
Pont-Aven e la sua École: viaggio nella culla dell’arte bretone
Itinerario di un giorno a Pont-Aven, tra paesaggi che ispirarono Paul Gauguin, mulini ad acqua e antiche cappelle.
Le basse colline verdeggianti del dipartimento francese di Finistère, scorrono rapidamente ai lati della strada, mentre poco a poco si raggiunge questo angolo di Francia, così meraviglioso da aver conquistato molti pittori nel corso dei secoli.
Pont-Aven è un piccolo gioiello, attraversato dal lento scorrere del fiume Aven, da cui prende il nome. Nota come la “Città dei Pittori”, questo villaggio della Cornovaglia francese è fatto di vicoli tortuosi, ponti in pietra e antiche case in granito del XVII e XVIII secolo. Un tempo, il suono delle pale di circa quindici mulini ad acqua scandiva la vita quotidiana, testimonianza dell’antica e redditizia produzione di farina che, già dal Medioevo, rappresentava il cuore pulsante dell’economia locale.
È sufficiente citarne il nome per collegarla subito al pittore Paul Gauguin e all’École de Pont-Aven, la scuola di pittura fondata nel 1886 dall’artista parigino, a cui presero parte anche pittori come Paul Sérusier, Maxime Maufra ed Émile Bernard.
Indice
Cenni storici su Pont-Aven e la scuola di pittura
Pont-Aven sorse nel 1790, dalle ceneri di Nizon e Riec-sur-Belon. Nel 1805 fu strettamente legata all’antico vescovado di Cornovaglia, ma fu nel XIX che rinacque come una vivace comunità artistica, divenendo famosa tra i pittori di tutta Europa. D’estate, il villaggio diventava un rifugio per artisti, che arrivavano da Londra, dai paesi nordici, ma anche da angoli remoti del mondo; tutti attratti dai colori vividi dei paesaggi, dai costumi antichi e dall’autenticità della gente.
I primi ad arrivare erano pittori accademici, ansiosi di guadagnarsi una medaglia al Salon o un articolo su qualche giornale parigino. Furono loro a svelare Pont-Aven al mondo, ma fu Paul Gauguin a darle un destino immortale. Quando vi giunse nel 1886, era ancora un allievo di Pissarro, un impressionista alla ricerca di nuove ispirazioni. Ma fu qui che, due anni dopo, nacque il “sintetismo” dall’incontro con Émile Bernard. Due quadri segnarono l’inizio di tutto: “Le bretoni nel prato verde” di Bernard e “La visione dopo il sermone” di Gauguin.
Gauguin non restò a lungo: partì per Tahiti, lasciando dietro di sé una piccola comunità di artisti, appena una decina, destinata a sciogliersi rapidamente e dando vita alla famosa École de Pont-Aven. Eppure, il seme era stato piantato. Attraverso “Le Talisman” e il movimento dei Nabis, l’influenza del piccolo centro francese si diffuse oltre i confini della Bretagna. Quando scoppiò la Grande Guerra, i pittori cedettero il posto ai turisti, che iniziarono a popolare le locande di Marie-Jeanne Gloanec e Julia Guillou, ormai celebri quanto i quadri che avevano ispirato.



Negli anni Venti, i pittori tornarono, più silenziosi e riflessivi. Alloggiavano all’Hôtel de la Poste, dipingevano con uno sguardo malinconico, consapevoli del tempo che scorreva. Poi arrivò la Seconda guerra mondiale, e con essa il silenzio. Fu solo negli anni ’60 che la vita artistica riprese timidamente a pulsare, e negli anni ’80 Pont-Aven accolse una nuova generazione di pittori – questa volta anche mercanti d’arte – che riempirono le strade di colori e di nuovo fermento creativo.
Cosa vedere a Pont-Aven
Pont-Aven può essere facilmente esplorata a piedi in poche ore, lasciandosi guidare dal lento scorrere del fiume che plasma il paesaggio e accompagna musicalmente il viaggio di chi visita il villaggio.
Promenade Xavier Grall
Uno degli scorci più suggestivi e imperdibili è la Promenade Xavier Grall, una percorso pedonale dedicato al celebre poeta bretone. Passeggiando lungo il sentiero immerso nel verde, si può apprezzare la luce magica che accarezza la superficie del fiume in alcune ore del giorno; fonte d’ispirazione dei molti pittori che s’innamorarono perdutamente del grazioso villaggio.
Pont-Aven è ancora oggi un crocevia d’arte: gallerie e atelier custodiscono la memoria della scuola pittorica, mentre le vetrine dei negozi brillano di tele contemporanee che dialogano con il passato.
Il fiume, dopo aver accarezzato le pietre levigate dal tempo, si getta nell’oceano, animando con la sua corrente i 14 antichi mulini – alcuni dei quali ancora attivi – come il Moulin du Haut Bois, costruito nel 1724 e rimasto in funzione fino al 1951. Proseguendo verso il porto, ci sono il Rosmadec Le Moulin e il Moulin du Grand Poulguin: il primo conserva l’aura romantica del passato, mentre il secondo accoglie oggi i viaggiatori con i sapori della cucina locale, trasformato in un ristorante.
Nel cuore del borgo, vicino al piccolo porto, emerge dalle acque il Sabot de Gargantua, una roccia dalla forma curiosa che appare come per magia con l’alta marea.
Église Saint-Joseph
Nel cuore del borgo, si trova la chiesa di San Giuseppe, costruita nel 1874 su progetto di Bigot padre, l’edificio accoglie i visitatori con una navata centrale che si compone di sette campate. Due cappelle laterali, a ridosso della settima campata, disegnano un falso transetto che dona equilibrio alla struttura. All’interno, una vetrata moderna di Guével – realizzata intorno al 1945 – illumina la navata nord: San Guénolé introduce San Guénaël ai suoi compagni, un dono realizzato dagli studenti della scuola Saint-Guénolé.



Musée des Beaux-Arts de Pont Aven
L’École de Pont-Aven ha senza dubbio donato una seconda vita a questo pittoresco villaggio, che si è animato poco a poco di gallerie, studi d’arte e spazi espositivi. Una delle testimonianze principali di questo intenso passato artistico è il Musée des Beaux-Arts de Pont Aven, con 4500 opere realizzate fra i confini di questo suggestivo angolo.
Rinnovato nel corso degli anni con cura e passione, il museo gode di ampi spazi espositivi, illuminati con maestria, e le installazioni multimediali all’avanguardia. Per respirare l’atmosfera che accolse i pittori, basta varcare la soglia dell’ex Hotel Julia, un tempo dimora e atelier di questi pionieri, oggi cuore pulsante del museo. Attraverso filmati d’epoca e attrezzature interattive, il museo ricrea l’effervescente Pont-Aven di fine Ottocento. Le opere sono distribuite su due piani: uno dedicato alle mostre temporanee, l’altro alle collezioni permanenti che raccontano l’evoluzione della scuola artistica locale.
Indirizzo: Pl. Julia, 29930 Pont-Aven, Francia
Orari: è aperta tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:00.
Biglietto: 8€ / per verificare le condizioni di riduzione o gratuità, consultare il sito ufficiale.
La Chapelle Notre-Dame de Kergonet e l’ancienne Chapelle Notre-Dame de Trémalo
I pittori che soggiornavano a Pont-Aven, dipingevano al Bois d’Amour, sotto l’antica cappella di Trémalo, catturando nelle loro tele la spiritualità della natura bretone. Un sentiero segna ancora oggi il percorso dei pittori, permettendo ai visitatori di seguire le orme di Paul Gauguin e scoprire i luoghi che ispirarono capolavori come “La visione dopo il sermone” del 1888.
Proseguendo lungo il sentiero, che ha inizio nel centro del villaggio francese, tra bellissime querce e altissimi faggi, si raggiunge proprio l’antica Chapelle Notre-Dame de Trémalo, un edificio del XVI secolo con un tetto asimmetrico che quasi tocca il suolo sul lato nord, la navata centrale a sei campate e le navate laterali che si perdono nell’ombra. Di grande bellezza anche le travi di legno intagliato e policromo, e il Cristo in croce del XVII secolo, reso eterno da Gauguin nel suo autoritratto e nel “Christ Jaune”. Splendide poi, anche le statue della Vergine, di Sant’Anna con la Vergine, Santo Stefano, San Léger, San Cornély e San Lorenzo.
Indirizzo: Tremalo, 29930 Pont-Aven, Francia
Camminando lungo il sentiero, ci si imbatte nel Moulin du Plessis e nel Moulin Neuf, un tempo parte di una centrale elettrica che illuminava il villaggio. Vicino al viadotto si ergono invece il Moulin David e Kerniguez, incorniciati dalla vegetazione lussureggiante.
A circa 6 km dal centro, si trova la Chapelle Notre-Dame de Kergonet, risalente al XV-XVI secolo. Pianta rettangolare irregolare, colonne ottagonali sul lato nord e rotonde a sud, che sostengono arcate a scandire lo spazio, mentre il coro custodisce una balaustra in quercia antica. Accanto all’altare maggiore, due nicchie ospitano la Madonna di Kergonet a sinistra, mentre a destra il Padre Eterno, che offre il sacrificio del Figlio. Le statue della Vergine, di Santa Elisabetta con San Giovanni Battista, i santi vescovi e un Crocifisso su trave affiancano l’immagine arcaica della Santissima Trinità.



Immersione nel paesaggio di Pont-Aven: tra il fiume e la spiaggia
Il fiume Aven accompagna i passi di chi vuole esplorare la zona attraversando i sentieri fioriti o perché no – in kayak per giungere fino alla spiaggia di Port-Manec’h, dove la spiaggia è punteggiata di cabine bianche. Per chi ama l’avventura, si può optare anche per un giro in barca, che conduce lungo l’estuario fino al porto di Kerdruc, piccolo rifugio tra le rocce.
Pont-Aven è un armonico piccolo porto che un tempo commerciava vino e granito, oggi rifugio di artisti e sognatori. Un villaggio dove ogni angolo è un tocco di luce e colore, ogni sguardo una pennellata di poesia.
Cosa mangiare a Pont-Aven
A differenza della vicina Normandia, dove il burro regna sovrano in piatti più ricchi e strutturati, la gastronomia bretone è rustica e genuina, profondamente radicata nelle tradizioni contadine e marinare.
Nei borghi e nelle campagne, le crêpes e le galette sono una vera istituzione. Le prime, morbide e profumate, sono accompagnate da confetture, frutta o da una colata di cioccolato fuso. Le seconde, fatte con grano saraceno, si prestano a ripieni salati: prosciutto, formaggio, uova e salsiccia, ingredienti tipici della cucina locale.
Pont-Aven è famosa per dei deliziosi biscotti al burro- le Galettes de Pont Aven – realizzate ancora secondo una ricetta tradizionale. Ma qui si possono trovare anche gli altri dolci bretoni, come il favoloso kouign-amann, una tortina dorata e caramellata: pura poesia, specialmente se gustato appena sfornato.
Qui regna il sidro, frizzante e leggero, perfetto con ogni pasto. Ogni zona ha la sua ricetta segreta, ma in generale si può scegliere tra quello secco – più intenso – e il mousseux, naturalmente effervescente. E poi c’è la birra artigianale, che riscopre le radici celtiche della regione: dalla Coreff di Morlaix, ambrata e luppolata, alla Blanche Hermine, delicata e speziata.
Come raggiungere Pont-Aven
Pont-Aven può essere raggiunta con voli diretti, da uno degli aeroporti francesi di Parigi, Nantes o Rennes. Proseguendo poi in treno o noleggiando un’auto.
Il modo ideale è arrivare a Pont-Aven in auto, circa 5 ore e 20 minuti da Parigi. Occorre percorrere l’A11 e l’A81 fino a Rennes, per poi imboccare la N24 fino alla superstrada N165 – uscita Kerampaou. Una volta giunti – poco più fuori dal centro storico – si trova un parcheggio gratuito. Sono disponibili anche parcheggi più centrali ma a pagamento.
Chi preferisce il ritmo più lento dei treni, il TGV da Parigi-Montparnasse conduce direttamente in circa 4 ore, alle stazioni di Quimperlé o di Quimper, e da lì basta proseguire in autobus (solo 30 minuti da Quimperlé o un’ora da Quimper).
Quando andare a Pont-Aven
Il momento ideale per scoprire Pont-Aven, quando le giornate si accendono di luce dorata e l’aria profuma di estate, è tra la fine di giugno e l’inizio di settembre. In questo periodo, le temperature miti invitano a esplorarla senza fretta, lasciandosi cullare dalla dolcezza del clima, lungo i sentieri che la circondano.
Conoscevate già Pont-Aven? L’avete già visitata o lo farete presto? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!