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Dal 27 ottobre 2023 al 31 marzo 2024, il MACRO di Roma presenta la più grande mostra personale dedicata a Emilio Prini, uno dei principali esponenti dell'Arte Povera. 

Dal 27 ottobre 2023 e fino al 31 marzo 2024 le sale del MACRO di Roma ospiteranno la più grande mostra personale dedicata ad uno degli esponenti dell’Arte Povera: Emilio Prini.

Emilio Prini: una voce fuori dal coro

Emilio Prini è uno degli artisti più enigmatici e sfuggenti del secondo Novecento in Italia. Uno degli esponenti dell’Arte Povera, movimento che prende il nome dal Teatro Povero” del regista polacco Jerzy Grotowski. 

L’Arte Povera nasce formalmente nell’autunno del 1967 presso la Galleria La Bertesca di Genova con la mostra “Arte povera- Im Spazio” a cura di Germano Celant. Nel corso della mostra, il termine “povero” fu utilizzato dallo stesso Celant nel testo di presentazione per riferirsi alla scelta dei materiali ma anche al linguaggio artistico utilizzato dai suoi esponenti; un linguaggio ridotto all’archetipo e alle origini.  Gli artisti appartenenti al movimento dell’Arte Povera scelgono di comunicare non più tramite le immagini, ma attraverso la manipolazione di materiali e oggetti ricavati direttamente dalla realtà. 

Sequenza fotografica dell’artista alla finestra del suo studio, Genova, 1968, 40 fotografie a colori | © Serena Annese
Emilio Prini al MACRO di Roma | © Serena Annese

In questo contesto Emilio Prini si unisce e distacca allo stesso tempo sviluppando una profonda riflessione concettuale e minimalista. In particolare l’attenzione dell’artista si concentra sui principi dello spazio fisico e concettuale attraverso interventi che agiscono e alterano l’ambiente espositivo. 

Celant definì Prini come “un artista che si muove nel vuotoe infatti l’intera ricerca artistica è sospesa tra spazio e vuoto, indagati fino al limite estremo attraverso le contraddizioni e il gioco. 

Nel processo artistico in continuo movimento di Emilio Prini nulla è lasciato al caso, ogni elemento ha il suo peso e il suo valore. L’artista a volte compie solo piccoli mutamenti modificando una data o cambiando un titolo ad opere già realizzate. 

Prini mette in dubbio l’unicità dell’opera d’arte, controvertendo le regole del mercato dell’arte sempre più indirizzato al consumo dell’immagine ed entrando interamente nel dibattito artistico a cui Walter Benjamin aveva dato inizio con il suo saggio “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” nel 1936. Le opere di Prini non sono semplici prodotti estetici, ma indagini profonde sul ruolo dello spettatore, sulla natura dell’oggetto artistico e sull’interazione tra significato e significante. 

Emilio Prini al MACRO di Roma | © Serena Annese
Emilio Prini al MACRO di Roma | © Serena Annese

…E Prini” : la personale di Emilio Prini al MACRO di Roma

Fino al 31 marzo 2024 sarà possibile indagare questo ironico e spiazzante artista presso il MACRO di Roma, grazie all’interessante mostra personale a cura di Luca Lo Pinto e in collaborazione con l’Archivio Emilio Prini. 

In un’ampia sala sono esposte circa 250 opere lungo un percorso cronologico – dal 1966 al 2016 – che incarna perfettamente il suo processo artistico e la sua idea di arte, intesa come una dimensione in continua riscrittura. 

Nella sala del MACRO, sono esposte sulle pareti e sul pavimento fotografie, interventi su cataloghi, opere e oggetti tridimensionali e anche sculture al neon. L’indagine di Prini passa attraverso ogni forma di oggetto e dispositivo, inclusi quelli elettronici come registratori e macchine fotografiche; oggetti che partecipano al processo di riproduzione della realtà ma anche dell’opera d’arte. 

Ecco comparire tra le opere esposte anche disegni, annotazioni poetiche e appunti scritti di getto su carta o utilizzando una macchina da scrivere Olivetti 22. Indagini profonde sul rapporto tra spazio, tempo e luce che il visionario artista approfondisce in opere come “5 sistemi percettivi di un ambiente” del 1967 e “Perimetro misura a studio stanza” del 1967

Cosa caso causa, 1967, penne, pennarelli, pastelli e grafite su carta, Archivio Emilio Prini, Genova | © Serena Annese
Documentazione dell’intervento realizzato per la mostra “Op Losse Schroeven” ad Amsterdam, 1969 | © Serena Annese

Emilio Prini rifiuta completamente di considerare l’oggetto artistico come un prodotto chiuso e statico. L’artista crea così opere di volta in volta diverse e difficilmente riconducibili ad un unico artista. La sua arte invita alla contemplazione, sfidando gli spettatori a guardare oltre la superficie e l’oggetto artistico. Attraverso le sue indagini concettuali, Prini ha lasciato un segno indelebile nel panorama dell’arte contemporanea italiana, invitandoci a ripensare le basi stesse di ciò che l’arte può essere.

Avete già visitato la mostra su Emilio Prini al MACRO di Roma o lo farete presto? Fatemelo sapere qui nei commenti, oppure sulla mia pagina Instagram!

Informazioni utili

Indirizzo: via Nizza 138, 00198 Roma (RM).
Orari: dal 27 ottobre 2023 al 31 marzo 2024 dal martedì a venerdì dalle 12:00 alle 19:00 e sabato e domenica dalle 10:00 alle 19:00. Lunedì chiuso. Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura. 
Biglietti: Ingresso gratuito.
Sito web: https://www.museomacro.it/it/solo-multi-it/emilio-prini-e-prini/ 
Indicazioni: linee bus: 38-80-60-62-82-89-90 e linee metro A (Termini) e metro B (Castro Pretorio).

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