maiale – soprattutto stomaco e intestino.

Dopo questo abbondante pranzo, raggiungiamo la centrale Place des Terreaux, piazza emblematica di Lyon al cui centro si può ammirare l’imponente fontana Bartholdi, dal nome dello scultore che la realizzò – lo stesso della famosa Statua della Libertà di New York. La bellissima fontana presenta dei cavalli che trainano “Le Char trionfale de la Garonne”. 

Place des Terreaux è stata ristrutturata dagli architetti Christian Drevet e Daniel Buren nel 1992, che spostarono anche la fontana Bartholdi e aggiunsero nel lastricato della piazza 69 fontane, ognuna costituita da una vasca di granito nero.

Le Bal des Ardents: un rifugio letterario nel cuore di Lione

Considerata una delle più belle al mondo, la libreria “Le Bal des Ardents” si trova a pochi passi dalla vivace Place des Terreaux. Fondata nel marzo del 2003 da Francis Chaput, questa libreria si è rapidamente trasformata da luogo segreto a icona cittadina, un’isola di “controcultura” che abbraccia una mescolanza di generi e stili.

Le Bal des Ardents deve la sua anima controcorrente proprio alla visione del suo fondatore. Prima del 2003, il luogo ospitava “La Musardine”, una libreria erotica. Chaput ha saputo trasformare questo spazio, mantenendo un cenno all’eredità del luogo con il nome “Le Bal des Ardents”, ispirato al testo del poeta Pierre Bettencourt e alla precedente destinazione del locale.

Entrare nel Bal des Ardents è come varcare la soglia di un mondo incantato. L’ingresso stesso è un’opera d’arte: un portale ad arco formato da una cascata di libri che accoglie lettori e curiosi. Questo arco di libri non è solo una meraviglia visiva, ma un simbolo dell’accoglienza calorosa e della passione per la lettura che caratterizza l’intero spazio. Oltre ai libri, Le Bal des Ardents ospita eventi culturali che animano ulteriormente lo spazio, trasformandolo in un punto di riferimento per la comunità culturale di Lione.

Indirizzo: 17 rue Neuf, 69 001 Lione
Orari: è aperta da lunedì a sabato dalle 10:00 alle 19:00. Chiusa la domenica.
Le Bal des Ardents | © Serena Annese
Le Bal des Ardents | © Serena Annese
Le Bal des Ardents | © Serena Annese

La Croix-Rousse e il Mur des Canut

Nel pomeriggio raggiungiamo un altro quartiere simbolo di Lione: Croix-Rousse, un luogo ricco di storia e fascino a nord della Presqu’île. Nota come “le colline qui travaille” – ‘la collina che lavora’ – la Croix-Rousse è un quartiere dalle mille sfaccettature, caratterizzato da una vivace vita artistica e da una storica tradizione di lavoro artigianale.

Passeggiando per le strade della Croix-Rousse, ciò che colpisce è la sua architettura: palazzi alti, cortili nascosti, scale ripide e vicoli tortuosi che conducono a terrazze panoramiche con viste mozzafiato sulla città. Uno degli elementi più affascinanti sono, ancora una volta, i “traboules”. Tra i più celebri nel quartiere della Croix-Rousse, c’è il “Traboule de la Cour des Voraces”, simbolo delle rivolte dei tessitori di seta.

Il quartiere deve la sua fama agli artigiani della seta, noti come “Canuts”, che qui vivevano e lavoravano. Durante il XIX secolo, Lione era la capitale della seta e la Croix-Rousse era il fulcro di questa industria. Gli edifici del quartiere sono caratterizzati da enormi stanze e grandi finestre, progettate per far entrare quanta più luce possibile affinché gli artigiani potessero lavorare al meglio. La storia dei “Canuts” è ancora viva e gli appassionati la possono ripercorrere nella “La Maison des Canuts”, dov’è possibile vedere in funzione il telaio Jacquard utilizzato per creare i pregiati tessuti.

Mur des Canuts | © Serena Annese
Traboule de la Cour des Voraces | © Serena Annese
La scultura dei Canuts | © Serena Annese

Uno dei luoghi più iconici della Croix-Rousse è il Mur des Canuts, il murale più grande d’Europa. Realizzato nel 1987 dalla Cité de la Création. Questo trompe-l’oeil di 1200 m² raffigura la vita quotidiana del quartiere e degli abitanti. Il murale è un’opera viva perché cambia nel tempo per rispecchiare le trasformazioni del quartiere: gli abitanti rappresentati invecchiano, le scene si arricchiscono di nuovi dettagli e la vita della Croix-Rousse continua a essere raccontata in questo straordinario affresco urbano.

La Croix-Rousse è un luogo dove ogni angolo racconta una storia, ogni salita o scala promette una nuova scoperta. Passeggiando si possono ammirare numerosi graffiti e opere artistiche che decorano le pareti degli edifici testimoniando la vitalità creativa del quartiere. Consiglio vivamente di salire sul plateau de la Croix-Rousse e sedersi sul piazzale, per godersi l’atmosfera speciale e osservare la vita del quartiere che si svolge intorno.

Inoltre, svegliarsi presto a Lione ha il suo fascino, soprattutto se la meta è la vivace boulevard de la Croix-Rousse. Ogni mattina – dal martedì alla domenica e dalle ore 6:00 fino alle 13:00 – la strada si trasforma in uno dei mercati più affascinanti della città. Già alle prime luci dell’alba, l’aria si riempie dei profumi invitanti di prodotti freschi e locali. 

Come arrivare a Croix-Rousse: questo quartiere, noto per le sue salite e i suoi panorami mozzafiato, offre diverse opzioni per raggiungerlo, a seconda del vostro spirito di avventura e del vostro desiderio di camminare: 
- La prima opzione è per i più “coraggiosi”: prendete la “metro A” e scendete alla stazione “Hôtel de Ville-Louis Pradel”. Da lì inizia la salita che vi condurrà alla Croix-Rousse.
- La seconda opzione è per chi preferisce evitare la fatica della salita: prendete la coincidenza alla stazione dell’Hôtel de Ville con la “metro C” e scendete alla stazione “Croix-Rousse”. Vi ritroverete in cima alla collina.
- Infine, potrete anche utilizzare gli autobus: le linee “C13”, “S6” e “S12”, vi porteranno tutte all’Hôtel de Ville, da dove potrete facilmente prendere la “metro C” e raggiungere la collina.

SECONDO GIORNO

La collina di Fourvière: tra storia, arte e panorami mozzafiato

Attraversiamo Place Bellecour la più importante piazza di Lione, che con i suoi 310 metri per 200, è anche la più grande piazza pedonale d’Europa e una delle più grandi del mondo – per raggiungere un altro luogo simbolo di Lyon: Fourvière.

Fourvière è la collina che domina da ovest il centro storico della città di Lyon e dà il nome al quartiere edificato su di essa. Detta la “colline qui prie” – la ‘collina che prega’ – per la presenza di importanti edifici religiosi. Risalendo alle sue origini, i Romani fondarono “Lugdunum” sulle pendici di questa collina, un punto cruciale che domina la Saona da Vaise fino alla sua foce. Oggi, il quartiere di Fourvière si estende dalla storica chiesa di Saint-Irénée – considerata una delle chiese più antiche di Francia, risalente addirittura all’epoca carolingia – fino ai confini del comune di Sainte-Foy-lès-Lyon.

Place Bellecour | © Serena Annese
Basilique Notre-Dame de Fourvière | © Serena Annese
Basilique Notre-Dame de Fourvière | © Serena Annese

Il modo più suggestivo per accedere a Fourvière è attraverso i sentieri che si inerpicano da Vieux Lyon, ma esiste anche una funicolare che parte da place Edouard Commette.

È dall’alto della Basilique Notre-Dame de Fourvière – lunga 66 m e alta 27 – che la magia raggiunge il suo apice. Costruita tra il 1872 e il 1879, la basilica s’innalza come un voto di gratitudine durante la guerra Franco-Prussiana. I suoi architetti, Bossan e Sainte-Marie Perrin, crearono un capolavoro in marmo di Carrara, granito rosa del Nord Italia, marmo blu di Savoia e onice verde, decorato con affreschi, mosaici e vetrate che raccontano storie sacre.

L’ingresso alla basilica svela immediatamente la sua doppia anima: due chiese sovrapposte, ognuna con la propria atmosfera e sacralità. Nella vastità dell’interno della basilica superiore, 16 colonne sorreggono un soffitto a sesto acuto, illuminato da 6 grandi vetrate che inondano di luce ogni angolo del santuario. Una cripta sottostante custodisce tesori nascosti, mentre le cappelle laterali e l’abside risplendono di luce filtrata da 7 alte vetrate. Non dimenticate di salire sulla terrazza della basilica da cui si gode di una vista panoramica mozzafiato sulla città.

Indirizzo: 8 Pl. de Fourvière, 69005 Lyon
Orari: è aperta tutti i giorni dalle 7:00 alle 19:00.
Biglietto: ingresso gratuito.

La “collina che prega” non ospita solo la maestosa Basilique Notre-Dame de Fourvière, ma anche altri tesori. Uno dei luoghi più affascinanti sulla collina è il Parc Archéologique con i suoi resti di edifici antichi e il teatro gallo-romano

L’antica Lugdunum e il teatro gallo-romano

L’antica Lione – “Lugdunum” – rivive attraverso l’affascinante “LUGDUNUM: Musée & théâtres romains”. Questo straordinario sito archeologico e museo propone un affascinante approfondimento sul passato e sulle storie di imperatori, gladiatori e antichi abitanti di Lione. Fondata nel 43 a.C., Lugdunum era il cuore pulsante e capitale delle Gallie.

L’idea di un museo che raccogliesse gli oggetti legati a questa gloriosa epoca nacque negli anni ’30 del Novecento, ma fu solo negli anni ’60 che il progetto prese forma, culminando nell’inaugurazione ufficiale del 1975. Oggi, il museo si fonde armoniosamente con il paesaggio circostante, offrendo una panoramica unica sulla vita nell’antica città romana. 

Il museo si sviluppa in una struttura moderna con una rampa in cemento che scende a spirale e si ramifica verso pianerottoli dove sono esposte le collezioni. Tra le meraviglie custodite al suo interno troverete statue, gioielli e oggetti di uso quotidiano; tutti scoperti a Lione e nella regione circostante.

Uno dei pezzi più pregiati del museo è un mosaico scoperto nel 1806, che offre una rara rappresentazione delle corse di carri, simili a quelle che avvenivano nell’ippodromo. Un’altra gemma è la “Tavola Claudia” – scoperta nel 1528 – che riproduce su una tavola in bronzo il discorso pronunciato a Roma nel 48 d.C. dall’imperatore Claudio (nato a Lione) in favore dei Galli. Particolarmente affascinanti sono anche i reperti celtici, tra cui un calendario celtico – uno dei più lunghi documenti in celtico mai ritrovati.

LUGDUNUM: Musée & théâtres romains | © Serena Annese
LUGDUNUM: Musée & théâtres romains | © Serena Annese
Teatro gallo-romano di Lugdunum | © Serena Annese

Accanto al museo, il teatro romano e l’Odéon – entrambi patrimonio mondiale dell’UNESCO – offrono uno spettacolo mozzafiato. Il teatro, costruito intorno al 15 a.C. e ampliato nel 120 d.C. sotto Adriano, poteva ospitare fino a 10.000 spettatori. Questo spazio era dedicato al culto di Roma e di Augusto e accoglieva i giochi imperiali di tutta la Gallia. Visitandolo, si può ancora ammirare la cavea ben conservata, con le sue gradinate e le scale di accesso, i quattro gradoni riservati alle personalità e il basamento della scena.

Il teatro delle tre Gallie non aveva solo una funzione di intrattenimento ma anche politica, poiché qui si riunivano annualmente i capi delle 60 nazioni galliche per discutere e prendere decisioni importanti. L’Odéon – un teatro più piccolo databile intorno al 120 d.C. – era il luogo dove gli antichi Romani tenevano letture di poesia e allestivano spettacoli musicali. Dietro di esso, i resti del Tempio di Cibele emergono come silenziosi testimoni di un’epoca lontana.

Indirizzo: 17 rue Cléberg, 69005 Lione
Orari: Aperto dal martedì al venerdì dalle 11:00 alle 18:00, sabato e domenica dalle 10:00 alle 18:00. Chiuso il lunedì. L’ingresso al teatro romano segue invece orari differenti: dal 15 aprile al 15 settembre dalle 7:00 alle 21:00 e dal 16 settembre al 14 aprile dalle 7:00 alle 19:00.
Biglietto: 4€. Per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consulta il sito ufficiale: https://lugdunum.grandlyon.com/fr/

Les Halles de Lyon-Paul Bocuse: simbolo della gastronomia di Lione

Per il pranzo una delle scelte migliori è raggiungere il mercato gourmet al coperto più importante della città: le Halles de Lyon-Paul Bocuse. Sotto un imponente tetto di vetro che riflette il cielo sereno di Lione, le Halles de Lyon-Paul Bocuse sono come un tempio moderno dedicato alla gastronomia. Questo santuario culinario – che oggi ospita una sessantina di commercianti – è il risultato di un’evoluzione che ha attraversato diversi anni di tradizione e innovazione.

Le origini di questo mercato straordinario risalgono al 1859, quando il primo mercato alimentare coperto di Lione fu inaugurato in Place des Cordeliers, nel cuore pulsante della città. Più di un secolo dopo – nel 1971 – le Halles de Lyon hanno trovato una nuova dimora vicino alla Gare Part-Dieu, segnando l’inizio di un nuovo capitolo nella storia gastronomica di Lione.

Ma è nel 2006 che questo luogo ha acquisito il nome attuale e la sua fama internazionale, rendendo omaggio al grande chef Paul Bocuse – scomparso a gennaio 2018 all’età di 91 anni – icona culinaria che ha portato il nome di Lione in tutto il mondo. Il mercato non è solo un luogo di commercio, ma un punto di incontro tra il patrimonio gastronomico dei terroir circostanti.

Halles de Lyon-Paul Bocuse | © Serena Annese
Halles de Lyon-Paul Bocuse | © Serena Annese
Murale dello chef Paul Bocuse | © Serena Annese

Qui, la cultura del mangiare bene è celebrata in ogni sua forma, dalle ricette tradizionali ai piatti più innovativi creati dai giovani chef che cercano ispirazione tra i banchi di questo luogo iconico. Camminando tra i corridoi delle Halles, ci si imbatte in un affascinante mosaico di sapori e profumi. 

Ogni banco è una storia di eccellenza artigianale e di passione trasmessa di generazione in generazione. Qui, oltre alle bancarelle di prodotti freschi e di alta qualità, si trovano numerosi bar e ristoranti che offrono la possibilità di gustare le delizie appena acquistate.

È un’esperienza sensoriale completa, dove il pane croccante della Boulangerie du Palais si sposa perfettamente con un formaggio selezionato da Les Fromager de Saint Georges, seguito da un sorso di vino pregiato della Maison Malleval.

Indirizzo: 102 Cours Lafayette, 69003 Lione
Orari:
Les Halles sono aperti dalle 7:00 alle 22:30, ma ogni stand ha i suoi orari, quindi verificate prima sul sito gli orari degli stand a cui siete interessati. Il momento migliore per andarci è comunque da metà a tarda mattinata o metà pomeriggio. Non dimenticate che molti stand chiudono per pranzo e alcuni non riaprono nel pomeriggio.
Come raggiungere Les Halles Paul Bocuse: si trova nel quartiere Part-Dieu della città, non lontano dalla stazione ferroviaria principale e dal centro commerciale. Per raggiungere il mercato coperto ci sono diverse opzioni. Se non vi dispiace camminare, impiegherete circa 25-30 minuti a piedi dal centro della Presqu'ile; in alternativa potrete prendere le linee dell’autobus “C3” e “C13” che fermano proprio di fronte a Les Halles, fermata “Halles Paul Bocuse”.

Institut Lumière: viaggio nella storia del cinema

Dopo il gustoso pranzo presso Les Halles Paul Bocuse, raggiungiamo un altro luogo importante di Lyon: l’Institut Lumière. Dedicato al cinematografo e alla storia dei suoi pionieri, l’Institut Lumière è un fedele custode dei segreti e delle meraviglie della famiglia Lumière.

La storia inizia nel 1892, quando il nipote di Louis Lumière fondò l’istituto nella vecchia dimora della famiglia, una sontuosa villa che ora è divenuta un santuario del cinema. Qui, tra le mura che hanno visto nascere il cinema stesso, si può rivivere l’epoca delle prime invenzioni e degli esperimenti audaci dei fratelli Lumière.

Louis e Auguste Lumière, ispirati dalla visione del padre Antoine, non solo rivoluzionarono la fotografia, ma inventarono – perfezionando i lavori di Thomas Edison e del suo “kinetoscopio” – il “Cinématographe” nel 1895, dando vita alla “settimana arte”. Questo dispositivo, che proiettava film su grande schermo, trasformò l’esperienza visiva del pubblico, aprendo le porte a un nuovo modo di raccontare storie.

Attraversando i quattro piani del museo, i visitatori possono ammirare una collezione di “reperti” unici: il Cinématographe originale che incantò i primi spettatori al Grand Café di Parigi nel 1895, le prime camere fotografiche a colori dei Lumière e il Photorama che trasporta gli spettatori indietro nel tempo, offrendo una visione panoramica di luoghi come il porto di Marsiglia all’inizio del XX secolo.

Institut Lumière | © Serena Annese
Institut Lumière | © Serena Annese
Institut Lumière | © Serena Annese

Ma non è solo la tecnologia a parlare qui: è l’anima stessa dei Lumière che caratterizza ogni angolo del museo. Le loro intuizioni scientifiche e artistiche sono celebrate attraverso proiezioni commentate dei loro film, rivivendo l’emozione di un’epoca in cui ogni immagine in movimento era una nuova meraviglia.

Ogni anno ad ottobre, si tiene il “Festival Lumière” che celebra la storia del cinema francese e internazionale. Nato nel 2009, il Festival Lumière non è solo una rassegna cinematografica, ma un vero e proprio pellegrinaggio per gli amanti del cinema di tutto il mondo. Il festival ha premiato alcune delle più grandi icone del cinema, conferendo il prestigioso “Prix Lumière” a leggende come Clint Eastwood, Milos Forman, Ken Loach, Quentin Tarantino e Pedro Almodóvar.

Uscendo dalla villa, i giardini offrono un tranquillo rifugio, un contrasto sereno con l’attività industriale che una volta animava quest’area, simboleggiata dall’Hangar restaurato. Qui, tra le mura che furono testimoni del primo film mai realizzato – “L’uscita dalle officine Lumière” – si avverte ancora l’energia di un momento che ha cambiato per sempre il corso della storia. Infine, lungo rue du Premier-Film si trova “Le Mur des Cinéastes”, un muro coperto da numerose targhe dorate, ognuna con il nome di una celebrità che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del cinema e che hanno voluto onorare i fratelli Lumière.

Indirizzo: 25 rue du Premier-Film, 69008 Lione
Orari: aperto dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 18:30. Chiuso il lunedì.
Biglietto: 9€. Per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consulta il sito ufficiale: https://www.institut-lumiere.org/

Il secondo e ultimo giorno a Lyon sta per concludersi. A questo punto si può decidere di terminare il viaggio in due modi. Per chi è alla ricerca di un parco verde, si può raggiungere lo splendido “Parc de la Téte d’Or” per una passeggiata al tramonto. Il parco pubblico è il più grande della città e fu inaugurato nel 1861. Il nome deriva da una leggenda secondo cui i crociati vi avrebbero sepolto un tesoro, tra cui una testa d’oro di Gesù (Téte d’Or). Al suo interno si trova anche un giardino botanico e il grandissimo roseto di oltre 5 ettari. 

Per chi, invece, preferisce esplorare un angolo contemporaneo e alternativo della città, il viaggio non può che concludersi visitando la Confluence, un quartiere post-industriale sottoposto a un intervento di rinnovamento urbano con appartamenti di lusso, uffici e parchi. La Confluence sorge all’incrocio dei due fiumi Saone e Rodano, qui sono state realizzate diverse opere di street art e ci si può concedere un piacevole aperitivo.  Inoltre, da non perdere è il moderno quartiere di “Confluence, un esempio perfetto di architettura contemporanea, con i suoi edifici innovativi e i suoi musei e gallerie dedicate all’arte contemporanea.

Brasserie Georges | © Serena Annese
Brasserie Georges | © Serena Annese
Tartare di Charolais della Brasserie Georges | © Serena Annese

Per una cena speciale e per salutare come si deve Lyon, scegliamo “Brasserie Georges” (30 Cours de Verdun Perrache), una delle più antiche e grandi brasserie di Lione – aperta dal 1836. Qui vengono serviti piatti della tradizione in una grandissima sala a tratti art noveaux piena di specchi e lampadari sontuosi.

I piatti sono squisiti e preparati secondo le ricette tradizionali. Da provare la famosa tartare di Charolais preparata al momento al tavolo e accompagnata da patatine fritte e insalata, ma anche il maiale con polenta e salsa di dragoncello. Per rendere ancora più piacevole la cena, gli amanti della birra possono accompagnare le portate con le birre prodotte proprio dalla Brasserie Georges.

Lione: la capitale gastronomica della Francia tra tradizione e innovazione

Passeggiando per le strade di Lione – capitale gastronomica della Francia – è facile lasciarsi conquistare dai profumi invitanti e dai sapori unici che emergono da ogni angolo della città. Lione è un luogo dove la tradizione culinaria si fonde con l’innovazione, creando un’armonia perfetta tra la cucina povera delle classi operaie nei tradizionali “bouchons” e la complessità della cucina borghese e gourmet.

Uno dei piatti simbolo della tradizione lionese è la “Salade Lyonnaise”, un’insalata che combina l’uovo in camicia, cipolle e fegato di pollo o pancetta adagiati su un letto di croccanti foglie di lattuga, accompagnati da crostini di pane. Non si può parlare di Lione senza menzionare la “Rosette de Lyon”, un salume tipico della zona. Tra le zuppe, la “Soupe à l’oignon gratinée” – con cipolle gratinate – occupa un posto d’onore.

Un altro prodotto iconico della salumeria francese è “l’Andouillette”, realizzata utilizzando l’apparato digerente del maiale – soprattutto stomaco e intestino. Questo piatto risalirebbe al XIV secolo, arrivando a conquistare anche il palato di Luigi XIV e di Napoleone I. Tuttavia, il suo sapore deciso può non essere apprezzato da tutti, come ho scoperto personalmente durante il mio soggiorno a Lione.

Il panorama culinario lionese è arricchito da numerosissimi e deliziosi formaggi. Il più famoso è senza dubbio il “Cervelle de Canuts”, un formaggio caprino dal gusto fresco, mescolato con erba cipollina, scalogno, aglio, sale, pepe, olio e aceto. Questo formaggio, il cui nome significa letteralmente “cervello dei tessitori“, è una celebrazione della semplicità e della freschezza. Tra gli altri formaggi tipici: il “Saint-Marcellin”, il “Saint-Félicien” e la “Rigotte de Condrieu” sono imperdibili. Tutti a pasta molle con crosta dura, questi formaggi offrono una gamma di sapori che spaziano dal delicato al robusto.

Praluline della Pâtisserie Chocolaterie Pralus Lyon | © Serena Annese
Praline | © Serena Annese
Salade Lyonnaise del Café des Federations | © Serena Annese

Praluline: il gioiello rosa della pasticceria francese

Uno dei simboli gastronomici di Lyon è il delizioso dolce “Praluline”. La sua storia però ha inizio nel cuore della regione della Loira, quando nel 1948 un maestro cioccolatiere di nome Auguste Pralus aprì il suo primo laboratorio. Qui, tra dolci esperimenti e intuizioni geniali, nacque per errore una delle creazioni più iconiche della pasticceria francese: la Praluline. Era il 1955 quando una mattina, Auguste si trovò con delle praline rosa invendute – realizzate con mandorle di Valencia e nocciole del Piemonte – colorate con un vivace rosso cocciniglia.

Decise allora di incorporare queste praline all’impasto di una brioche al burro che stava preparando. Il primo tentativo non lo convinse, ma non si arrese. Decise di lavorare l’impasto come se fosse una pasta sfoglia, incorporando le praline come fossero diamanti nella roccia. Il risultato fu straordinario: una brioche morbida e burrosa, punteggiata da croccanti praline rosa.

La Praluline, così chiamata, divenne un successo immediato. Auguste Pralus espose orgogliosamente la sua creazione nella vetrina del suo negozio e dal 1955 questo dolce non ha mai lasciato il primo posto tra le prelibatezze dei negoziPralus”. Il segreto della Praluline sta nella sua ricetta gelosamente custodita e tramandata da Auguste al figlio François Pralus.

Provatela in una delle numerose pasticcerie, in particolare in una delle tre sedi della “Pâtisserie Chocolaterie Pralus Lyon”, che troverete in 103 Av. des Frères Lumière, in 27 Rue Saint-Jean e in 32 Rue de Brest.

Lyon è una città in grado di far innamorare anche i più scettici, con le sue grandi ed eleganti piazze, le sue colline – ognuna con la sua storia e la sua identità – le sue strade ricche di botteghe ma anche negozi alla moda e dedicati alla musica o all’arte o per la sua straordinaria e distintiva storia gastronomica. 

Una destinazione che non ha nulla da invidiare alle altre città francesi più famose e che merita di essere scelta come prossima meta per assaporarne sapori, colori e atmosfera. 

Conoscevate già la città di Lyon? L’avete già visitata o lo farete presto? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!

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